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COSE PROIBITE DI SICILIA E D’ITALIA


Sarà prossimamente in distribuzione il volume “Cose erotiche e proibite di Sicilia e d’Italia” di Mimmo Mòllica, uno studio mai fatto prima intorno a sesso e letteratura erotica e licenziosa.



Una raccolta che attinge al vasto repertorio popolare e tradizionale della canzone e della poesia scurrile ma pure alla letteratura erotica, avente come argomento principale temi esplicitamente legati alla sessualità, al sesso e all'amore fisico. E' inimmaginabile pensare che ciò sia fine a se stesso, se non ad approfondirne i contenuti spirituali e filosofici. "Non riteniamo minimamente necessario distinguere tra erotismo e pornografia, né tra letteratura audace, azzardata ed erotismo. L'erotismo non obbliga ad alcuna descrizione dell'atto sessuale in sé". La differenza tra erotismo e pornografia...

Da Euripide a Sofocle, parecchi autori latini hanno lasciato composizioni e scritti di carattere erotico e sessuale. Tra questi spicca certamente Catullo, assertore della passione sessuale come valore fondamentale dell'uomo. Ovidio celebra l'amore e la sensualità nella sua opera, soprattutto con l'Ars amatoria, considerato il "capolavoro della poesia erotica latina".

"Il sesso è il lirismo del popolo", scriveva Charles Baudelaire. E Antonio Gramsci andava oltre affermando: "In principio era il verbo. No, in principio era il sesso". Charlie Chaplin era meno convinto che il sesso fosse al primo posto tra i bisogni primari dell'uomo: "A differenza di Freud io non credo che il sesso sia la cosa più importante. È più facile che incidano sulla psicologia il freddo, la fame e la vergogna della miseria"

Giuseppe Pitrè, medico, letterato e fondatore della scienza folkloristica in Italia, a proposito del sesso nei canti siciliani e nella letteratura oscena, era dell’idea che “l’uomo va osservato in tutte le sue concezioni e in tutti i suoi aspetti, non meno che in tutte le sue passioni”. Egli era convinto che fosse necessario “uno studio mai fatto, ma da farsi, intorno al sesso nei nostri canti e uno studio etnico della letteratura oscena”. Tra gli indovinelli che il Pitrè raccolse ce ne sono di pruriginosi, allusivi della sfera sessuale, e sono distinti a seconda del loro tasso di licenziosità, in onesti e osceni.

Nel suo patrimonio culturale e tradizionale, del resto, la Sicilia e l’Italia annoverano un significativo repertorio di composizioni, canzoni e strofe a sfondo erotico o licenzioso. La canzone erotica è una composizione assai diffusa e presente in ogni latitudine geografica e culturale, antica e moderna. Attraverso il recupero e lo studio di queste licenziosità è possibile osservare lo spirito del tempo, quando alla donna era riconosciuta la massima dignità di madre, sorella e moglie ma non proprio quella di donna. Fuori da questi sacri ruoli, tanto la donna libertina quanto quella virtuosa erano spesso oggetto di scherno, di vituperio e perfino di rabbiosa critica. 

Dice Mimmo Mòllica, autore del volume “Cose erotiche e proibite di Sicilia e d’Italia”: “Ho pensato di pubblicare strofe, composizioni e canzoni con l’intento di contribuire alla conservazione e diffusione di un repertorio che rischia di sbiadire, se non di essere cancellato per sempre. Si tratta di canzoni, strofe, poesie e citazioni di carattere schiettamente erotico e sessuale, senza veli né censure. Chi leggerà non avrà difficoltà a credere che la volgarità non è l’intento, ma come rinunciare a un repertorio che porta in sé un così rilevante valore? E allora, vi presento l’uomo in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue stagioni…”


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