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UN VIAGGIO SUGGESTIVO NELLA SICILIA PROFONDA

Locandina

Sarà un viaggio suggestivo tra i tanti volti della Sicilia, in un respiro davvero glocal, tra il locale e l’internazionale, quello che effettuerà la studiosa  e promotrice culturale palermitana Marcella Croce, in una conferenza che si terrà sabato alle 18 a villa Cianciafara nell’ambito della rassegna “All’ombra del carrubo” curata dall’operatrice culturale Milena Romeo, che da tempo approfondisce i temi legati alla cultura identitaria siciliana e mediterranea. Al centro dell’incontro coordinato da Milena Romeo - che prevede delle proiezioni di filmati documentaristici e l’introduzione dell’ing. Amedeo Malandrino, che gestisce la splendida villa di Zafferia - lo studio della Croce Viaggio nella Sicilia profonda, che analizza l’isola nella sua storia sociale, culturale, religiosa, con un ampio spazio dedicato alle tradizioni popolari, alle feste religiose, ai cibi della festa, ai riti, ai dialetti, agli aspetti ambientali e monumentali di località, città, borghi.

Marcella Croce è nata a Palermo e ha conseguito il dottorato in letteratura italiana presso la University of Wisconsin-Madison (USA). Per conto del Ministero degli Esteri è stata docente di italiano all’Università di Isfahan (Iran) e di Kyoto (Giappone). Ha pubblicato vari libri sulle tradizioni popolari siciliane e Oltre il chador - Iran in bianco e nero (Medusa, Milano) con cui ha vinto il 1° Premio di scrittura femminile “Il paese delle Donne”, Roma 2007. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Eat smart in Sicily (Ginkgo Press, USA) e “Guida ai sapori perduti – storie e segreti del cibo siciliano” (Kalòs, Palermo) che sono stati presentati negli Istituti Italiani di Cultura di Washington, San Francisco e Vancouver. Con Andrea Matranga, ha presentato la mostra fotografica “Riti e teatro tradizionale a Kyoto” presso il Museo Internazionale delle Marionette di Palermo e l’Art & Culture Association di Atene. 

La Croce si è anche interessata alla storia del Terremoto di Messina del 1908, con conferenze tenute presso la comunità italiana in Canada, e alla Feste del Mezz’Agosto Messinese, su cui dice: “Penso che il gioco di campane che ogni Mezzogiorno scandisce la vita della città al suono del Campanile del Duomo, quello che i tedeschi chiamano glockenspiel, esprima un rimpianto, una proiezione che i messinesi hanno da sempre verso l’Europa. I messinesi sempre protesi verso il continente da quel loro incantevole angolo privato di Sicilia, identificarono con la Vara una propria missione di leadership, negata dalla Storia, della quale avrebbero voluto essere investiti”.Sui Giganti Mata e Grifone osserva: “La loro presenza nel patrimonio mitico di Messina dovrebbe associarsi alla presenza nell’isola di animali primitivi, elefanti nani  un tempo presenti in varie parti della Sicilia, che potevano suggerire una parentela con le leggendarie e gigantesche creature. Non lontano da Messina, sulle pendici dell’Etna, Ulisse aveva accecato Polifemo: secondo i palearcheologi l’idea di un essere con un unico occhio centrale avrebbe origine dal grande foro osservato nei teschi dei pachidermi estinti in corrispondenza della proboscide”.

Sergio Di Giacomo


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