Si è appena conclusa la riunione a Palazzo dei Normanni, nella Sala D'Ercole, dei deputati dell'Assemblea Regionale Siciliana che approvano l'abolizione delle province proposta da Rosario Crocetta. Ma i "conti" non tornano, anzi sembrano assumere un colore: il rosso! La Sicilia è a rischio default. Si parla di un buco da coprire di quasi tre miliardi di euro, di cui 1,9 di tagli a trasferimenti per quest'anno e un miliardo di disavanzo dell'anno scorso. Per ovviare a questa situazione sono previsti dei tagli di almeno il 40% con impatto sui diversi assessorati e su un bilancio di circa 27 miliardi di euro. Al momento, secondo alcuni deputati ci sarebbero fondi solo per coprire gli stipendi dei regionali, le pensioni e parte delle spese di funzionamento dell'amministrazione. La commissione Bilancio dell'Ars ha convocato per domani diversi dirigenti della Regione per avere un quadro più dettagliato sulle voci di spesa.
Il Presidente, Rosario Crocetta ha minimizzato dicendo: "Nessun rischio default per la Sicilia, noi siamo bravi a risolvere i problemi. Faremo la spending review e non permetteremo la macelleria sociale". Una frase simile e, nel contempo, meno rassicurante, di quella pronunciata dallo stesso Crocetta nel novembre 2012: "Gli analisti internazionali e italiani ci dicono che se non si interviene subito la Sicilia andrà in default nel 2014. Tagli per 1,5 miliardi di euro? La prossima settimana vi darò i conti dettagliati e scoprirete che saranno maggiori. Tra chiudere strutture che costano tanto e pagare i precari scelgo i precari. Non farò macelleria sociale".
Diceva Nietzsche: "Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità".
Antonella Di Pietro©