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AGRIGENTO CANDIDATA A DIVENTARE CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2020


“Tu giri antica ruota di ribrezzo, tu malinconia che prepari il giorno attenta in ogni tempo, che rovina fai d’angeliche immagini e miracoli, che mare getti nella luce stretta d’un occhio! Il telamone è qui, a due passi dall’Ade (mormorio afoso, immobile), disteso nel giardino di Zeus e sgretola la sua pietra con pazienza di verme dell’aria: è qui, giuntura su giuntura, fra alberi eterni per un solo seme.” (Salvatore Quasimodo, Tempio di Zeus ad Agrigento)

Valle dei Templi - Agrigento
Fondata nel VI secolo a.C. come colonia greca, Agrigento diventò una delle più importanti città del mondo mediterraneo. La sua supremazia si può ancora scorgere nelle rovine dei meravigliosi Templi dorici che dominavano la vecchia città. Aree di scavo all’aperto permettono di fare luce sulle città del tardo periodo ellenico e romano e sulle pratiche di sepoltura dei suoi abitanti dell’epoca paleocristiana. La Città dei Templi, già Patrimonio dell'Umanità, è stata inserita nella short list come Capitale Italiana della Cultura 2020. 

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha annunciato le dieci città che si contenderanno il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Le città della short list sono arrivate in finale superando le altre 21 candidate al bando dello scorso maggio e ora dovranno presentare il proprio progetto nel corso delle audizioni della Commissione presieduta dal prof Stefano Baia Curioni. La città vincitrice potrà rappresentare per un anno la nuova offerta culturale e turistica nazionale, attuando il proprio progetto grazie al contributo statale di 1 milione di euro. 

Oggi, 5 febbraio, il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto è a Roma, davanti alla Commissione nazionale per illustrare il progetto “Agrigento capitale della cultura 2020”. “Penso che Agrigento, veramente, meriterebbe di portare questo titolo a casa. Non sarà questo fregio a farle cambiare vocazione. Ma questo fregio potrebbe portarci risorse finanziarie significative ed è un’occasione che non possiamo non cogliere”.

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci ha così commentato: "Essere tra le finaliste è una bellissima notizia che premia le scelte culturali di una città che, già da venti anni, è patrimonio dell'umanità, ma non possiamo fermarci alla 'semplice' nomination. Agrigento ha, infatti, tutte le carte in regola per diventare, nel 2020, 'Capitale italiana della cultura'. Candidarla è stata un'ottima intuizione. I presupposti storici, artistici e culturali ci sono tutti: i suoi palazzi, i suoi monumenti, le sue ville, il suo Parco archeologico, caratterizzato da un eccezionale stato di conservazione. E ancora gli importanti templi dorici del periodo ellenico, così come le recenti scoperte dei resti del teatro greco dell'antica Akragas. Voglio esprimere al sindaco Lillo Firetto, e a tutto lo staff di altissimo livello che lo sta supportando in questa meravigliosa competizione la vicinanza e l'appoggio del governo regionale, con l'auspicio che un'altra città siciliana, dopo Palermo, possa fregiarsi di un riconoscimento prestigioso come questo". 

"Possiamo farcela, ci sono tutti i presupposti perché Agrigento possa essere capitale italiana della cultura 2020”. Lo afferma Giusi Bartolozzi, candidata capolista per la Camera dei deputati di Forza Italia nel Collegio Agrigento, Gela, Mazara del Vallo, a conclusione dell’incontro tenutosi oggi, 5 febbraio, al Ministero dei beni culturali e del turismo tra la delegazione per la candidatura, guidata dal sindaco Lillo Firetto e dal Cardinale Franco Montenegro, e la Commissione presieduta dal Prof. Stefano Baia Curioni. “Agrigento - prosegue la capolista di Forza Italia  - costituisce la frontiera culturale d’Europa e la cultura è frontiera per la crescita economica e sociale del suo territorio. Tutte le forze politiche sostengano lo sforzo della Città per conseguire questo importante obiettivo”.

Andrea Carandini, Presidente del FAI Fondo Ambiente Italiano, per la candidatura della città siciliana ha dichiarato: "Relegati in un fosco passato gli anni in cui Agrigento riteneva la Valle dei Templi l’ostacolo maggiore al suo sviluppo, la città ha oggi coralmente rivolto il proprio sviluppo alla conoscenza e alla valorizzazione della spettacolare area archeologica affacciata sul Mediterraneo. La mirabolante unione tra paesaggio e architettura, che da sempre Agrigento ha offerto al visitatore, si sposa oggi con la riscoperta del centro storico, nobile e intatto, seppur pesantemente offuscato da quella corona che l’edilizia della seconda metà del Novecento ha inflitto alla città. Il FAI ha avuto in dono dal fato l’occasione di poter contribuire al presente e al futuro di Agrigento impegnandosi, assieme al Comune, al Parco Archeologico della Valle dei Templi, alla Prefettura e alla Soprintendenza, nella resurrezione della Kolymbethra, luogo magico quant’altri mai, per le attrezzature idrauliche greche e per la natura. Animati da questo spirito fervido di collaborazione, sosteniamo pertanto con decisione la candidatura di Agrigento, proposta dall’attuale amministrazione, a Capitale Italiana della Cultura 2020, forti del fatto che anche gli dèi dell’Olimpo, generosi nell’aver finalmente consentito il ritrovamento del teatro, ci hanno inviato un segno del loro favore. "

L’iniziativa, istituita con la Legge Art Bonus per il periodo 2015 – 2018 per valorizzare la progettualità delle candidate italiane a Capitale Europea della Cultura 2019 e divenuta stabile con la Legge di Bilancio 2018, è volta a sostenere e incoraggiare cartelloni di eventi e attività capaci di far recepire in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo. Il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 sarà assegnato, come di consueto, nell’ambito di una cerimonia pubblica nella sede del Ministero, a Roma, in via del Collegio Romano 27, il prossimo 16 febbraio alle ore 11.00 alla presenza del Ministro Dario Franceschini.

Agrigento - Tempio della Concordia
"Te prego, o splendida, più bella tra le città dei mortali", Pindaro, antico poeta greco

Eccezionale testimonianza storica della Magna Grecia e dell’epoca successiva, l’area archeologica di Agrigento, in Sicilia, è stata inserita nel 1997 nel World Heritage List dell'UNESCO. I resti della città ellenistica e poi punico-romana, gli imponenti templi dorici - quasi intatti -, le agorà, le necropoli pagane e cristiane e la fitta rete di acquedotti sotterranei, costituiscono la ricchezza di un sito che si estende su circa 1300 ettari e racconta una storia millenaria iniziata nel VI sec. a.C. con la fondazione dell’antica colonia greca di Akragas. Articolata su terrazzi in cima ad un altopiano e con il suo impianto urbanistico a scacchiera, Akragas fu una delle più grandi città greche del Mediterraneo. Circondata verso la fine del VI sec. a.C. da un’imponente muraglia difensiva con nove porte, la colonia conobbe un periodo di grande espansione nel V sec. a. C., durante il regno del tiranno Terone, che proseguì anche quando fu instaurata la democrazia. In questo periodo vennero edificati i templi dorici della collina meridionale che delimitavano, a sud, l’altopiano su cui era situata la città. Diventata teatro della lotta fra Cartaginesi e Romani per il dominio sul Mediterraneo, la città cadde progressivamente in decadenza finché, conquistata dai Romani, venne soprannominata “Agrigentum”.

Vero e proprio cuore della zona archeologica di Agrigento, l’area dei Templi è un luogo unico da visitare. Il Tempio di Zeus o Giove Olimpico, di cui oggi sopravvivono solo le fondamenta e l’altare principale, era uno dei più grandi templi greci dell’antichità. Il più antico tempio di Agrigento è invece quello di Eracle o Ercole, mentre il meglio conservato è sicuramente il Tempio della Concordia: con ogni probabilità il più impressionante tempio greco dorico giunto ai giorni nostri dopo il Partenone di Atene. L’edificio venne adattato in seguito a Chiesa cristiana, come testimoniano le tombe scavate nel pavimento. Contemporaneo al Tempio della Concordia è quello di Hera Lacinia o Giunone, che rimase fortemente danneggiato da un incendio verso la fine del V sec. a.C.. Da visitare sono anche: il Tempio dei Dioscuri; il Santuario dedicato alle divinità ctonie o “della terra” - Demetra e Persefone – che erano fortemente venerate dalle donne della zona; quello di Efesto o Vulcano, separato dal precedente da una piscina a confluenza di un antico e articolato acquedotto; il Tempio di Iside, di età tardo augustea-tiberiana; quello di Demetra, collegato alla Rupe Atenea, l'antica acropoli della città; il Santuario di Asclepio o Esculapio, dio greco della medicina, centro di riti terapeutici, e quello di Athena, oggi parte della Chiesa di Santa Maria dei Greci. 

Bellissima è anche la zona dell’agorà di età greca e romana, articolata su più terrazzi e centro della vita pubblica, la “Sala del Consiglio” o “Bouleuterion” nell'area a Nord del Poggetto di San Nicola e il Gymnasium, antico luogo di attività sportive, educative e ricreative. La Valle dei Templi conta anche una ricca zona di necropoli greche, romane e paleocristiane, poco fuori dalla città antica, e la tomba di Terone, così denominata per un errore di attribuzione, che non aveva nulla a che fare con l’antico tiranno ellenico di Akragas. Infine, meritano attenzione anche i laboriosi acquedotti, i mosaici dei pavimenti sopravvissuti nelle zone residenziali elleniche e romane e le Basiliche paleocristiane di epoca successiva, fra cui quella di “Villa Athena”, a poca distanza dal Tempio della Concordia.

A.D.P.



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