Le immagini del carcere iracheno di Abu Ghraib e lo stato drammatico della democrazia in Occidente.
Su iniziativa dell'Associazione "MigraLab A. Sayad", domani, mercoledì 3 dicembre, ore 17.30, alla Libreria Colapesce di Messina, si presenta il libro "In posa. Abu Ghraib 10 anni dopo", edito da Cronopio, del prof. Pierandrea Amato, docente di Filosofia presso l'Università di Messina.
All'incontro con l'autore, introdotto da Tania Poguisch, presidente di "MigraLab A. Sayad", interverranno il sociologo Pietro Saitta dell'Università di Messina e il giornalista e critico cinematografico Marco Olivieri.
Nella primavera del 2004 diventano di dominio pubblico le immagini del carcere iracheno di Abu Ghraib, dove i soldati americani si lasciano fotografare – sono in posa e allegri – mentre torturano i prigionieri. Nessuno può aver dimenticato l'orrore di quelle scene. Questo breve saggio, però, non insiste sul valore politico e culturale degli scatti di Abu Ghraib, ma segnala, nella loro composizione, un indice estetico in grado di svelare la condizione normalmente catastrofica della nostra quotidianità democratica.
Pierandrea Amato concentra i suoi studi, da una prospettiva teoretica ed etico-politica, sulla filosofia del Novecento non senza, però, approfondire alcuni aspetti del pensiero antico in particolare per quanto riguarda l’opera di Platone. A partire dal pensiero di Nietzsche, si è occupato delle questioni legate al nichilismo e alla tecnica moderna. In questo senso, si è impegnato nell’analisi dell’opera di alcuni pensatori post-metafisici del XX secolo (Heidegger, Jünger, Benjamin). La ricerca, in particolare, sulla base di una rilettura dei principali testi della tradizione moderna e contemporanea dedicati alla tecnica, verte sui temi fondamentali per l’interpretazione della civiltà tecnologica e valuta i mutamenti provocati dagli sviluppi globali della tecnica nel mondo contemporaneo sul piano culturale in generale. Un elemento qualificante della ricerca, inoltre, è la descrizione dell’impatto delle nuove tecnologie sull’uomo non solo nella sua dimensione sociale e culturale, ma anche sul piano etico e politico. Con un’attenzione peraltro specifica collegata al complesso degli studi in campo bio-medico e alla relazione tra genetica e politica. In questa direzione va il suo lavoro più recente dedicato al vaglio della nozione di biopolitica e alla decostruzione della categoria di potere in Michel Foucault e, più in generale, all’analisi dello spettro delle questioni sollevate dalla galassia teorica provocata dalle teorie del post-umano.
A.D.P.