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MADONNA DELLA LETTERA, PATRONA DELLA CITTA' DI MESSINA - PROCESSIONE E CENNI STORICI

Madonna della Lettera, Patrona di Messina

Fervono i preparativi per la Processione del Simulacro in argento, opera dello scultore messinese Lio Gangeri, niellata dal romano Pietro Calvi,  che si svolgerà martedì 3 giugno alle ore 18:00, in occasione della festività della Madonna della Lettera, protettrice della Città di Messina, organizzata dall'Arcidiocesi di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela, in collaborazione con il Comitato Cittadino Maria SS. della Lettera, fondato da:  Nino Di Bernardo, Elio Tavilla, Antonio Tavilla, Fortunato Marino, Antonio Morganti, Angela Rizzo Faranda, Marco Grassi, Giovanni Giliberto, Antonio Gallo e Piero Chillè.

A tal scopo il Comitato Cittadino invita tutti i messinesi che abitano sul percorso della processione di addobbare i balconi per la Solennità della Madonna della Lettera del 3 giugno. Inoltre, il Comitato ha già provveduto a collocare l'anno scorso i 15 nuovi drappi con il nuovo stemma che identificherà Messina come città mariana, tratto da un antico stemma cittadino e recentemente rielaborato. La processione sarà preceduta, alle ore 11:00 del 3 giugno, dal Solenne Pontificale presieduto da S. E. Mons. Calogero La Piana, Arcivescovo di Messina, che avrà luogo nella Basilica Cattedrale, Duomo di Messina.

Messina può vantare un primato molto particolare: è una delle poche città al mondo a testimoniare un forte legame con la Vergine Maria. Un importante vincolo che la lega alla Madre di Cristo da molti secoli e che indubbiamente è stato uno stimolo per risorgere sempre con coraggio dalle proprie ceneri, causate dalle tante distruzioni naturali ed umane, proprio come la mitica Fenice. Lo Stretto legame si fonda su una pia e antica tradizione che si perde nella notte dei tempi e che si tramanda di generazioni in generazioni. Molte volte nei secoli tale tradizione è stata fortemente contestata e criticata, soprattutto dalle altre città siciliane, i messinesi hanno comunque sempre strenuamente difeso e recentemente, grazie ad alcuni inediti studi, sono stati ampiamente confermati i suoi fondamenti. 

La pia tradizione, narrata e confermata dai più illustri storici locali nei vari secoli, in particolare a partire dal Bonfiglio e Costanzo, racconta che intorno al 42 d. C. Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti, durante il viaggio che lo condusse in catene a Roma, dopo il famoso naufragio a largo di Malta e prima del suo approdo a Reggio come raccontano gli Atti degli Apostoli, fece una sosta a Messina. Molto probabilmente approdò forse in città nel porto falcato o a sud di Messina presso un antico scalo, importante in quel periodo storico e chiamato oggi appunto Cala San Paolo. In questa baia naturale, prossima alla spiaggia, si conserva un’antichissima Chiesa consacrata all’Apostolo e nelle immediate vicinanze è posta un’antica pietra miliare di epoca romana sulla quale, secondo una tradizione locale, San Paolo predicò. In questi luoghi egli poté parlare ad un certo numero di abitanti dell’antica Zancle, grazie probabilmente ad un nucleo cristiano già presente. Egli raccontò la vita, le opere e la buona novella di Gesù di Nazaret, senza dimenticarsi di sua Madre la Vergine Maria, ancora vivente in Terra Santa. Lasciata Messina, Paolo diede l’avvio sicuramente ad una forte comunità cristiana, che già prima del suo fugace passaggio aveva già mosso i primi passi. Secondo la tradizione prima di partire l’Apostolo consacrò il primo Vescovo di Messina, un pio e saggio uomo di nome Bacchilo. Nei cristiani messinesi, dopo l’incontro con Paolo, maturò il desiderio di inviare dei rappresentanti della città convertita a visitare i luoghi santi e a rendere omaggio alla Vergine Maria. 

In quel tempo il porto di Messina, conosciuto fin dall’antichità, era un brulicare di navi provenienti da ogni angolo del Mar Mediterraneo e non costava nulla imbarcarsi in una di esse e veleggiare velocemente verso il Medio Oriente. Così quattro messinesi della comunità cristiana, Girolamo Origgiano, Marcello Bonifacite, Brizio Ottavio ed il Centurione Mulè, partirono a nome della città alla volta della Giudea. Dopo aver visitato i luoghi che videro i momenti più importanti della vita di Gesù, si diressero presso la casa di Giovanni, ove si incontrarono con Maria. La Madre di Cristo, secondo la pia tradizione, accolse gli ambasciatori messinesi molto benevolmente e si rallegrò per la loro conversione. Al termine del lungo colloquio Maria fece scrivere una lettera diretta all’intera città in cui esprimeva la sua felicità per la Fede abbracciata e assicurava la sua materna e perpetua protezione. Secondo la tradizione questo incontro si svolse a Gerusalemme il 3 Giugno del 42 d. C. Appena ebbero la possibilità, esultanti e pieni di gioia, gli ambasciatori si imbarcarono alla volta di Messina e dopo qualche mese, l’8 Settembre, giunsero in città portando con se la Sacra Lettera accolti da grandi festeggiamenti per quel vincolo che ormai legava indissolubilmente la Città alla Vergine Maria. Si stabilì subito che il giorno dell’arrivo in città degli ambasciatori fosse consacrato alla festa della Vergine Maria sotto il particolarissimo titolo di Madonna della Sacra Lettera, eletta protettrice e custode di Messina. Tale episodio è un raro esempio nella storia del cristianesimo in cui il Santo Patrono di una città sceglie personalmente il suo patrocinio invece di essere scelto.

Nei secoli i messinesi sono stati sempre molto legati alla loro celeste Patrona Maria Vergine della Sacra Lettera con grande orgoglio e devozione. Al commovente grido di Viva Maria gli abitanti della Città dello Stretto hanno sempre iniziato le grandi rivolte come quella antispagnola del 1678 o quelle risorgimentali del 1847-48. La Madre di Cristo è stata anche da sprono nei momenti di dura difficoltà che la città ha subito nella sua lunga e gloriosa storia, si ricordano le tante pestilenze che hanno funestato ogni secolo, i grandi terremoti dell’11 Gennaio 1693, del 5 Febbraio 1783 e del 28 Dicembre 1908, i terrificanti bombardamenti anglo-americani del 1943 che mieterono tantissime vittime innocenti. In questi tristi episodi “a Matri ‘a Littra” è stata sempre, nel cuore dei messinesi, sostegno e motivo di rinascita. Numerosi sono gli interventi miracolosi a lei collegati che anche gli storici narrano. Ricordiamo durante la Guerra del Vespro l’apparizione sul Colle della Caperrina della Dama Bianca che con il suo candido manto difese le mura della città dagli attacchi angioini, inoltre il miracoloso volo, sempre sul Colle della Caperrina, di una colomba sul luogo dove la Madonna voleva fosse eretto un santuario. Si racconta anche dell’apparizione della Vergine, intorno al XV secolo, nelle campagne di Curcuraci, villaggio prossimo a Messina, in difesa della città dalle ire del Figlio, per non parlare del ripetuto e miracoloso arrivo di vascelli carichi di grano in occasione di varie carestie. Da segnalare anche i miracolosi arrivi dal mare delle icone della Madonna di Dinnamare e della Madonna della Scala. Tali ed altri numerosi episodi rendono effettivamente Messina città mariana.

Molti sono i dipinti, gli argenti, i monumenti in onore della Patrona, tra i quali spicca la colossale stele marmorea, eretta negli anni '30, posta all’ingresso del porto sul cinquecentesco Forte San Salvatore, per volontà dell’Arcivescovo del tempo S. E. Mons. Angelo Paino. Particolari le rinomate feste secolari che cadevano ogni qualvolta che il secolo terminasse con il 42. Quelle del 1642, del 1742 e del 1842 rimasero famose e narrate dai numerosi visitatori e viaggiatori stranieri per i grandi apparati scenici, per le fontane erette per l’occasione e per i grandi festeggiamenti cui non mancarono mai Viceré e Sovrani del tempo. Grazie a questo forte legame, soprattutto nei secoli passati, immagini della Madonna della Lettera si ritrovano in varie parti della Sicilia, dell’Italia ed anche del Mondo. Realizzate o portate in gran parte dagli stessi messinesi, sono simboli di questa forte devozione mariana. Esempio significativo è la singolare commissione di un quadro alla Madonna della Lettera da parte di uno dei più celebri messinesi, l’architetto Filippo Juvarra o Juvara. Egli, trasferitosi definitivamente in Piemonte, decise di far realizzare in una chiesa di Torino a Corrado Giaquinto un grande tela raffigurante la Vergine Maria per mantenere un legame con la sua città natale e la sua Celeste Patrona. Innumerevoli i dipinti sparsi nelle principali città della Sicilia posti tutti ove erano presenti comunità peloritane, come il dipinto realizzato a Roma dal Pomarancio, ancora oggi venerato dalla comunità messinese della capitale presso la Basilica di San Pietro in Montorio. Molti di questi dipinti venivano donati dal Senato di Messina per sancire una alleanza, infatti, soprattutto nel Settecento, da Messina furono inviate numerose fedeli riproduzioni dell’immagine venerata nel Duomo ad altre città siciliane.

Un’altro aspetto della devozione alla Celeste Patrona è l’istituzione, a partire dal Seicento, di numerose confraternite a lei intitolate, come: la Congregazione degli Schiavi della Madonna della Lettera sotto il Duomo, la Congregazione della Madonna della Lettera ai Messinesi al Borgo San Leone e la Confraternita della Madonna della Lettera dei Macellai. Un’altra peculiarità che testimonia il forte culto dei messinesi verso la loro Patrona sono le cosiddette medaglie ombelicali. Queste venivano conservate in ogni famiglia ed al momento della nascita venivano applicate sull’ombelico appena reciso e fermate da una apposita fascia in tessuto colorato, larga circa venti centimetri e lunga quasi due metri. La funzione loro attribuita era quella di evitare l’insorgere dell’ernia ombelicale, rischio frequente nel neonato. A tale scopo il rovescio della medaglia era perfettamente levigato ed il peduncolo in cui era inserito un anello destinato al nastro era ritorto in avanti onde evitare di irritare la pelle delicata del nascituro. Messina, che con la sua Zecca dimostrò sempre capacità nella lavorazione minuta dei metalli e fiorente fu sempre l’attività delle botteghe di orafi ed argentieri, ha ideato questo originale tipo di medaglia a carattere devozionale costituendone una sorta di peculiarità della Città dello Stretto. L’uso che dagli esemplari più antichi può farsi risalire al XVI secolo fino al secondo dopo guerra per scomparire rapidamente nell’arco di una o due generazioni. La figura più ricorrente è quella della Madonna della Sacra Lettera ma non mancano le rappresentazioni di altre figure sacre fortemente radicate nel territorio (Franz Riccobono, Le Medaglie Messinesi, Messina 2000).

La devozione dei messinesi alla loro Patrona era testimoniata anche dalla numerosa presenza, soprattutto prima dell’immane disastro del 28 Dicembre del 1908, di numerose ed importanti edicole votive stradali poste lunghe le principali arterie cittadine e di altari a lei dedicati nelle numerose Chiese del Centro Storico. Per le edicole stradali gli storici locali, ma in particolar modo Gaetano La Corte Cailler, ricordano fra le più importanti quella posta sulla Via San Camillo nel Palazzo del Barone La Corte con in alto un dipinto della Madonna della Lettera e sotto quelli della Predicazione di San Paolo, di San Placido e di San Gaetano, tutte opere del pittore messinese Giovanni Tuccari. Inoltre vanno ricordate quella posta in Via Porta Real Basso con un grande altare in marmo con colonne eretto nel 1657 che conservava un grande quadro della Protettrice e quella posta sul Corso Cavour, vicino alla Fontana di Gennaro, sull’angolo nord-est del Palazzo dei Principi Brunaccini di San Teodoro cui si celebrava perfino la festa con apparati e musica e che miracolosamente si salvò dal disastro del 1908 e quindi rimontanta intorno agli trenta più o meno sul luogo ove si trovava in origine. Particolarmente interessanti erano quelli posti all’inizio del Corso Cavour presso l’attuale Piazza Seguenza, già Santa Maria La Porta nei pressi dei quali sorgeva la Fontana dei Quattro Cavallucci, e quella posta nel Corso Cavour poco distante la Chiesa di San Nicolò dei Gentiluomini dei Padri Cistercensi.

Per le Cappelle presenti nelle varie Chiese di Messina senza dubbio va ricordata quella situata nella Chiesa di Santa Maria dell’Alto Basso ove si conservava un antico quadro gestito dalla stessa Confraternita di Santa Maria dell’Alto Basso. Nella Chiesa del Monastero Benedettino di Santa Maria Maddalena della Valle di Giosafat si trovava un antico dipinto proveniente dall’antica Chiesa di San Paolo che sorgeva sul luogo ove l’Apostolo sbarcò e predicò ai messinesi. La Chiesa di San Nicolò dei Greci custodiva un antica tavola rinvenuta miracolosamente all’interno della stessa Chiesa e oggetto di grande venerazione. La vergine nel dipinto reggeva in mano proprio una lettera con il testo in greco. Nella Chiesa del Monastero di San Paolo vi era un antico quadro oltre la grande tela raffigurante l’ambasceria e commissionata al Catalano. Nella Chiesa del Monastero di Montevergine vi era un quadro di Letterio Paladino andato distrutto dopo il terremoto del 1908. Ed infine nella Chiesa del Monastero di Santa Caterina vi era un bell’affresco opera di Antonio e Paolo Filocamo rimasto incolume dal terremoto ma andato perso nella demolizione di ciò che rimaneva della Chiesa. Non mancavano immagini di un certo pregio della Madonna della Lettera anche nelle grandi Collezioni Private delle più aristocratiche famiglie messinesi. Di queste importanti pinacoteche rimangono solo gli elenchi dove si può notare una assidua presenza di dipinti dedicati alla Patrona almeno uno a raccolta, come nella celebre Collezione del Principe Antonio Ruffo della Scaletta o nella ricca Galleria della Famiglia Brunaccini di San Teodoro o dei Marullo di Condojanni o dei Arenaprimo di Montechiaro.


La Processione, che partirà il 3 giungo alle ore 18:00 da piazza Duomo, percorrerà corso Cavour, le vie T. Cannizzaro e Garibaldi, carreggiata lato monte, via I Settembre e piazza Duomo. Pertanto, martedì 3 giugno, vigerà il divieto di transito, per il tempo strettamente necessario al passaggio della statua argentea della Madonna della Lettera, sul corso Cavour, nel tratto compreso tra piazza Duomo e via T. Cannizzaro; e nelle vie T. Cannizzaro, tra corso Cavour e Garibaldi; Garibaldi, carreggiata lato monte, tra T. Cannizzaro e I Settembre, e I Settembre, tra via Garibaldi e piazza Duomo. Dalle ore 8 alle 24, sempre di martedì 3 giugno, sarà vietata la sosta nell'area di parcheggio compresa tra piazza Duomo e il corso Cavour, ed in via I Settembre, lato sud, tra piazza Duomo e via Garibaldi. Per consentire il passaggio della processione, saranno aperti i varchi, con rimozione dei paletti dissuasori, in piazza Duomo, lato via I Settembre e corso Cavour. L'Atm ha disposto che, in concomitanza della festività del 3 giugno, i percorsi degli autobus subiranno variazioni a partire dalle ore 17.30sino a fine servizio. Le linee dirette in periferia e nei villaggi nord transiteranno dal Cavallotti, via I Settembre, a destra via Garibaldi e percorso regolare; al ritorno, giunti sulla via Garibaldi proseguiranno lungo il corso Cavour, a sinistra di viale Boccetta, a destra via Vittorio Emanuele, Dogana, a sinistra di via I Settembre e stazione centrale. Quelli diretti sempre in periferia, ma nei villaggi sud, transiteranno dal Cavallotti, via La Farina, viale Europa - rotatoria Zaera e percorso regolare. Gli autobus delle linee 15 e 30, in partenza dal Cavallotti, transiteranno lungo la via I Settembre, a destra via Garibaldi e percorso regolare, al ritorno dala via Garibaldi percorreranno il corso Cavour, a sinistra viale Boccetta, a destra via Vittorio Emanuele, Dogana, a sinistra vie I Settembre e La Farina, viale Europa, rotatoria Zaera e percorso regolare. Le linee 2 e 79 per le corse delle ore 22.20, da Cavallotti, effettueranno regolare percorso. Nel villaggio di Camaro Superiore, per consentire l'accensione dei giochi pirotecnici nello spazio antistante l'edicola della Madonna della Lettera, in via Comunale Camaro, dalle ore 13 alle 14, saranno viatati la sosta, il transito veicolare e pedonale, per un raggio di 30 metri. 



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