A quasi 10 mesi dalla scomparsa, sabato 22 agosto, nella suggestiva Chiesa sconsacrata del Quattrocento della SS. Trinità di Monforte San Giorgio, è stato celebrato il compianto cantautore siciliano Salvatore Trimarchi, autore di "In fondo al Viale" e di altri successi, in una serata da ricordare tra musica e poesie.
Dopo il successo del Convegno e della Mostra al Castello di Spadafora, in provincia di Messina, dello scorso giugno, che ha mostrato come il patrimonio in parole e note di Salvatore Trimarchi merita una rinnovata e approfondita attenzione filologica, è la volta di Monforte, che ha dato i natali al cantautore e dove ha trascorso molti anni della sua vita, di omaggiare in modo originale l’uomo e l’artista Trimarchi. Una Chiesa sconsacrata del Quattrocento, di grande suggestione, in cui il cantautore avrebbe dovuto esibirsi lo scorso anno, ha accolto una prima parte retrospettiva composta da video, performance e parole e una seconda parte con musica dal vivo eseguita da alcuni dei musicisti più vicini all’artista negli ultimi decenni. Un omaggio poetico fatto di musica, immagini e parole, per un poeta vero che ci ha lasciato lo scorso ottobre.
Direttore artistico e conduttore d’eccezione l’ex cantante dei Gens, il “baronetto” Filiberto Ricciardi che, a distanza di 45 anni dal grande successo di In fondo al viale, canzone dedicata a Messina, nata dall’estro artistico di un giovane Trimarchi in attesa del tram alla fine del Viale San Martino dopo il consueto schitarrare tra compagni di musica in un bar della città, sente il desiderio di lavorare ancora una volta con Salvatore, di “farci un evento insieme”. Come ai vecchi tempi, come successe quando Salvatore con pochi spiccioli e “un bagaglio pieno di sogni” ebbe il coraggio di lasciare la Sicilia con un biglietto di sola andata con destinazione Roma per ottenere qualche ingaggio e finire a fare da faro, per stessa ammissione di Ricciardi, per tutti i musicisti che sognavano un disco che scalasse le hit parade. Così l’ex voce dei Gens ha introdotto una scelta di pezzi-chiave dell’immenso repertorio del grande poeta messinese, accompagnati da un commento video, non mancando di rivolgersi allo stesso Salvatore, per sottolineare come il suo patrimonio di parole e musica, il suo esempio di vita tra libertà, coraggio e poesia non sono morti né mai moriranno, se sapremo farli nostri e trasmetterli.
Serata magica, quindi, “Semplicemente Poeta”, malgrado il rischio pioggia: un pubblico trasbordante, commosso, coinvolto e attento, un succedersi di momenti performativi inediti, come l’interpretazione di Leggiadra, incisa da Gianni Davoli, con i movimenti aggraziati di Silvia Chiara e le coreografie di “Lula Centro Danza”. O la mitica In fondo al viale con la splendida “voce bianca” del dodicenne Giuseppe Milazzo, tenero e fiero, emerso dal “Village music lab.” del maestro Vincenzo Capasso, che ha dato il via alla serata. A seguire una passerella di cantanti giovani e meno giovani, tutti ad interpretare pezzi del cantautore anche meno noti.
Con la cornice musicale frutto degli strumenti di Giovanni Sciotto (chitarra), Natale Balducci, detto Baldo (chitarra), Giuseppe Cirino (violino) - che ci hanno rifatto ascoltare Resta insieme a noi e Oh stella -, Francesco Vadalà (tastiera), Pippo Adorno e Stefano Sgrò (batteria), Roberto Villari (basso), Renato Villari (chitarra elettrica), a cui si deve una magistrale interpretazione per sola chitarra elettrica di E passa u tempu. Abbiamo ascoltato anche Sono una donna, scritta espressamente per la cantante Nuccia La Cara e dalla stessa interpretata, l’irridente strale Miricani, cantato con la consueta grinta da Valeria Rigano, e ancora, Cussì, tradotta e interpretata da Ivana Alicò, e Noi due insieme, cantata da Carmen Cosenza ed incisa da Orietta Berti nel 73’, quarto posto a Canzonissima.
Ma l’interprete che più ha incantato il pubblico è stata forse la giovanissima Adriana Giuffrè, che ha proposto con voce d’usignolo e modi spontanei l’indimenticabile E se solo. Altri due classici, Stasera ho una donna pure io e Non arrenderti mai, sono stati interpretati rispettivamente da Francesco Vadalà e Stello Rodilosso. Nell’epilogo, ancora una chicca: Ricciardi, tenore da un trentennio, accenna una strofa di E vui durmiti ancora, canzone cara anche a Trimarchi. Infine, non potevano certo mancare Figghiu di ‘stu mari e Jo spirito libero, probabilmente i due testamenti poetici più importanti del cantautore: la prima offerta al pubblico in un intenso cantato-declamato da Vadalà e la seconda interpretata coralmente da tutti i cantanti e i musicisti della serata.
Oltre alla famiglia di Salvatore Trimarchi era presente all'evento il sindaco di Monforte San Giorgio, Giuseppe Cannistrà, che ha voluto fortemente questo momento e che ha manifestato la ferma volontà di ricordare il cantautore ogni anno.