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ATLANTE DEGLI ABITI SMESSI. UN LIBRO FUORI "DALLE ANTE"

Domenica 6 dicembre, alle ore 12, nei locali della Boutique VOG di Messina, la presentazione del libro di Elvira Seminara "Atlante degli abiti smessi" (Einaudi Editore). Un romanzo originale e gradevole che ha come tema centrale il rapporto tra l'abito e chi lo indossa. 



Letture a cura dell'attrice Mariapia Rizzo. Sarà presente l'autrice. A seguire un aperitivo offerto dal Ritrovo Irrera. L'evento è stato organizzato da Daniela Bonanzinga dell'omonima Libreria (sita in Via dei Mille a Messina) vincitrice nel 2010 del Premio Mauri come Migliore Libreria d’Italia.


«Ti chiedi come ha fatto la seta a resistere intorno al cuore che precipitava. Ci sono vestiti che reggono i peggiori addii». Eleonora è una donna eccentrica con un modo tutto suo di guardare il mondo. Ma è anche una donna impetuosa. E ora che l'ex marito è scomparso, il rapporto con la figlia Corinne si è strappato, «come un lenzuolo che ha subito troppi lavaggi, vestito troppi letti». È anche per questo che Eleonora lascia Firenze e si rifugia a Parigi, in cerca di solitudine e di chiarezza, perché certe fughe «non si organizzano, si subiscono e al massimo cerchi di perfezionarle». Da lí, osserva il parco sotto casa e le abitudini bizzarre degli inquilini del suo palazzo - un «ottimo esercizio di equa e diffusa compassione» - e tesse nuove trame. Ma soprattutto scrive a Corinne, per ricucire il loro rapporto e trasmetterle tutto ciò che ha: qualche consiglio, varie confessioni e, soprattutto, un armadio pieno di vestiti. Vestiti elfi o revenants, gonne volubili, abiti del presagio, camicette dalla voce allegra, da raccogliere in un inventario vivo, poetico, torrenziale: perché certi cataloghi sono animati e aiutano a vivere meglio, dentro e fuori di sé. 

«Vestiti elfi. Che non trovi in nessun posto quando li cerchi. Ma poi rispuntano beffardi come niente fosse, in bella vista, proprio là, esattamente dove prima non c'erano. Inutile spostare grucce e rovistare, in questi casi, meglio non accanirsi, tanto ritornano. Tu devi far finta di nulla. Tieni gli occhi chiusi, se senti un fruscio mentre dormi. Devi stare al gioco se vuoi la pace nel tuo armadio». Un giorno dopo l'altro compila un campionario sfavillante degli abiti lasciati nella casa di Firenze. «Vestiti che hai paura a rimettere, perché quel giorno sei stata cosí felice». Una sorta di vademecum per orientarsi fra il silenzio ostinato degli armadi e il frastuono dell'umanità. «Vestiti che vogliono brillare, come le bombe». Il catalogo animato di Eleonora diventa cosí un modo di trasmettere l'esperienza del tutto singolare, «fuori dalle ante». Un vortice di parole febbrili, inventive, con una forza espressiva inesausta, che ci trascina senza sosta, lasciandoci alla fine la sensazione di avere vissuto una storia che ci riguarda molto da vicino. «Le vite non vogliono essere risparmiate. Ogni cosa, ogni corpo, non chiede che questo, sgualcirsi, logorarsi, cadere e ferirsi, sporcarsi e cicatrizzare, urtare, sanguinare, ricucire».


Elvira Seminara, giornalista e pop artist, vive ad Aci Castello. Ha pubblicato per Mondadori "L'indecenza" (2008) e per Nottetempo "Scusate la polvere" (2011) e "La penultima fine del mondo" (2013). I primi due romanzi sono stati messi in scena nel 2014 e nel 2015 dal Teatro Stabile di Catania. Suoi testi sono tradotti in diversi Paesi. 



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