Povero Renato Brunetta, ce l'hanno tutti con lui, "esteticamente incompatibile con Venezia" aveva detto Gino Strada ed ora anche Dario Fo "per fare il ministro gli serve il seggiolino". Il premio Nobel per la Letteratura, nella trasmissione radiofonica La Zanzara, non si risparmia e rincara la dose: "La prima cosa che faccio, quando giura da ministro, è cercare un seggiolino per poterlo mettere a livello, all'altezza della situazione. Sarebbe una gentilezza che si fa a Brunetta, e alla società, per non avere l'angoscia di vedere qualcuno che non ce la fa. Il cervello di Brunetta, quello si che è ancora più piccolo."
Ormai senza freni, Fo parla anche di Renato Schifani: "Il cognome è onomatopeico, dentro il suo nome c'è già tutto, il rifiuto e il senso di angoscia e di repulsione per queste persone. Con questi al governo mi hanno copiato delle scene intere del Mistero Buffo".
Difende, invece, Romano Prodi e la sua mancata elezione per colpa dei 101 franchi tiratori del Pd: "Hanno fatto una cosa indegna perché dovevano dirlo prima: non si può applaudire e poi sparare bordate sul partito. E’ stato un gioco al massacro! Quelli che hanno affossato Prodi sono degli zozzoni, dei vigliacchi, dei maledetti e dei bastardi per la situazione in cui ci hanno messo. Sono abili distruttori della parola data. Il vero scopo del governo Pd e Pdl è quello di salvare il Pd, un fabulazzo osceno, dalla sbandata in cui si ritrova e salvare dalla galera, o dall’esilio, Berlusconi. L’unica cosa che importa è che Berlusconi sia salvo".
Antonella Di Pietro©
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