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AL TEATRO TRIFILETTI “PASQUALE BRUNO”. IL BRIGANTE DI BAUSO

Al Teatro Trifiletti di Milazzo, dal 30 aprile al 2 maggio 2015, lo spettacolo musico-teatrale "Pasquale Bruno" (U briganti ginirusu) di Nino Gangemi.



Lo spettacolo musico-teatrale "Pasquale Bruno" (U briganti ginirusu) di Nino Gangemi, in scena domani, giovedì 30 aprile, alle ore 21:15, nel Teatro Trifiletti, propone un significativo accrescimento di attività letteraria e la riscoperta di tradizioni orali della ricerca storica locale e tradizione linguistica dell’ idioma  in “vernacolo siciliano” e presenta una elevata qualità di contenuti  e valori morali.

La rappresentazione, è composta  da un “entourage”  di attori di prosa, cantattori,  lirici , ballerini e musici, con titoli accademici e/o formazioni artistiche varie. La messa in scena dell’esibizione, si svolgerà in siti di interesse artistico e paesaggistico, e l’iniziativa, principalmente risponde ad un criterio formativo, sia di interesse storico, contribuendo a far scoprire, conoscere, difendere, valorizzare e divulgare, la cultura popolare del luogo, sia di apprendimento da parte del pubblico, degli strumenti culturali di analisi critica e di partecipazione a processi di conoscenza formativa. 

Lo spettacolo, ha come esordio l’elogio di un amore verso il “folclore”, per far conoscere meglio e, quindi, familiarizzare sempre più con la lingua siciliana. Un almanacco, dunque, di un “rivivere di vicende”, unico nel suo genere che, per i non più giovani potrebbe essere un’immersione affascinante nel mondo dei ricordi, come un riassaporare piaceri perduti e vedere immagini scomparse della loro realtà di un tempo ; per i più giovani, una riscoperta delle proprie radici, un approfondito studio della cultura popolare, momento di riflessione e d’arricchimento e, soprattutto conoscere, la storia di “Pasquale Bruno”, attraverso canti  e poesie, dentro le quali “lu briganti ginirusu” , ha ben volentieri sacrificato una vita dedicandosi interamente al rispetto e all’onorabilità.

Una testimonianza di cultura popolare da custodire gelosamente, affinché possa far parte di una collezione privata da aggiungere alle proprie memorie, per poi narrarle con orgoglio ad amici e parenti del luogo e d’altre regioni. Lo spettacolo musico-teatrale "Pasquale Bruno" (U briganti ginirusu) sarà replicato al Teatro Trifiletti, il 2 maggio, ore 21:15. Regia di Nino Gangemi. Costumi di Luisa Giacon. Scenografie di Domenico Previte. Con la partecipazione del mezzo soprano Emy Spadaro.



Il "Pasquale Bruno" di Nino Gangemi, tratto dal romanzo di Alexandre Dumas "Pascal Bruno", è la metafora della Sicilia maltrattata e povera che si ribella ai soprusi dei potenti. Un opera in cui sono evidenziati i sentimenti, la passione e il senso dell'onore, dove l'attenzione dell' autore trae dall'originale romanzo, una fedele esposizione narrativa secondo i canoni tradizionali dell'arte scenica siciliana.

Nell'immaginario popolare Pasquale Bruno, nato presumibilmente nel 1780, è quell’eroe buono che si batte contro le prepotenze dei signori, a cominciare dal principe di Castelnuovo e Conte di Bauso violentatore della madre secondo il diritto dello” Ius primae noctis”. Proprio da qui prende avvio la storia di questo personaggio. 

Il padre di Pasquale, Antonino, detto “Zuzza” per vendicare l'onore della propria moglie aveva tentato di uccidere il conte. Antonino fu condannato a morte e la sua testa fu messa in una gabbia sulle mura del Castello di Bauso. Rimasti soli, la moglie e il figlio, ancora piccolo, decisero di lasciare Bauso e per trovare rifugio sulle montagne che sovrastano Barcellona Pozzo di Gotto. Pasquale, alla morte della madre, ritornò a Bauso e qui ebbe modo di conoscere una giovane di nome Teresa, che era in servizio come cameriera presso la contessa Gemma di Castelnuovo, moglie del Principe di Carini e figlia di quel conte che il padre del bandito aveva tentato di uccidere.

Per queste ragioni la contessa Gemma non nutriva di certo simpatie nei confronti di Pasquale Bruno. Difatti, impedì al giovane di frequentare Teresa che, anzi, fece trasferire a Palermo, dove fu spinta a sposare un servitore della casata con l'intento di mantenere i due sposi al suo servizio lontano da Bauso. Pasquale cercò d'impedire che tutto ciò avvenisse presentandosi supplichevole alla contessa, ma era stato cacciato perché la nobildonna non contemplava minimamente il perdono per il gesto scellerato del padre. Queste ragioni portarono Pasquale Bruno a diventare un bandito. 

Egli si sentiva vittima di un'ingiustizia e si ribellò per anni contro i gendarmi del Conte di Castelnuovo, seguito da un ristretto gruppo di amici fidati. Resistette assediato nella sua masseria fino a quando la contessa minacciò di bruciare Bauso. L'amore per il suo paese e per la sua gente prevalse e si arrese. La morte violenta di Pasquale Bruno amplificò la sua vicenda e fece entrare il bandito di Bauso nella leggenda, innalzandolo a ruolo di eroe contro i soprusi dei potenti.


A.D.P.


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