La terza serata del Festival di Sanremo si apre con Fabio e Lucianina che cantano "E ancora ti chiamerò Trottolino amoroso du du da da da" , refrain della canzone "Vattene Amore" presentata da Amedeo Minghi e Mietta al festival del 1990. Poi, il pubblico in sala invita i due conduttori a scambiarsi un bacio e Fazio, con un casquet, lo dà a una stupita Littizzetto. Tutto questo siparietto per ricordare S. Valentino, il santo degli innamorati, ma l'amore non sempre porta gioia e felicità, spesso è fatto anche di violenza fisica e psicologica attuata dal maschio nei confronti della donna. Il fenomeno dilagante e drammatico del femminicidio in tutto il mondo è il tema trattato dalla conduttrice con un monologo sull’amore e sulla violenza, dapprima si rivolge agli uomini ironicamente criticandoli sul loro modo di sviare sempre la parola 'ti amo' : «Dite dei derivati, come quelli delle banche, 'sei importante per me', 'mi fai stare bene', ma ti amo mai. Dire ti amo non crea né impotenza, né dipendenza, ma noi vi amiamo lo stesso, anche se la notte russate che ci sembra di stare ai piedi dello Stromboli. Vi amiamo quando mettete in frigo la pentola con la minestra su due mandarini, vi amiamo quando date il peggio perché ti amo è un apostrofo tra le parole è insopportabile, quasi quasi me lo tengo. Ma noi vi amiamo lo stesso, anche se avete il dogma assoluto dell'arrosto di vostra madre: non è che la Bibbia dice la suocera fece l'arrosto fatelo sempre così in memoria di me. Vi amiamo quando anche se per fare un caffè ne spargete un quarto sul tappeto e due quarti sui fornelli, vi amiamo quando fate quelle battute tipo: "Guarda la madre perché la figlia diventerà così". Voi no: voi siete pirla fin da subito.». Poi, l'affondo: « Voi pensate che per noi sia un complimento sentirsi dire 'hai le palle' ma noi non vogliamo essere con le palle. Noi abbiamo le tette, basta e avanza. Noi vogliamo rispetto! Ogni due-tre giorni un uomo uccide una donna, la uccide perché la considera una sua proprietà. L’amore con la violenza e le botte non non c’entra un tubo. L'amore non lascia lividi sulla faccia! Un uomo che ci mena non ci ama, mettiamocelo in testa, salviamolo nell'hard disk. Un uomo che ci picchia è uno stronzo. Se vi picchia non è amore. Basta violenza. Non abbiamo sette vite come i gatti, ne abbiamo una sola: non buttiamola via». Visibilmente emozionata, Luciana si commuove, ma anche noi da casa lo facciamo chiedendoci quando finirà tutto questo, quale Governo ci garantirà una reale protezione ma, soprattutto, ci chiediamo il senso della chiusura dei centri antiviolenza.
Poi sul palco la raggiungono un gruppo di ballerine e insieme ballano il flash mob con “One billion rising”, la coreografia che ieri, nella giornata di San Valentino, in più di 190 paesi del mondo ha fatto ballare, sulle note di Break the Chain, migliaia di donne per ricordare le vittime del femminicidio. E poco importava se Lucianina non era a tempo, quello che davvero conta è la forza delle idee, è la partecipazione perchè, come cantava Giorgio Gaber "Libertà è partecipazione".