Una tavola rotonda con operatori istituzionali e professionali all’insegna di future sinergie e un workshop al Labforma di Spadafora. Riflettori puntati sui fondi comunitari 2014-2020 per la valorizzazione delle risorse culturali.
Si è tenuto ieri, negli spazi del nuovo “Laboratorio Forma”, il “Museo-scuola-laboratorio” allestito dal Comune di Spadafora con fondi Po Fers, il workshop “Beni culturali e cultura del tempo reale”. La tavola rotonda ha permesso di puntare i riflettori sull’innovazione culturale e tecnologica, in Sicilia, negli ambiti connessi alla creatività ed all’ingegno. In linea con la volontà di proporre questo palazzo della Cultura, dotato di sofisticate strumentazioni, come “impresa culturale e creativa” è stata posta l’attenzione sulla “cultura del tempo reale” e sulla programmazione strategica in tema di fondi comunitari 2014/2020 che è rivolta alla valorizzazione delle risorse culturali. Presenti alcune classi del liceo artistico, indirizzo “Design della Ceramica” e del liceo scientifico “Galileo Galilei”, entrambi di Spadafora.
All’incontro, coordinato dall’ideatore del “Labforma” e direttore dell’esecuzione Ranieri Wanderlingh, presentato dal supervisore del progetto e consigliere comunale Antonio D’Amico, hanno partecipato operatori professionali. In particolare, sono intervenuti, in qualità di relatori, l’arch. Mirella Vinci della Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina; la prof. Delfina Guidaldi, dirigente dell’Istituto “Renato Guttuso” di Milazzo, sezione coordinata il liceo artistico di Spadafora; il prof. Rosario Abbate, dirigente dell’Istituto “Francesco Maurolico” di Messina con sede associata il “Galilei” di Spadafora; l’ing. Fabio Porcino dell’Ordine degli Ingegneri di Messina; l’arch. Renato Arrigo, l’arch. ing. Giovanni Maimone, progettista, comune di Messina. In apertura è intervenuto anche il vicesindaco del comune di Spadafora Tania Venuto.
Ad aprire la tavola rotonda è stato Antonio D’Amico: "L’Amministrazione Comunale di Spadafora è particolarmente orgogliosa in quanto dopo cinque anni questa idea progettuale viene alla luce. Nel 2010 ci siamo trovati di fronte ad una struttura che doveva essere il museo dell’argilla, priva di un piano gestionale. Di conseguenza abbiamo pensato, seguendo le direttive della Comunità Europea, di realizzare un’ “impresa cultura e creativa” dove è possibile avere un confronto non solo generazionale, ma anche su idee innovative che possono prendere forma. Bisogna creare una squadra di professionisti in grado di portare a termine l’obiettivo di questo laboratorio. Intanto pensiamo di qualificare il territorio offrendo ai dirigenti scolastici dei licei che ci sono a Spadafora la possibilità di migliorare la loro offerta formativa, magari aggiungendo alcuni corsi. Vorremmo che le scuole che ci sono nel centro tirrenico presentino opportunità di crescita migliori per i ragazzi. La sala espositiva può ospitare mostre sulla ceramica, sull’arte. Un Museo Forma aperto al territorio. Poi abbiamo i laboratori con macchinari innovativi. È chiaro che gestire tale struttura non sarà semplice, però credo che l’Amministrazione Comunale di Spadafora sarà in grado di prendere questa sfida come un’opportunità di crescita per tutto il territorio con la possibilità di creare nuove professionalità, grazie all’aula didattica che abbiamo realizzato".
A presentare i relatori è stato Ranieri Wanderlingh che ha aggiunto: "E’ necessario unire pubblico e privato altrimenti non si realizzerà mai quella sinergia dove le istituzioni sono legate al territorio e all’economia reale. Ci occupiamo di arte, di design, di artigianato artistico e progettazione architettonica. Un insieme che potrebbe apparire di nicchia, ma la cultura è trasversale a tutti gli aspetti della vita, soprattutto in Sicilia ed al Sud. Questo laboratorio ha una valenza tecnica, ma anche di innovazione culturale. Da vent’anni l’ente pubblico, a vari livelli, è appiattato sulla tradizione, ma non si può ignorare la cultura del tempo reale. I giovani vorrebbero trovare le condizioni ideali per fare impresa. L’Unione Europea parla di “impresa culturale”. Sulla gestione dei beni culturali antichi sono stati restituiti ben 80 milioni di euro. Deve funzionare la sinergia tra antico e moderno".
L’arch. Mirella Vinci, che ha seguito la progettazione del Pit 22 “La via dell’argilla” da cui nasce anche il Museo dell’Argilla, ha attenzionato su “Paesaggio e Forma come bene culturale”: "È necessario pensare a delle strutture all’interno dei paesaggi, bisogna guardare il paesaggio che abbiamo alle nostre spalle. È un insieme di segni naturali dove agisce l’uomo, il segno umano lo trasforma. Nel nostro territorio sono presenti le cave, è un paesaggio che ha una sua identità, è un bene culturale a tutti gli effetti. La presenza di un paesaggio sottratto può diventare un valore aggiunto per una serie di iniziative, non bisogna abusarne, ma tutelarlo, valorizzarlo. I fondi europei 2014/2020 si focalizzano sui progetti per il recupero e sviluppo del territorio. I ragazzi, le comunità possono diventare protagoniste con allestimenti di arte, trasformazioni del paesaggio che portano economia al territorio. Anche le cave, non solo quelle dismesse, possono diventare un perfetto scenario di trasformazione artistica, opere d’arte".
La dirigente Delfina Guidaldi si è soffermata sul fatto che oggi non esiste più l’istituto d’arte, ma il liceo artistico, una differenza non solo nominale, ma sostanziale: "La presenza dei laboratori è caratterizzante. Tali attività sono connesse a quelle produttive e del territorio. Si riconosce la facoltà di stipulare delle intese. Ed in relazione al titolo del suo intervento “Esperienze professionalizzanti e territorio” ha aggiunto: Gli stage prima erano di esclusivo patrocinio degli istituti professionali, sebbene il nostro istituto abbia sempre abbracciato questa modalità di fare didattica, l’esperienza diretta in azienda era comunque una nostra caratteristica. Oggi abbiamo avuto un grande impulso nell’alternanza scuola-lavoro, disciplinata da una specifica legge, che è diventata una nuova modalità di fare insegnamento. Ad ogni modo tale esperienza è difficile, spesso scuola e lavoro non si parlano. Invece, devono dialogare per favorire l’occupazione, è l’ultima opportunità".
Il preside Rosario Abbate ha approfondito il tema della “Attualizzazione della didattica e stage formativi”: "Con la nuova riforma della scuola diventa obbligatorio per i licei fare 200 ore di alternanza scuola-lavoro. Trovare delle strutture come Labforma che si avvicinano alle scuole per cercare di realizzare dei partenariati è molto importante. Credo che sia una delle poche realtà a livello siciliano. Entro il 15 gennaio dobbiamo fare il Pof triennale, realizzare delle forme di partenariato, la progettazione dei prossimi tre anni è legata a questo. Dobbiamo capire come inserire questa struttura nel nostro piano di offerta formativa".
Per quanto riguarda l’Ordine degli Ingegneri di Messina è intervenuto l’ing. Fabio Porcino con “Nuove tecnologie per il rendering progettuale”: "Per la prima volta si realizza un progetto innovativo, il Labforma. Ormai si è passati dalla progettazione bidimensionale a quella tridimensionale che ha cambiato completamente il modo di presentare i progetti. Un nuovo passo che porta innovazione nel campo della progettazione, con enormi vantaggi. Si riesce a vedere meglio un particolare architettonico e se ci sono delle cose che non vanno si possono modificare, rispetto ai costi del plastico di una volta".
A seguire ha preso la parola l’arch. Renato Arrigo con “Beni culturali, architettura contemporanea e design”: "Il design non è idea, è quello che sa interpretare la realtà, è un traduttore, sta tra una promozione ed il marketing aziendale; tra un oggetto e l’utenza, tra l’idea ed una macchina. Il design deve interpretare noi. Si è passati da un concetto di design che sintetizzava un consumismo cieco, fine a se stesso, ad un consumismo consapevole, alla ricerca di un coinvolgimento emotivo. In questo senso il bene culturale è importante perché riesce a contenere un patrimonio. Non basta l’idea, bisogna saperla ancorare al mercato, allo studio dei materiali, alla praticità di utilizzo, alla produzione industriale. Il bene culturale deve interagire con il design e se diventa l’anima, quell’esperienza emotiva, si riesce a trovare quella coniugazione tra patrimonio storico e paradigma industriale".
Infine, l’arch. ing. Giovanni Maimone, progettista del Comune di Messina si è concentrato su “Il progetto tra tradizione e innovazione”: "In particolare, ha posto l’attenzione sul difficile percorso relativo all’ampliamento del cimitero monumentale di San Filippo, a Messina. Ha illustrato con alcune immagini il progetto, in via di ultimazione, spiegando come un progetto moderno si possa legare armonicamente a delle strutture realizzate in epoche passate e come sia importante l’inserimento di opere artistiche all’interno di architetture moderne".