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MARIO INCUDINE APRE IL TINDARI FESTIVAL 2025

Primo appuntamento con Mario Incudine che, stasera 4 luglio, alle ore 21, porta in scena al Teatro Greco di Tindari "Archimede. La soli...


Primo appuntamento con Mario Incudine che, stasera 4 luglio, alle ore 21, porta in scena al Teatro Greco di Tindari "Archimede. La solitudine di un genio" nell'ambito della rassegna Tindari Festival 2025 che proseguirà fino al 30 agosto.


Un debutto potente della 69esima edizione del  Tindari Festival, affidato alla voce e al carisma del nuovo direttore artistico per raccontare la solitudine come forma di genio e la diversità come valore  Un viaggio poetico e potente nella mente di Archimede di Siracusa nelle ore che precedono la morte, dove scienza e cuore si intrecciano, tra ricordi, invenzioni, solitudine, genialità e amore. Un dialogo con la storia, tra verità e leggenda, tra dolore e scoperta. Archimede non è solo scienza, è uomo, anima, desiderio di giustizia. È un richiamo al presente, un testamento morale, una voce contro la barbarie.

Testo di Costanza DiQuattro. Con Antonio Vasta e Tommaso Garré. Regia Alessio Pizzech. Scene e costumi Andrea Stanisci. Assistente alla regia Tommaso Garré. Musiche di Mario Incudine eseguite dal vivo da Antonio Vasta. Produzione CTB Centro Teatrale Bresciano / La Contrada Teatro Stabile di Trieste / Teatro della Città | in collaborazione con Teatro Donnafugata. Produzione esecutiva A.S.C. Production Arte Spettacolo Cultura. 

SINOSSI 

Siracusa, 212 a. C. Mentre i romani assediano la città, un soldato, ignaro di diventare uno scomodo testimone della storia, entra in casa di Archimede. È l’ultima notte del grande matematico prima che la lama lucida del giovane romano possa penetrarlo ponendo fine alla sua vita. In un monologo irreale, che si trasforma in dialogo, il genio siracusano ripercorrerà, nel limbo che precede la morte, la sua vita, raccontando i dolori dell’uomo e la soddisfazione dell’inventore, sottolineando, tuttavia, la bassezza di chi, per ignoranza, stigmatizza. Lui, Archimede il matematico, l’inventore, il fisico è in verità un uomo solo, costretto ad abbandonare la donna che ama, a dimostrare ogni giorno di essere meritevole della sua fama, condannato, suo malgrado, a vivere il confine incerto tra la genialità e la pazzia! In un susseguirsi fantasioso di leggende e verità, di invenzioni e storia, Archimede racconta il mondo, le distanze incolmabili tra chi nutre un bisogno insaziabile di giustizia e chi si cela dietro le ipocrisie. Una storia senza tempo dunque, in cui l’inventore siciliano assurge a paradigma del presente e monito per il futuro.

NOTE DI REGIA di Alessio Pizzech

Il testo di Costanza DiQuattro è sorprendentemente attuale. In questo momento di odio e di guerra, di ricerca scientifica messa al servizio della distruzione di vite umane, le parole che Costanza affida ad Archimede risuonano come un  monito perché la bellezza, il pensiero che scaturisce dal sapere ed all’esperienza  della conoscenza, siano i soli strumenti per dare forma ad un futuro possibile. In questo lavoro di teatro/ canzone sono felice di condurre Mario Incudine in quel bilico meraviglioso tra parola detta e parola cantata che dà forza a questo viaggio nell ’interiorita’ più profonda di questo mito, di quel genio che è stato Archimede. Ne vogliamo così cogliere del protagonista tutte le suggestioni possibili, in un gioco di rimandi tra passato e presente, tra vita privata e la storia che ha attraversato l’esistenza del celebre matematico. Il testamento morale che Costanza Di Quattro costruisce, diventa un’affermazione di valori che appartengono alla cultura classica della Terra di Sicilia e che rappresentano la base su cui abbiamo costruito la civiltà occidentale ed Archimede in questo senso diviene simbolo di chi ha coraggio e determinazione per affermare il valore del rispetto dell’altro anche di fronte alla Barbarie. L’Archimede che vi proponiamo quindi dialoga con le nuove generazioni, e chiama loro ad un appello alla consapevolezza, a non chiudere gli occhi, a non addormentare le menti : non fare e non farsi del male. Un Archimede quindi profetico, che dal suo piccolo angolo di mondo ci invita a scoprire l’amore come unica vera sfida da intraprendere nella vita quasi che calcoli e razionalità non bastino di fronte alla più grande avventura : diventare Umani.

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