Prendendo spunto dalla bandiera della Pace, sventolata il 4 novembre scorso dal sindaco di Messina, Renato Accorinti, in occasione della Festa delle Forze dell'Ordine, che ha avuto un ampio riscontro mediatico apparendo sui più autorevoli quotidiani nazionali, la segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil di Messina, Clara Crocé, detta anche la "pasionaria" per il fervore con il quale conduce da sempre le sue battaglie a fianco dei lavoratori, ha pensato bene di mettere in scena, sabato scorso, all'entrata di Palazzo Zanca, una manifestazione con i dipendenti della Casa di riposo per anziani, Casa Serena, che non hanno ancora percepito gli stipendi, dove i manifestanti esponevano, come uno striscione, la bandiera della Pace. Un gesto provocatorio che non è piaciuto nè al primo cittadino che, appena sceso dall'auto di ordinanza, visibilmente contrariato, si è avvicinato ai lavoratori, capitanati dalla Crocé, prima di recarsi al Comune; nè ai suoi fedelissimi che hanno accusato la sindacalista di strumentalizzare la protesta solo per avere visibilità. Posto che questo possa anche essere vero, e che la segretaria Cgil abbia sfruttato il gesto del sindaco come cassa di risonanza, ci chiediamo come mai gli accorintiani, mostrando scarsa capacità di giudizio e poca obiettività, abbiano visto la platealità dello sventolamento della bandiera solo nei lavoratori senza stipendio e non nel sindaco. E, a suffragare quanto appena detto, vi sono innumerevoli commenti, scritti nel social network Facebook, che dipingono la Crocé in maniera negativa, dimenticando che la Cgil ha sostenuto la campagna elettorale di Accorinti avendo fede nel "cambiamento dal basso". A tal proposito, la Crocè ci tiene a precisare che: "Tutti siamo a conoscenza che l'attuale disastro, in cui versa Messina, non è ascrivibile all'Amministrazione Accorinti. Ma distinguiamo i ruoli. La FP CGIL associa e rappresenta i bisogni dei lavoratori e degli utenti, e pretende risposte. Lo ha fatto con l'ex sindaco Giuseppe Buzzanca, con il Commissario Croce e adesso tocca al sindaco Renato Accorinti dare le giuste risposte. Nessuno potrà impedirci di manifestare e lottare per i diritti dei lavoratori. A proposito la Costituzione e la bandiera della Pace non appartengono al sindaco Accorinti. Sono patrimonio dell'umanità".
Come dire che, oltre ad avere ereditato l'auto blu di Buzzanca, il sindaco Accorinti ha ereditato anche questa patata bollente!
La bagarre è stata scatenata dalla diffusione di un video di MessinaOra, dove si vede il sindaco Accorinti dire ai lavoratori che anche oggi salterà il pranzo per lavorare, sottolineando di essere al servizio della città da 120 giorni senza fermarsi un secondo. Una frase, questa, che non è piaciuta sia ai detrattori per principio, sia a coloro che lo hanno sostenuto al ballottaggio con Felice Calabro poichè pronunciata alla presenza di persone che, insieme alle loro famiglie, non solo saltano il pranzo ma anche la cena non percependo alcun stipendio da mesi. Una frase che, sicuramente, il sindaco avrà detto in buona fede ma che, ascoltandola nel video, mette un pò di tristezza.
Sugli stipendi, Accorinti poi afferma che le casse comunali sono vuote perchè ha trovato una situazione economica disastrosa lasciata dalle precedenti amministrazioni. Ed è a questo punto che insorge Clara Crocè che gli dice: "Fai dimettere il dirigente". Il sindaco, glissando sulla risposta, ribatte che si sente offeso perchè lui sta lavorando per la città e poi, rivolgendosi ad un lavoratore senza stipendio, gli chiede: "Che cosa avresti fatto tu più di me?". Altro scivolone che non è passato inosservato e che ha fatto montare la rabbia, legittima, nei lavoratori che gli hanno urlato di "non aver fatto nulla per loro in questi cento giorni". La risposta del sindaco, ancora una volta, lascia esterrefatti i lavoratori: "Voi siete completamente fuori".
E, dopo aver detto la frase: "Io sto lottando per la città", volta le spalle e si dirige verso Palazzo Zanca, seguito dai suoi fedeli collaboratori, tra i quali Giampiero Neri, in arte Già, nominato dal sindaco esperto, a titolo gratuito, di consulenza nel settore della Comunicazione per la cura dell'immagine della città di Messina, nonchè deus ex machina della campagna elettorale di Accorinti, che ha voluto fare, con una nota, delle precisazioni in merito ad un video che, forse, distorce la realtà: "Quello che è accaduto sabato è a dir poco imbarazzante per tutti quelli che hanno sceneggiato la "protesta". Per avere un pò di visibilità (giustamente) la Crocè ed il comitato decidono di mettersi davanti alle telecamere all'arrivo di Miss Italia (pronta ad essere ricevuta dal sindaco). Il comitato dopo la "scenetta" è salito al Salone delle Bandiere del Comune dove c'è stato un normalissimo confronto a microfoni aperti con ringraziamenti da parte del comitato al sindaco che ha chiamato il Commissario della Provincia almeno due volte ed è riuscito ad adoperarsi e ad avere la notizia che questi fondi regionali sembrano arrivare e che il servizio non verrà sospeso... Applauso generale. Questi i fatti... Nessuno può smentire".
Giampiero Neri, però si riferisce al trasporto dei disabili sospeso dalla Regione Sicilia e non ai lavoratori di Casa Serena, tanto è vero che Clara Crocé replica: "L'unico imbarazzo che proviamo nel leggere il comunicato dell'esperto a titolo "gratuito" del sindaco Accorinti è la superficilità della descrizione dei fatti. Evidentemente, l'esperto comunicatore, negli anni passati, ha trascorso il suo tempo a comunicare con Topolino e Nonna Papera. I lavoratori che hanno protestato gestiscono i servizi sociali per conto del Comune di Messina e segnatamente: Casa Serena - Assistenza domiciliare agli anziani. Assistenza domiciliare disabili - Trasporto e assistenza agli alunni disabili nelle scuole medie inferiori. I volti dei lavoratori che hanno protestato sabato scorso sono noti a tutti. Sono i volti delle donne e degli uomini che hanno condotto una dura battaglia contro Buzzanca e per far fuori la politica dalla gestione dei servizi sociali".
"Dopo la protesta - prosegue la Crocé - il sindaco ha ricevuto Miss Italia. Successivamente ha partecipato all'assemblea indetta dalla FP CGIL e dal Comitato dei Genitori del Trasporto e Assistenza ai disabili nelle scuole medie superiori: Assemblea aperta al sindaco e a tutta la deputazione. Ma il vero problema è il finanziamento regionale. Un esperto comunicatore dovrebbe tenersi informato".
Pronta la replica di Neri: "Tengo a precisare che i volti delle donne e degli uomini che hanno condotto una dura battaglia contro Buzzanca e per far fuori la politica dalla gestione dei servizi sociali' li conosco bene perché non stavano su Topolino ma li incontravo in strada, ed io e molti come me, sono sempre stati al loro fianco, così come il sindaco Renato Accorinti, sempre accanto ai lavoratori, ai cittadini e ai migranti. Se le manifestazioni o le contestazioni erano più di una la Crocé non è stata poi così brava a farlo capire".
E riguardo alla telefonata intercorsa tra il sindaco e il commissario della Provincia, Filippo Romano, la segretaria generale della FP CGIL di Messina precisa che: "Le due cose vanno distinte, alle ore 16,30, hanno protestato i lavoratori dei servizi sociali del Comune di Messina (quelli del video). Motivi della protesta: pagamento degli stipendi e certezza lavorativa. Il comune di Messina paga le fatture alle cooperative, a singhiozzo. Alcune, fatture sono ferme al mese di giugno. I lavoratori dei Cag del SADH ADA devono ancora percepire stipendi relativi ai mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile. I lavoratori di Casa Serena sono fermi allo stipendio di giugno. Ma c'è di peggio... Abbiamo più volte discusso con il sindaco Accorinti e con l'assessore ai Servizi Sociali, Antonino Mantineo ma, a tutt'oggi, non abbiamo visto nulla. Le chiacchiere non si mettono a tavola!".
Ed invita Giampiero Neri all'assemblea SADH che si terrà mercoledì 13 novembre, alle ore 19,00, nei locali della Cgil: "Sei ufficialmente invitato - gli dice - così potrai ascoltare i lavoratori e comunicare al sindaco e all'assessore ai servizi sociali la disperazione dei lavoratori".
Una disperazione che si percepisce anche attraverso le parole scritte in una nota inviata a Giampiero Neri: "Egregio signor comunicatore, sono un lavoratore di Casa Serena in Cassa Integrazione e prossimamente in mobilità. Sono un infermiere che, ad oggi, oltre ad occuparsi delle ferite cutanee degli anziani della struttura, si occupa anche delle cosiddette ferite psicologiche, ben più gravi, in cui versano anziani e lavoratori e che necessitano di risposte concrete da parte dell'amministrazione comunale e dal dipartimento ai servizi sociali. Detto questo, la visibilità nella protesta a noi serve poco, ci battiamo per diritti garantiti dalla Costituzione per i quali non dovremmo nemmeno scendere in piazza! Visto che lei è competente in comunicazione, comunichi a coloro che fino ad oggi hanno provveduto solo a tenerci buoni con tavoli fatti di false promesse per perdere tempo che ai lavoratori la Comunicazione non interessa più. Buon lavoro a lei e al sindaco Accorinti che continua a propinarci la storia della sua vita fatta di lotte con tanto di visibilità mediatica, ma gli ricordi che il Sociale lotta da oltre 40 anni. Abbiamo creduto nel cambiamento di Messina dal basso ma, chi ha uno stipendio ogni mese non può comprendere cosa significa non avere i soldi per portare il mangiare a casa alla propria famiglia. Io è dal mese di giugno che non porto soldi a casa - prosegue il lavoratore - eppure faccio ogni giorno il mio dovere. Tutti i miei colleghi dei servizi sociali siamo in queste condizioni. Noi vogliamo i nostri soldi che, con fatica, passione e vocazione ci sudiamo mese per mese facendo figurare in primis il Comune di Messina. Vogliano gli stipendi che sono diventati ormai un miraggio".
Noi crediamo che, davanti a persone che invocano il loro diritto allo stipendio e chiedono di mandare a casa il segretario generale e city manager di Messina Antonio Le Donne che, per questo doppio incarico, guadagnerà all'anno 170mila Euro, ovvero quello che un comune mortale vede in tanti anni di lavoro, dobbiamo avere, nei loro confronti, il massimo rispetto, per due ordini di motivi: il primo è che hanno contribuito alla elezione del sindaco e, conseguentemente, degli assessori, dei consiglieri, degli esperti che, se oggi molti ricoprono posti di prestigio è anche grazie a loro; e il secondo è che già è umiliante scendere in piazza per rivendicare i propri diritti ma sentirsi rispondere che le casse comunali sono vuote è ancora più umiliante e deprimente. Assomiglia tanto al gesto che fa il ricco davanti al povero quando tira fuori dalla tasca pochi centesimi dicendo di avere solo quelli! A questo punto, anche in vista del Santo Natale, facciamo tutti, un bel bagno di umiltà e andiamo incontro al nostro prossimo con amore, tanto decantato a parole ma che, difficilmente risiede nel cuore.
Per sdrammatizzare, pubblichiamo una vignetta che ci ha inviato un utente di facebook con il nickname "Ciccio Maligno" che riassume, in tono scherzoso, quello che è accaduto davanti ad uno striscione della Pace.
Antonella Di Pietro
Una disperazione che si percepisce anche attraverso le parole scritte in una nota inviata a Giampiero Neri: "Egregio signor comunicatore, sono un lavoratore di Casa Serena in Cassa Integrazione e prossimamente in mobilità. Sono un infermiere che, ad oggi, oltre ad occuparsi delle ferite cutanee degli anziani della struttura, si occupa anche delle cosiddette ferite psicologiche, ben più gravi, in cui versano anziani e lavoratori e che necessitano di risposte concrete da parte dell'amministrazione comunale e dal dipartimento ai servizi sociali. Detto questo, la visibilità nella protesta a noi serve poco, ci battiamo per diritti garantiti dalla Costituzione per i quali non dovremmo nemmeno scendere in piazza! Visto che lei è competente in comunicazione, comunichi a coloro che fino ad oggi hanno provveduto solo a tenerci buoni con tavoli fatti di false promesse per perdere tempo che ai lavoratori la Comunicazione non interessa più. Buon lavoro a lei e al sindaco Accorinti che continua a propinarci la storia della sua vita fatta di lotte con tanto di visibilità mediatica, ma gli ricordi che il Sociale lotta da oltre 40 anni. Abbiamo creduto nel cambiamento di Messina dal basso ma, chi ha uno stipendio ogni mese non può comprendere cosa significa non avere i soldi per portare il mangiare a casa alla propria famiglia. Io è dal mese di giugno che non porto soldi a casa - prosegue il lavoratore - eppure faccio ogni giorno il mio dovere. Tutti i miei colleghi dei servizi sociali siamo in queste condizioni. Noi vogliamo i nostri soldi che, con fatica, passione e vocazione ci sudiamo mese per mese facendo figurare in primis il Comune di Messina. Vogliano gli stipendi che sono diventati ormai un miraggio".
Noi crediamo che, davanti a persone che invocano il loro diritto allo stipendio e chiedono di mandare a casa il segretario generale e city manager di Messina Antonio Le Donne che, per questo doppio incarico, guadagnerà all'anno 170mila Euro, ovvero quello che un comune mortale vede in tanti anni di lavoro, dobbiamo avere, nei loro confronti, il massimo rispetto, per due ordini di motivi: il primo è che hanno contribuito alla elezione del sindaco e, conseguentemente, degli assessori, dei consiglieri, degli esperti che, se oggi molti ricoprono posti di prestigio è anche grazie a loro; e il secondo è che già è umiliante scendere in piazza per rivendicare i propri diritti ma sentirsi rispondere che le casse comunali sono vuote è ancora più umiliante e deprimente. Assomiglia tanto al gesto che fa il ricco davanti al povero quando tira fuori dalla tasca pochi centesimi dicendo di avere solo quelli! A questo punto, anche in vista del Santo Natale, facciamo tutti, un bel bagno di umiltà e andiamo incontro al nostro prossimo con amore, tanto decantato a parole ma che, difficilmente risiede nel cuore.
Per sdrammatizzare, pubblichiamo una vignetta che ci ha inviato un utente di facebook con il nickname "Ciccio Maligno" che riassume, in tono scherzoso, quello che è accaduto davanti ad uno striscione della Pace.
Antonella Di Pietro