Continuano le attività dell'Associazione Proposta Turistica 3.0 per valorizzare il patrimonio culturale ed incentivare il turismo nella splendida Savoca, uno dei borghi più belli d'Italia, pieno di storia ed arte, ormai meta importante di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Da agosto 2015, Proposta Turistica 3.0 in collaborazione con l'Amministrazione Comunale è impegnata nell'accoglienza e nella promozione promozione turistica ed anche domenica prossima, 8 novembre, proporrà visite guidate dedicate ai turisti (in lingua inglese e spagnolo) ed alla cittadinanza interessata alla rilevante e variegata storia di questo territorio unico nel suo genere. Le visite come di consueto si terranno dalle ore 9,30 alle 17,30 con raduno all'Info Point di Piazza Fossia e partenze ogni 30 min. L'affascinante itinerario include la cinematografia de "Il Padrino" con tappa al Bar Vitelli, Piazza Fossia e vista panoramica, le Catacombe e la salita storica comprendente la Porta della Città, la Chiesa di San Michele, la Chiesa di San Nicolò, il Castello Pentefur e l'Auditorium.
Il contributo previsto per il servizio guida è di € 8/partecipante. Prenotazioni direttamente dalla pagina dell'evento: https://www.facebook.com/events/178298212513640/
Per ulteriori info contattare il responsabile (Antonino Sapienza) al numero mobile 347 9711320 o visitate su Facebook: "Proposta Turistica 3.0".
Su un colle bivertice, a 300 metri sul livello del mare, sorge il vetusto paese di Savoca, "Terra ferace di gagliardi ingegni". Città d'arte, dal 2008 è inserita nel circuito dei Borghi più belli d'Italia. Il paese, geograficamente, è racchiuso fra i torrenti Savoca e Agrò ai cui margini sorgono dei terreni pianeggianti. Sul resto del territorio predomina il paesaggio tipico di collina con terreni terrazzati e digradanti. L'ipotesi più accreditata è quella che, etimologicamente, il nome di Savoca derivi dalla pianta di Sambuco (in dialetto savucu), ma esistono altre ipotesi che ne danno un alone di mistero. Alcune fonti riportano che Savoca fu fondata da Ruggero II, intorno all'anno 1134, con il titolo di Baronia della quale fu designato Signore l'Archimandrita, pro tempore, del Monastero del SS. Salvadore di Messina.
L'archimandrita, in Savoca, teneva una propria residenza estiva. Molto prima dell'anno Mille, si crede, i luoghi erano abitati dai "Pentefur", una comunità d'incerta origine che si stanziò nel quartiere che ancora conserva tale nome. All’origine la terra di Savoca si sviluppò, urbanisticamente, intorno alla "Rocca di Pentefur" alla cui sommità, al tempo dominazione araba, fu costruito un castello ancora oggi chiamato impropriamente "Castello saraceno". Il castello alla fine del Trecento aveva una importanza strategica rilevante. Nel medioevo Savoca era una città a tutti gli effetti, con castello, ampia cinta muraria, uffici amministrativi e giudiziari e due porte di delimitazione delle quali, quella d'ingresso, ancora oggi è esistente.
Fuori delle mura si sviluppò, nel tardo Quattrocento, il Borgo contraddistinto dalla presenza di una edilizia privata graziosa, in parte ancora conservata. Il territorio soggetto alla terra di Savoca, vasto e fertile, rinomato per la produzione del vino e della seta, comprendeva i casali di Antillo, Missario, Casalvecchio, Pagliara, Locadi, Palme, nonché la "marina di Savoca" (l'odierno territorio di S. Teresa di Riva, di Furci e di parte di Roccalumera). Nel XVI sec., Savoca, con i suoi 4469 abitanti, era uno dei paesi più popolati del distretto di Messina. Gli edifici degli abitanti, alcuni dei quali di notevole valore architettonico, "presentavano leggiadria". Nei secoli XIV e XV furono costruite molte Chiese, fra le quali quella monumentale di Santa Lucia crollata nel 1880 in seguito ad una frana, insieme all'annesso convento dei RR.PP. Domenicani, sorto nel 1465. Furono proprio i Domenicani ad introdurre in Savoca il culto di Santa Lucia.
Molte famiglie nobili abitavano a Savoca nel periodo medievale e rinascimentale. Esisteva fino al 1492 una comunità ebraica, composta da circa 200 persone, che aveva una propria sinagoga "nel centro e nel migliore luogo". Tutti i popoli che dominarono in Sicilia lasciarono negli usi, nella toponomastica e nell'architettura, delle influenze in Savoca, ancora oggi oggettivamente riscontrabili. La terra di Savoca partecipò sempre da protagonista agli avvenimenti di portata storica che interessarono la città di Messina. Viene orgogliosamente ricordato dagli storici locali "L'atto di capitolazione della terra di Savoca dinanzi alle armi francesi" stipulato, mentre era in corso la ribellione di Messina contro la Spagna, il 3 Novembre 1676 innanzi La Scaletta, da 16 notabili Savocesi, con il Duca di Vivonne, in rappresentanza di Sua Maestà Luigi XIV.
Alla fine del XVIII sec. il paese di Savoca era già in declino, il quale si accentuò, poco prima dell'unità d'Italia, con lo " scivolamento" della popolazione e delle istituzioni verso valle. Nel 1948 Savoca riacquistò la sua autonomia da S. Teresa di Riva, persa nel periodo fascista. Oggi si notano, chiari, i segni della ripresa; la storia, il paesaggio dalle "sette facce", la realtà monumentale, le leggende e le tradizioni popolari, che ancora si possono apprendere dalla viva voce delle persone anziane, costituiscono un unicum irripetibile che fa di Savoca, dove ogni pietra pare che racconti una storia, una delle mete più ambite del turismo culturale siciliano.