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1° RADUNO CANE DI MANNARA, NOTO COME MASTINO O PASTORE SICILIANO


Domenica 11 maggio, nell’ambito dell’Esposizione Nazionale Canina organizzata dal Gruppo Cinofilo Ennese presso il Palatenda di Contrada Scifitello a Enna si terrà, alle ore 9, il primo Raduno ufficiale dell'Associazione Cinofila "Samannara", istituita per il recupero, la salvaguardia ed il riconoscimento come razza canina pura del Cane di Mannara, noto come Mastino o Pastore Siciliano. 

Il Raduno è stato autorizzato dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI), sentita la Commissione Tecnica Centrale (CTC) del Libro Genealogico del Cane di Razza presso il Ministero Agricoltura e visti gli studi, condotti dal Team di ricerca coordinato dal Dott. Luigi Liotta del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, relativi al censimento su tutto il territorio regionale di questa popolazione canina, alla relativa caratterizzazione fenotipica utilizzata per la predisposizione di uno specifico standard morfologico provvisorio. 

Il cane di mannara (pronuncia mànnara) o di mannera o di mannira è un antichissimo cane siciliano, da sempre adibito alla guardia delle greggi e della masseria o mannara o mannera (luogo dove vengono ricoverati gli animali nelle aziende zootecniche, sono spesso gli ovili). Considerata la razza italiana più antica insieme al Cirneco dell'Etna, non è tuttavia riconosciuta da nessuna cinofilia ufficiale. La razza fa parte del gruppo delle razze italiane canine estinte o in via di estinzione, infatti, esistono ancora pochi esemplari originali in isolate aziende zootecniche dei monti dell'interno della Sicilia: Nebrodi e Madonie. La prima citazione, ad un cane di tipo molossoide simile al Cane di Mannera, è negli scritti di Ninfodoro di Siracusa (IV - III secolo a.C.), così come riferisce l'erudito e filosofo romano grande conoscitore della lingua greca classica Claudio Eliano (circa 170 – 235 d.C. Questi scrive, nel suo: De natura animalium, di cani sacri presenti numerosi nei pressi del tempio di Adrano e del suo boschetto, che "...superano in grandezza e bellezza i cani molossi. e ancora “…senza fare alcuna distinzione tra stranieri o persone del luogo. Diverso è il loro comportamento durante la notte, quando essi accompagnano con grande benevolenza, a guisa di guida e scorta, quelli già ubriachi e coloro che non si reggono in piedi lungo il cammino, riconducendoli ciascuno alla propria casa. Fanno però espiare il giusto castigo a coloro che, nell’ubriachezza commettono empietà: Difatti li assalgono e lacerano la loro veste, e tal punto li fanno rinsavire. Ma sbranano in maniera crudelissima coloro che provano a rubare."


Nel corso del Raduno, finalizzato alla ricognizione della popolazione esistente e propedeutico all'istituzione di un libro genealogico aperto, primo passo per il riconoscimento di razza, ove ammettere come capostipiti i soggetti ritenuti più idonei per fissare rapidamente la razza, una Commissione di Giudici nominata dall’ENCI procederà all’esame morfologico ed alla misurazione dei soggetti che verranno presentati, per relazionare la Commissione Tecnica Centrale presso l'ENCI che valuterà, infine, se la quantità e la qualità dei soggetti disponibili è sufficiente a tentare il recupero e la fissazione della razza secondo criteri zootecnici moderni prescritti dalla FCI (Federazione Cinologica Internazionale).

I vertici dell'Associazione Cinofila "Samannara", ovvero il Presidente Florindo Arengi ed il Vice Presidente Salvo Tripoli, non nascondono la loro soddisfazione per il risultato raggiunto e dovuto in larga parte alla collaborazione con il Prof. Luigi Liotta, docente presso la Facoltà di Veterinaria dell'Università di Messina, con cui sono stati effettuati i rilevi morfologici indispensabili alla redazione dello "standard provvisorio" della razza. Inoltre, ci tengono a sottolineare come il Raduno del prossimo 11 maggio non rappresenti assolutamente "il punto di arrivo" dell'iter di riconoscimento ufficiale della razza bensì solamente "il punto di partenza".

La Commissione di Giudici sarà costituita da Salvo Tripoli (estensore dello standard provvisorio assieme a Dino Miceli, Florindo Arengi e Luigi Liotta) Antonino La Barbera, Riccardo Di Carlo, coordinati dal Prof. Nicola Iannelli, in rappresentanza della CTC e docente del Dipartimento di Veterinaria. 

La finalità dell'Associazione Cinofila "Samannara" è la salvezza della popolazione canina autoctona siciliana Cane di Mannara che viene attualmente considerata critica in base alle categorie di rischio FAO. I metodi di salvaguardia sono comuni a quelli usati per salvare altre specie e iniziano dal censimento dei soggetti rustici impiegati in zootecnia. Inoltre viene utilizzato il calcolo di alcuni indici biometrici ed il prelievo individuale di campioni di sangue allo scopo creare una banca del DNA per esplorare la variabilità del cane e la sua distanza genetica rispetto ad alcune razze canine filogeneticamente a lui molto vicine ed ufficialmente riconosciute. Tali progetti sono ancora in corso ed i risultati saranno resi pubblici e presentati alla Comunità scientifica. Per queste attività Samannara si avvale, tramite specifiche convenzioni, della collaborazione delle Facoltà di Veterinaria delle Università degli Studi di Messina e Federico II di Napoli.

"La nostra missione però non è solo zootecnica o ecologica - spiega l'Associazione - ma principalmente culturale e storica, perché il Cane di Mannara è la nostra memoria. La sua storia è la storia di tutti i popoli che si sono affacciati ed hanno navigato nel Mediterraneo sin dall'età del bronzo. Il nostro cane è un testimone del tempo. Se riusciamo a capire ed a comunicare questo concetto, forse evitiamo che esso venga manipolato ad uso e consumo degli umani appetiti". 

Per info e iscrizioni al raduno: segreteria@canedimannara.org



Antonella Di Pietro


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