Presentazione del saggio di Basarab Nicolescu “Manifesto della Transdisciplinarità” (Armando Siciliano Editore).
In copertina, “Venere e Marte”, olio dell’artista di Avola Raffaele Scalia, a Palazzo Spadaro, Scicli. |
Legare il sapere (la scienza) all’anima (la coscienza), è possibile? Può aprirsi l’era di una “nuova alleanza” tra l’uomo, la natura e Dio, superando l’iperspecialismo, la frammentazione e la competizione della conoscenze, l’egocentrismo e l’egoismo delle culture e delle discipline, oltrepassando le frontiere dei metodi e dei linguaggi, per dare vita ad una “nuova democrazia” dell’intelligenza e dell’educazione, nella costruzione di una autentica cultura di Pace?
Sono i temi in discussione all’incontro di presentazione dell’edizione italiana del “Manifesto della Transdisciplinarità” del fisico rumeno Basarab Nicolescu che si terrà mercoledi 8 aprile 2015, a partire dalle ore 18.30, a Milazzo, presso la prestigiosa sede dell’Associazione “Casa del Popolo”. Interverranno: il Presidente dell’Associazione Franco Andaloro; le docenti di scuola secondaria Mimma Gattaino e Francesca Spadaro; l’editore Armando Siciliano; la filosofa e giornalista Emanuela Bambara, curatrice della pubblicazione italiana del Manifesto e della Collana di studi “Attraversamenti”, nonché autrice della prima tesi dottorale in transdisciplinarità.
Cosa è la transdisciplinarità? Come si distingue dalla interdisciplinarità e dalla multidisciplinarità? Perché merita un’attenzione particolare tra i vari movimenti di pensiero e le tante correnti culturali del nostro tempo? Sono le domande fondamentali cui prova a dare risposta il Manifesto della Transdisciplinarità di Basarab Nicolescu, che si propone come area di ricerca e chiave di interpretazione dei processi e delle trasformazioni del mondo contemporaneo.
Il termine “transdisciplinarità” fu coniato da Jean Piaget: è il nome di un nuovo approccio alla realtà e alla vita e di una nuova visione olistica-ecologica-sistemica-sinergica-solidale-complessa del sapere. È il “terzo occhio”, che ci permette un meta-sguardo sul mondo, polioculare e multifocale. Il pensiero è chiamato a uno sforzo nuovo, di creazione di "passerelle" per l'attraversamento delle differenti aree disciplinari, per la formazione di nuovi modelli teorici e operativi e la messa in pratica di nuove strategie educative, di un apprendimento permanente «che si dirige alla totalità aperta dell'essere umano e non a una sola delle sue componenti».
Inizia, così, quella che Edgar Morin, ne "Il paradigma perduto", chiama «l’era della teoria aperta, multidimensionale e complessa», polifonica e sinfonica. La transdisciplinarità è ambasciatrice di una nuova “democrazia della conoscenza”, il fondamento di una nuova cultura della pace. È su questa via, di un progetto di Cultura di Pace, che l’Unesco ha avviato programmi di ricerca e di educazione e gruppi di studio transdisciplinari e sulla transdisciplinarità, anche con la creazione di cattedre itineranti.
La transdisciplinarità viene definita da Basarab Nicolescu con tre postulati metodologici: l'esistenza di differenti gradi di Realtà, di percezione e di conoscenza; la logica del terzo incluso; la complessità. Vera e propria "utopia scientifica", la transdisciplinarità si pone più come un nuovo paradigma, o come un nuovo sapere dei paradigmi comuni alle differenti discipline, che come disciplina a sé.
Basarab Nicolescu (Ploești, 25 marzo 1942) è un fisico teorico, presidente e fondatore del “Center International des Recherches et Études Transdisciplinaires” (Ciret) a Parigi, co-fondatore del “Gruppo di Studio sulla Transdiciplinarità” dell’Unesco, insieme a René Berger, nell’ambito del progetto “Learning without Frontiers”. Con Edgar Morin e Lima de Freitas ha firmato la Carta della Transdisciplinarità, a conclusione del primo Convegno sulla Transdisciplinarità in Portogallo, nel 1994. Il suo Manifesto è stato pubblicato in Francia nel 1996 ed è stato poi tradotto in inglese, spagnolo, portoghese, rumeno, arabo. Questa è la prima edizione in italiano.
Per informazioni e comunicazioni: Editore Armando Siciliano t. 380.2166081.
“Quando il vaso di Pandora fu spalancato, i mali che ne uscirono minacciarono gli umani che popolavano la Terra. Al fondo del vaso erano nascosti il sogno e la speranza. È di questo sogno e di questa speranza che intende dare testimonianza la transdisciplinarità” (p. 149).
A.D.P.
Sinteticamente e approssimativamente mi sembra un richiamo più che un ritorno (impossibile) alla sapienza dei presocratici. Azzardato, lo so, ma per indicare l'esigenza di unitarietà del sapere (non disgiunto dal vivere e quindi dal saper vivere) dopo averlo suddiviso eccessivamente suddiviso, "squartato", parcellizzato: invece di trovare l'anima si è uccisa la persona; ora siamo sulla via del recupero, del ritorno. Interessante sarà approfondire e leggere la proposta di Nicolescu. Complimenti all'editore per l'inedita, e quindi coraggiosa, proposta
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