"Voi che avete resistito alla furia di quella terribile strage, che siete sopravvissuti, che avete coltivato la memoria, voi che avete combattuto per la libertà, voi, lo sapete bene, e io lo voglio ripetere, come noi italiani siamo fieri della straordinaria prova di volontà appassionata ed eroica di riscatto che offrimmo fra il settembre del 1943 e l'aprile del 1945 con la Resistenza, con il movimento partigiano, con la Guerra di Liberazione, con l'esercito di Liberazione, la prova che offrimmo anche tra queste cime, anche in queste valli nelle condizioni più difficili, anche sfidando quello che purtroppo venne a scatenarsi contro il popolo di Sant'Anna di Stazzema. Siamo di ciò orgogliosi e fieri ma non dimentichiamo i misfatti del fascismo, le vergogne e la catastrofe in cui il fascismo trascinò l'Italia. Non lo dimentichiamo, non lo cancelliamo solo perché siamo riusciti anche a liberarcene in modo straordinario con la Resistenza". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ieri, alla popolazione di Sant'Anna di Stazzema, nel 69° anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. "Sarebbe veramente inaudito - ha continuato Napolitano - che noi lasciassimo dissolvere questo patrimonio di unità, solidarietà e fraternità che abbiamo costruito. Credo che i nostri Paesi, l'Italia e la Germania, i nostri governi, le nostre persone non lasceranno dilapidare questo straordinario patrimonio, ma porteranno avanti l'impegno per la costruzione europea".
L’eccidio delle Fosse Ardeatine è il massacro compiuto a Roma dalle truppe di occupazione della Germania nazista il 24 marzo 1944, ai danni di 335 civili e militari italiani, come atto di rappresaglia in seguito all’attentato di via Rasella compiuto contro le truppe germaniche avvenuto il giorno precedente. Per la sua efferatezza, l'alto numero di vittime, e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, è diventato l'evento simbolo della rappresaglia nazista durante il periodo dell'occupazione. Napolitano, ricordando la strage nazifascista, ha dichiarato: "Tra le pietre dell'Europa unita c'è la pietra della memoria, consapevole degli errori e degli orrori di tutte le guerre del Novecento. Sono contento che proprio questa intensa cerimonia sia stata l'ultimo atto pubblico ufficiale del mio mandato. E porterò come memoria preziosa e come lascito del mio settennato l'esempio di nobiltà d'animo e amicizia che mi dà il presidente Gauck". I due si sono abbracciati e tenuti per mano, e più volte durante la commemorazione Napolitano è apparso commosso.
I due Capi di Stato, alla presenza del sindaco di Stazzema, Michele Silicani, hanno deposto una corona al Monumento ossario che ricorda l'eccidio e scoperto una lapide con inciso:
memoria perenne
delle atrocità della guerra
e della barbarie nazista e fascista
nel rendere omaggio
alle vittime inermi
ci incontriamo fratelli tra fratelli
cittadini dell'Europa unita
alfieri dei principi
di pace democrazia libertà giustizia".
Napolitano e Gauck hanno, quindi, visitato il Museo storico di Sant'Anna e incontrato i familiari delle vittime e il superstite Enrico Pieri. "Si possono - ha detto il Capo dello Stato - leggere libri, si possono leggere ricostruzioni attente, documentate, puntuali della strage di Sant'Anna di Stazzema, si possono leggere relazioni importanti, a cui è giusto riconoscere quel che va riconosciuto di storici italiani e tedeschi, ma bisogna venire qui e bisogna anche inerpicarsi lassù, fino all'Ossario, fino al monumento, accanto al quale abbiamo deposto la nostra lapide comune in tutte e due le lingue, per toccare con mano, per sentire che cosa sia stata l'assurdità e la ferocia, senza uno straccio di giustificazione, senza uno straccio di pretesto, che si abbatterono sulla popolazione inerme di questo piccolo borgo sperduto, che non era una fortezza da espugnare: era soltanto un grumo di umanità che mai avrebbe dovuto essere oggetto di una simile feroce distruzione".
Il Presidente Napolitano ha voluto anche riprendere alcune riflessioni del Presidente Gauck sul 'concetto di colpa', sul 'problema del come si può anche vedere condannata moralmente e storicamente la colpa di regimi infami': "Io vorrei anche dire, che questa memoria, questo omaggio collettivo è anch'esso un'alta forma di giustizia, anche più alta di quella che talvolta non si riesce a trovare nei tribunali. Per quanto possiamo rammaricarcene, addolorarcene, per quanto possiamo deplorare che non si riesca ad avere giustizia nei tribunali, siamo certi che questo nostro omaggio, questa nostra memoria è un'alta forma di giustizia per quello che voi avete sofferto. Ed è una condanna più pesante di ogni altra per coloro che portano la colpa di quelle sofferenze. Non dimentichiamo le nostre responsabilità storiche, ma guardiamo avanti. Guardiamo avanti onorando innanzitutto il terribile sacrificio delle vittime e mai si potrà dire tutto il merito di coloro che coltivano anche l'omaggio a queste vittime. Guardiamo avanti coltivando e trasmettendo la memoria storica come patrimonio comune".
Presenti alla cerimonia commemorativa anche i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Alla domanda dei giornalisti sull'attuale momento politico, Napolitano ha risposto: "Senza dubbio in questo momento abbiamo bisogno di unità, ma anche di pensare adesso all'interesse generale del Paese e di dare continuità alle nostre istituzioni democratiche".