Scritto in italiano ed in un dialetto siculo dalla sapiente “metrica” che riesce a restituire toni ed accenti tipici della cadenza siciliana, “La borsa dell’avvocato” (Kimerik ed.- 2014), protagonista sabato 7 novembre, alle ore 17:30, del Caffè Letterario di “Spazio al Sud” nella deliziosa sala “Le Naumachie” dell’Hotel Isabella di Taormina, è il felice debutto nella narrativa del messinese Giuseppe Quattrocchi, da sempre impegnato nel settore della comunicazione.
Giallo ambientato nel dopoguerra in una Sicilia tentata dall’indipendenza, con una mafia che smette i secolari panni rurali per buttarsi a capofitto nel moderno grande “affaire” della ricostruzione, è l’intreccio ed il sovrapporsi di tante storie che si intersecano a Salici, paesino abbarbicato sulle colline della costa jonica messinese, dove i punti di riferimento sono quelli tipici della realtà siciliana degli anni ’50: piazza, chiesa, municipio, caserma dei carabinieri, bar. Ed il pettegolezzo ne costituisce la colonna sonora.
La sparizione di un ragazzino cresciuto senza il padre emigrato in Sud America ed una madre, disincantata da una vita avvezza ai compromessi, che sa esattamente a quale “importante” portone andare a bussare per saperne di più. In contemporanea, l’omicidio di un avvocato, faccendiere ed intrallazzatore, e la scomparsa della sua voluminosa borsa porta-documenti, preziosa custode di carte scottanti. E mentre in sottofondo, strisciante, aleggia il fantasma di un amore antico e proibito, nella realtà si impone la violenta arroganza della logica degli affari, con il nuovo mercato del mattone figlio della dichiarazione di edificabilità di terreni agricoli che lega il consenso di spregiudicati politici in carriera all’affluire, ingente, di un fiume di denaro in tasche mafiose.
Questi sono gli ingredienti-base che danno la stura all’intricata vicenda: una storia asincrona che si dipana tra intrighi e chiacchiere di paese, dicerie e fatti criminali, interessi che vengono da lontano e vendette che si consumano nel presente, smaliziati notabili ed ingenui parroci, corruttori e corrotti tutti a costituire le tessere di un complicato, coinvolgente, puzzle. Dove Bene e Male si contrappongono declinandosi in diverse sfumature ed i “cattivi” vengono superati dai “più cattivi”. All’implacabile maresciallo dei Carabinieri Santi Crisafulli, alla sua ultima indagine, il compito di indagare e, soprattutto, risolvere il caso “per rimettere le cose a posto” prima di andar via.
Forte di molteplici meccanismi narrativi, Giuseppe Quattrocchi in “La borsa dell’avvocato” riesce a coniugare abilmente il genere “giallo” alla descrizione, storica, di una società piegata dagli stenti della guerra, dall’emigrazione di massa e compressa dagli interessi voraci di famiglie “che contano”: una società pronta sì a punire chi non segue le ”regole” ma, allo stesso tempo, ligia al dettame di “portare rispetto” secondo l’atavico codice non scritto ma vigente da sempre. Scorrevole ed articolato, grazie all’abilità narrativa dell’autore che tratteggia vividamente personaggi e situazioni, il romanzo catapulta il lettore in una Sicilia dai tratti “camilleriani”, potendo quasi, dalle descrizioni, percepirne i profumi intensi ed i sapori forti, sotto quel sole, cocente ed implacabile, che domina incontrastato la scena.
La presentazione del libro di Giuseppe Quattrocchi, pubblicato da Kimerik - brillante realtà imprenditoriale siciliana nel difficile panorama dell’editoria indipendente - è condotta dalla giornalista Milena Privitera, organizzata dall’Associazione “Arte&Cultura a Taormina”, presieduta dalla giornalista MariaTeresa Papale, e sponsorizzata dall’Associazione Albergatori di Taormina, con il patrocinio del Comune di Taormina, Taormina Arte, Club Unesco Taormina, Valli d’Alcantara e d’Agrò, la partnership di servizio del “Gais Hotels Group” e la collaborazione dell’associazione culturale calabrese “Piazza Dalì”.