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GIORNATA NAZIONALE CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE


Nella 1° Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare in Italia, istituita dal ministero dell'Ambiente oggi, 5 febbraio 2014, si riunirà a Roma una Consulta sul tema composta da enti, associazioni, organizzazioni e imprese. Alla consultazione prenderà parte anche il Wwf, che sottolineerà l'impatto dello spreco alimentare sulla biodiversità. ''Ogni anno in Italia - spiega l'associazione - buttiamo nel cestino fino a 1.226 milioni di metri cubici di acqua, pari all'acqua consumata ogni anno da 19 milioni di italiani, e 24,5 milioni di tonnellate di CO2, pari a circa il 20% delle emissioni di gas serra del settore dei trasporti. Inoltre gettiamo via anche il 36% dell'azoto da fertilizzanti, usati inutilmente''.

La responsabilità dello spreco è dei consumatori, i quali spendono in media 316 euro all'anno in cibo che viene buttato senza essere consumato, ma anche - sottolinea il Wwf - di un sistema produttivo che perde cibo e risorse lungo la filiera, fino al 50% delle perdite totali, prima che arrivino in tavola. Il peso ambientale di ciò che viene sprecato dipende non solo dalla quantità, ma anche dal tipo di alimento. Lo spreco di 1 kg di carne costa all'ambiente 10 volte la quantità di gas serra e di azoto reattivo richiesti da 1 kg di pasta, rileva il Wwf. Lo spreco di 1 kg di manzo utilizza invano 594 litri di acqua a fronte dei 15 litri per lo stesso quantitativo di pasta. Contro lo spreco alimentare il Wwf sta sviluppando iniziative di sensibilizzazione con la collaborazione di aziende della grande distribuzione e food service.

Tre italiani su quattro (73 per cento) hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, anche per effetto della crisi che spinge al risparmio e ad ottimizzare la spesa dallo scaffale alla tavola. E' quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixe' divulgata in occasione della giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, istituita dal ministero dell'Ambiente. La tendenza al contenimento degli sprechi - sottolinea la Coldiretti - è forse l'unico aspetto positivo della crisi in una situazione in cui ogni persona in Italia ha comunque buttato nella spazzatura 76 chili di prodotti alimentari durante l'anno.

Secondo l'indagine, il 45 per cento degli italiani ha ridotto gli sprechi, il 28 per cento li ha addirittura annullati, mentre una percentuale del 26 per cento non ha cambiato il proprio comportamento. Tra chi ha tagliato gli sprechi, l'80 per cento fa la spesa in modo piu' oculato, con un crescente interesse per i mercati degli agricoltori, il 37 per cento guarda con più attenzione la data di scadenza e il 26 per cento ha ridotto le dosi acquistate. E arrivano al 56 per cento quelli che riutilizzano gli avanzi per preparare polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille o macedonia. In particolare quattro italiani su dieci (42 per cento) mangiano il pane avanzato dal giorno prima e solo un 2 per cento butta il pane superfluo.


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