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LA MORTE DEI MINORI MIGRANTI E L'OBLIO DELLE COSCIENZE UMANE

Tutti ci siamo commossi e indignati per la foto di Aylan, il bambino siriano ritrovato sulla spiaggia di Bodrum a testa in giù. Una immagine forte che ha fatto il giro del mondo e che è stata pubblicata dai maggiori quotidiani nazionali e internazionali e condivisa su tutti i social. Noi eravamo, e siamo, tra quelli contrari alla sua diffusione perchè la morte merita rispetto! Riprendere gli ultimi istanti di vita di un essere umano o il suo corpo scomposto e rigido per darlo in pasto alla morbosità della gente è un crimine. Così come è un crimine non affrontare politicamente una questione che coinvolge non solo i migranti adulti ma, soprattutto, i minori. 



Secondo Save The Children negli ultimi due mesi sono oltre 80 i bambini che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste greche. L'agenzia della Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) stima che dall'inizio del 2015 sono sbarcati in Grecia 580 mila migranti, su un totale di 723 mila che hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere le coste europee. 


Il fotoreporter ateniese Dimitri Messinis ha raccontato gli sbarchi di questi giorni nell’isola greca di Lesbo con una serie di scatti che abbiamo inserito qui perchè mostrano, senza pruderie, la realtà di uomini, donne e bambini. Quella realtà che, spesso, cancelliamo con un tasto del telecomando e che dovremmo, invece, imprimere nella nostra memoria e scolpire nei nostri cuori.


La cronaca riporta che ieri, mentre molti di noi stavano al caldo delle loro case in una domenica uggiosa, undici migranti, tra i quali due bimbi e quattro neonati, sono affogati a 20 metri dell'isola greca di Samos, nel mar Egeo, dopo il naufragio della loro imbarcazione di sei metri che si è capovolta andando a picco in una zona rocciosa. I loro corpi sono stati trovati nella cabina dell'imbarcazione, che proveniva dalla Turchia, andata a picco in una zona rocciosa, mentre il corpo di una bambina è stato scoperto poco più tardi sulla costa di Galazio. 


Altre 15 persone a bordo dell'imbarcazione sono state tratte in salvo da volontari e cittadini dell'isola mentre due migranti risultano dispersi. Poco lontano un altro naufragio al largo dell'isolotto di Farmakonnisi, nei pressi di Samos. Una imbarcazione di Frontex, l'agenzia di sorveglianza delle frontiere europee, ha recuperato due cadaveri e ha tratto in salvo altri tre migranti. Secondo il racconto dei superstiti, l'imbarcazione con 15 persone a bordo è colata a picco nelle acque turche. Restano, quindi, dispersi gli altri 12. 


L'arrivo dell'inverno ma, soprattutto, la paura della chiusura delle frontiere da parte dell'Europa stanno spingendo in questi giorni sempre più migranti a tentare la pericolosa traversata. La terribile settimana è iniziata lunedì scorso con naufragi al largo delle isole di Lesbo, Calimno e Rodi dove sono morti 60 migranti, di cui 28 bambini. E ancora, mercoledì scorso, al largo di Lesbo, Samos e Agathonisi in cinque naufragi sono morti 32 migranti, tra cui 11 bambini


Mentre venerdì scorso sono morti altri 19 migranti nel naufragio al largo dell'isola greca di Kalymnos, e tre sono annegati davanti all'altra isola di Rodi. Di queste vittime 17 erano minori. Sempre venerdì altri quattro bambini sono annegati e altri due dispersi in due naufragi al largo della costa egea della Turchia. L’ultimo sbarco di 60 migranti è quello di domenica 25 ottobre che ha visto tre vittime, una donna e due bambini, e 12 dispersi annegati mentre attraversavano il mar Egeo partendo dalla Turchia con una imbarcazione che è affondata al largo dell’isola greca. 


"Steve Jobs, il papà di Apple, era figlio di un siriano. L'uomo che ha inventato WhatsApp è l'ingegnere ucraino Jan Koum. Pierre Omidyar, fondatore di eBay, è di origine iraniana - afferma l'Associazione Arci Immigrazione - Molte delle principali aziende del mondo, soprattutto in campo digitale, non sarebbero mai esistite senza l'immigrazione. Oltre a essere una questione sociale prioritaria, le migrazioni e i migranti sono una straordinaria risorsa. Viviamo tutti un gioco tragico di luci e ombre, sta a noi decidere su quali concentrare i nostri sforzi".


Primo Levi, che scrisse il libro "Se questo è un uomo" dopo la sua deportazione ad Auschwitz dove, in quei maledetti campi di sterminio, si è consumato uno dei più grandi crimini dell'Umanità, chissà cosa scriverebbe oggi nel vedere tutto questo orrore. Un crimine, quello compiuto nei confronti del popolo ebreo, che ancora oggi commemoriamo e celebriamo nel ricordo di quella strage degli innocenti. 


Ebbene, io mi chiedo, nel vedere queste foto che circolano e ritraggono volti piangenti di bambini e madri che li consolano, se questi sono uomini, ovvero se davvero vengono considerati essere umani o pupazzi senza linfa vitale. Cambia il colore della pelle, cambia la nazionalità ma non cambia il loro sguardo, che è il nostro, non cambiano le loro mani in cerca d'aiuto, che potrebbero essere le nostre, non cambia il sapore delle loro gocce di pianto. 


Lacrime che dovrebbero intenerire i Grandi della Terra, così come vengono impropriamente chiamati dai media i Capi di ogni Nazione. In tal senso ricordiamo che a Berlino, dopo un primo incontro fallito, dovrebbero riunirsi il prossimo giovedì i leaders della Grosse Koalition per discutere sull'emergenza profughi. "Dum Romae consulitur...!"


Così come non cambia il colore rosso del Mediterraneo, culla delle loro morti e intriso di sangue, un sangue che è anche il nostro perchè siamo scientemente o inconsapevolmente colpevoli di contribuire con la nostra indifferenza e la nostra ignavia alla loro tragica fine. Nel Canto III dell'Inferno Dantesco, il Sommo Poeta creò il Girone degli Ignavi, ovvero coloro che non si schierano, che non agiscono ma che si adeguano a tutto quello che gli ruota attorno cadendo così in un torpore inumano, un oblio delle coscienze. "Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case".


"Odio gli indifferenti" scriveva Gramsci, ma la realtà è che noi viviamo una sorta di anestesia dell'anima che ci porta a considerare tutto quello che accade al di fuori di noi. Qualcosa che non ci riguarda e ogni volta che sentiamo di un nuovo sbarco dove perdono la vita tanti migranti sappiamo solo dire "povera gente" nella migliore delle ipotesi e nella peggiore "ma perchè non restano nella loro terra", dimenticando che scappano da una guerra e attraversano il mare in cerca di un futuro per sè stessi e per i loro figli. Futuro che s'infrange nello scoglio della noncuranza. 

Antonella Di Pietro
  

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi


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