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ALLARME SICUREZZA ALIMENTARE. A RISCHIO I PRODOTTI DELLA TERRA. A MESSINA UN INCONTRO SUL CIBO

La produzione del cibo genera squilibri ambientali, sociali, economici. Questo il tema dell'incontro "Il Cibo al Centro" che si terrà a Messina. Un tema di grande attualità dopo l'allarme lanciato dalla Coldiretti che avvisa i consumatori della presenza di residui chimici in frutta e verdura.



Nell'ambito della X Giornata del Dialogo e dell'Ascolto, venerdì 22 aprile, a partire dalle ore 10:00, l'Istituto Tecnico Agrario e Biotecnologico "Pietro Cuppari", a S. Placido Calonerò (Messina), in collaborazione con l'Osservatorio per le Politiche Giovanile "Lucia Natoli", organizza la tavola rotonda "Il Cibo al Centro". Interverranno: Simona D’Angelo – coordinatrice Osservatorio “Lucia Natoli”; Prof. Leopoldo Moleti – dirigente scolastico Istituto “P. Cuppari”; Dott. Emanuele Triolo – agronomo; Dott. Giuseppe Naso – Medicina Generale; Dott.ssa Domenica Virzì – Alimenti Biologici - Biolis. L'incontro, che si terrà presso il Teatro dell'Istituto "P. Cuppari", ha lo scopo di far riflettere i giovani sul ruolo che i consumatori avranno nei prossimi anni per garantire la sostenibilità dello sviluppo, a partire dal bene primario, ovvero il cibo, nell'ottica mondiale che l’educazione al consumo è ritenuta basilare per fornire alle nuove generazioni le giuste competenze e per affrontare con senso critico le sfide alimentari del futuro.


Per la Coldiretti, con la quasi totalità (92%) dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici sono i broccoli provenienti dalla Cina il prodotto alimentare meno sicuro, ma a preoccupare è anche il prezzemolo del Vietnam con il 78% di irregolarità e il basilico dall’India che è fuori norma in ben 6 casi su 10. E’ quanto emerge dalla “Black list dei cibi più contaminati” sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa. "La conquista della vetta della classifica da parte della Cina non è un caso poiché il gigante asiatico - ricorda la Coldiretti - anche nel 2015 ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo una elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti. Su un totale di 2967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15 per cento) - precisa la Coldiretti - hanno riguardato il gigante asiatico che in Italia nello stesso anno ha praticamente quintuplicato (+379%) le esportazioni di concentrato di pomodoro che hanno raggiunto circa 67 milioni di chili nel 2015, pari a circa il 10 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente".

"Se nella maggioranza dei broccoli cinesi è stata trovata la presenza in eccesso di Acetamiprid, Chlorfenapyr, Carbendazim, Flusilazole e Pyridaben, nel prezzemolo vietnamita - sottolinea la Coldiretti - i problemi derivano da Chlorpyrifos, Profenofos, Hexaconazole, Phentoate, Flubendiamide mentre il basilico indiano contiene Carbendazim che è vietato in Italia perché ritenuto cancerogeno. Nella classifica dei prodotti più contaminati elaborata alla Coldiretti ci sono però anche le melagrane dall’Egitto che superano i limiti in un caso su tre (33%), ma fuori norma dal Paese africano sono anche l’11% delle fragole e il 5% delle arance che arrivano peraltro in Italia grazie alle agevolazioni all’importazione concesse dall’Unione Europea. "Con una presenza di residui chimici irregolari del 21% i pericoli - continua la Coldiretti - vengono anche dal peperoncino della Thailandia e dai piselli del Kenia contaminati in un caso su dieci (10%). I problemi riguardano anche la frutta dal Sud America come i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana che sono fuori norma nel 14% dei casi per l’impiego di Spinosad e Cypermethrin. E’ risultato irregolare - sottolinea la Coldiretti - il 15% della menta del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni dall’Unione Europea per l’esportazione di arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno messo in ginocchio le produzioni nazionali".

"L’accordo con il Marocco - precisa la Coldiretti - è fortemente contestato dai produttori agricoli proprio perché nel Paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa. L’agricoltura italiana è la più Green d’Europa con 281 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), il divieto all’utilizzo degli ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%)".

“Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri" - ha detto il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo che ha sottolineato “bisogna liberare le imprese italiane dalla concorrenza sleale delle produzioni straniere realizzate in condizioni di dumping sociale, ambientale con rischi concreti per la sicurezza alimentare dei cittadini”.

LA BLACK LIST DEI CIBI PIU’ CONTAMINATI

PRODOTTO      PAESE                   % IRREGOLARITA’ PER RESIDUI CHIMICI
Broccoli            Cina                                    92%
Prezzemolo       Vietnam                              78%
Basilico             India                                   60%
Melagrane         Egitto                                  33%
Peperoncino      Thailandia                           18%
Menta               Marocco                               15%
Meloni/Cocomeri  Rep. Dominicana            14%
Fragole             Egitto                                   11%
Piselli                Kenia                                   10%
Arance              Egitto                                     5%



A.D.P.

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