L'attuale Consigliere Comunale del Gruppo "Cambiamo Messina dal basso", arch. Maurizio Rella, portavoce di “Futuro a Sinistra Messina” e responsabile del “Comitato per il No al Referendum alle modifiche costituzionali”, interviene sulle ultime dichiarazioni del Premier Matteo Renzi riguardanti la presunta costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e, nel contempo, invita, i cittadini a votare No il 4 dicembre 2016 alla revisione di 47 articoli della Costituzione Italiana.
Maurizio Rella |
"La messa in sicurezza del territorio è la grande priorità, - sottolinea Rella - vediamo che sistematicamente pioggia e alluvioni sconvolgono drammaticamente la vita e l'economia degli italiani. La cura del territorio è un'indispensabile infrastruttura, sul territorio poggiano le attività economiche e la vita delle persone, c'è tanto buon lavoro. Messina, ha detto più volte no con grandi manifestazioni nazionali di grande partecipazione popolare, un grande movimento popolare si è sviluppato negli anni sulle ragioni del no al ponte sullo stretto fino alla definitiva decisione di abbandonare questa disastrosa opera e la chiusura della omonima società posta in liquidazione. È importante a questo punto che ripartano tutte le iniziative da parte di movimenti protagonisti della battaglia "NO PONTE" è da parte dei cittadini che hanno a cuore il nostro territorio il nostro ambiente, il nostro paesaggio, la nostra vita e quella delle future generazioni, insieme ai cittadini di Villa e Reggio, per contrastare i folli propositi di Renzi".
Coordinamento Democrazia Costituzionale di Messina |
1) Insieme alla nuova legge elettorale la riforma limita pesantemente gli spazi della Democrazia;
2) Non elimina il bicameralismo e non riduce i costi;
3) Stravolge la Costituzione nata dalla Resistenza, contro ogni norma di legge. La Costituzione non può essere cambiata con la stessa facilità con cui si cambierebbero un paio di jeans;
4) La riforma è stata votata da un parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale.
2) Non elimina il bicameralismo e non riduce i costi;
3) Stravolge la Costituzione nata dalla Resistenza, contro ogni norma di legge. La Costituzione non può essere cambiata con la stessa facilità con cui si cambierebbero un paio di jeans;
4) La riforma è stata votata da un parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale.
A.D.P.