Sarà presentata martedì 17 novembre alle 10.30 presso la Sala Giunta di Palazzo dei Leoni (ex Provincia Regionale di Messina) la mostra “Caleidoscopio. Artisti contemporanei in Sicilia” che si svolgerà dal 20 novembre al 3 dicembre al Castello di Spadafora (Messina) nell’ambito della Rassegna “Contemporary Art in Sicily”, in corso dall’agosto scorso.
All’incontro con i giornalisti saranno presenti: Antonio D’Amico, consigliere comunale di Spadafora e supervisore di “Contemporary Art in Sicily”; Ranieri Wanderlingh, ideatore del progetto; Dario Russo, coordinatore artistico; il curatore della mostra, Gerardo Rizzo; gli autori delle opere in esposizione.
L’ottavo appuntamento della kermesse porrà l’attenzione su 13 artisti siciliani che, nelle sale del Castello, rifletteranno la vita e l’anima che pulsa nella loro terra, proprio come gli specchi all’interno di un caleidoscopio, irradiando forme e colori all’osservatore che si immerge in questa esperienza: da qui l’ispirazione del titolo attribuito all’evento.
Questi gli artisti selezionati per “Caleidoscopio”: Rosario Bruno, Momò Calascibetta, Piero Corpaci, Michele D’Avenia, Pippo Galipò, Pietro Mantilla, Mariella Marini, Franco Mineo, Enzo Rizzo, Salvo Russo, Sara Teresano, Delfo Tinnirello, Gaetano Tranchino.
“La mostra – dichiara Antonio D’Amico – dà la possibilità al visitatore di entrare in un territorio intimo in cui è possibile percepire lo spirito segnato da una terra madre e contribuire a creare un momento di riflessione sullo “stato di salute” dell’Arte Contemporanea Siciliana”.
“L’intento – puntualizza Ranieri Wanderlingh – è di spezzare l’isolamento della Sicilia dal contesto culturale nazionale, dando risalto alle validissime personalità artistiche che vivono nell’Isola, ma poi appartengono al mondo. Lo spirito principale del progetto è valorizzare gli attori della cultura e dell’arte contemporanea siciliana, troppo spesso lasciati soli dalle istituzioni”.
Secondo Dario Russo “Per chi riserva una parte del tempo contemporaneo che sta vivendo allo sguardo e alla meraviglia, c’è parecchio da sorprendersi nelle tele e negli oggetti contenuti in questo Caleidoscopio. Scorrono fluide le sale in continui rimandi di colori e forme, temi ed emozioni, lavori di persone di provenienza siciliana e destinazione universale”.
Gerardo Rizzo, riflettendo sulle svariate sfaccettature analizzate nell’esposizione, pone un’emblematica domanda: “Rimane da stabilire se di una scuola siciliana si può parlare anche a proposito della pittura e dell’arte in genere. E la mostra “Caleidoscopio” sembra suggerire di sì”. Di certo ci si può rifare a Vittorio Sgarbi, che rimanda all’idea di “sicilitudine” mutuata dalla letteratura”.