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ALESSANDRO RICORDA AD ACCORINTI CHE MESSINA E' UNA CITTA' A VOCAZIONE TURISTICA

Lillo Alessandro, Direttore Artistico del Centro Studi Tradizioni Popolari “Canterini Peloritani” e Presidente Emerito dell'IGF (International Group Folklore) e della FITP (Federazione Italiana Tradizioni Popolari) in una nota stigmatizza l'operato del'Amministrazione Accorinti che ha siglato di recente il "Patto per la Falce" con l'Autorità Portuale, ricordando che nel 2000, l'Assessorato Regionale al Turismo, aveva riconosciuto Messina Città a vocazione turistica. 



"L'On.le Bartolo Speranza, Assessore Regionale al Turismo, messinese, è riuscito, finalmente, nel 2000, con un decreto regionale, a dare il riconoscimento alla Città di Messina di "Città a vocazione turistica". Con tale riconoscimento, oltre a dare la possibilità di entrare nelle leggi regionali per sviluppare il turismo a Messina, ha dato a tutti i commercianti messinesi la possibilità di poter aprire la propria attività anche nella giornata di domenica prevedendo l’arrivo di tanti turisti attraverso le crociere per poter visitare Messina e creare il giusto movimento economico. Seguendo i vari incontri fra Comune e Autorità Portuale sono felice che si sia giunti ad un accordo. Adesso, io, che ho avuto la fortuna e mi auguro di averla ancora, di visitare tutti i continenti, apprezzando la cultura e la sviluppo delle grandi città, rimango molto meravigliato che nel cosiddetto "Patto per la Falce" l’Amministrazione Comunale non abbia sentito il dovere di interpellare i messinesi con un apposito referendum cittadino. E’ impossibile andare avanti con le decisioni di due enti con mentalità e interessi molto diversi.

Mi meraviglia molto che Renato Accorinti, che ha fatto tante lotte nel sociale e per la cultura, oggi, che ha l’opportunità di dare risposte all’economia messinese, si opponga allo sfruttamento commerciale della zona, non necessariamente costruendo alberghi che comporterebbero il depauperamento dell’intera zona e qui condivido il suo pensiero, ma auspicherei la costruzione, da parte di imprenditori messinesi, di infrastrutture atte a ospitare una mole importante di turisti che contribuirebbe certamente a procurare una fonte ingente di introito alla città intera, per sfruttare al meglio il riconoscimento da parte della Regione Sicilia della nostra "vocazione turistica".

Certamente il luogo è da rispettare e le strutture di rilevanza storica e culturale esistenti devono essere tutelate e messe in condizioni di essere punto di attrazione per dare un’immagine della città che possa rappresentare al meglio la nostra bellezza e la nostra storia attraverso lo scenario più unico al mondo.

Io condivido moltissimo i dubbi che Lucio d’Amico, nell’articolo pubblicato nella Gazzetta del sud del 8 Febbraio, ha evidenziato e precisamente "Oggi la fatidica firma. Ma, in concreto cosa verrà sottoscritto? E che valenza avrà per la nostra città?".

Quanti annunci sono stati fatti attraverso la stampa d’impegni che avrebbero dovuto garantire "tanto" per Messina, tanto che non è andato nulla in porto (Fiera di Messina, il Tirone, Via Don Blasco ect. ect.).

Quanto abbiamo atteso per l’Ospedale Piemonte e dopo, pare per gli interessi di qualcuno, si è trovata la soluzione e non per il diritto dei cittadini ad avere un pronto soccorso al centro della città.

Oggi 13 Febbraio ancora una volta la stampa mette in evidenza che Messina è ancora nei guai causati dall’assenza del bilancio: a fermarsi adesso è l’ATO3.

Ecco perché, oggi, io, da messinese modestamente impegnato, non ho fiducia di tutti gli annunci che di solito leggiamo e che puntualmente non vanno in porto.

I messinesi non possono più assistere alle passerelle politiche dove sistematicamente il politico di turno, solamente per motivi elettorali, fa una dichiarazione d’intenti che poi non porta a compimento.

Io mi permetto di dire "BASTA", siamo stanchi.

Non è possibile lavorare per garantirsi il futuro elettorale senza pensare realmente alla città.

Sono certo che molti la pensino come me e mi auguro che ci sia un coinvolgimento totale della città a ribellarsi.

Mi auguro che questo mio sfogo sia riportato da tutta la stampa messinese e che non venga strumentalizzato per interessi diversi da quelli di un messinese, senza velleità politiche, che sa che cosa era Messina, avendola vissuta dal 1950 al 1990 e che oggi la vede spenta e priva di ogni stimolo per tornare grande come era un tempo".


Lillo Alessandro 


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