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IL PROFUMO DEI TIGLI. RECENSIONE DI ANTONIO CATTINO

Al Palazzo della Cultura "Antonello da Messina" è stato presentato il volume “Il Profumo dei Tigli”, un romanzo di un ex studente calabrese fuori sede, che ripercorre la Messina degli anni ’70, amicizie e ricordi attraverso un fresco amore giovanile, nato per caso una mattina, alla fermata dell’autobus in Corso Cavour. 



L’autore, Domenico Angilletta, è il narratore della storia, che si svolge tutta alla terza persona, in uno scintillio di innamoramento del protagonista, sia con la città che l’ha ospitato per i suoi studi universitari sia per la protagonista femminile di quell’amore, in un  susseguirsi di situazioni e di personaggi, professori, amici ed amiche, nottambuli impenitenti, compagnie occasionali ma non tanto, di nottate trascorse fra i tavoli dell’Irrera a Piazza Cairoli, in una sorta di rito collettivo, di autoaffermazione in uno psicodramma che si costruiva in maniera naturale, senza nessuna preparazione prestabilita. Ideali agitati, discussioni accese, auto-incensarsi di taluni tombeur de femmes, per improbabili ripetute conquiste femminili … e poi le cene dagli altri studenti, dove nascono e si consumano amori.

Copertina del libro

Al centro però l’autore in un italiano standard, quasi giornalistico, senza quindi fronzoli, come è stato rilevato dal relatore e recensore del romanzo, il professore Giuseppe Rando, mette  la storia d’amore, che coinvolge i protagonisti: Lorenzo Angeri e Adele Borello, il loro incontro, la loro reciproca attrazione; lei calabrese e quindi fuori sede sta sostenendo gli ultimissimi esami e prepara la tesi, divide un appartamento con altre colleghe affittato al quartiere Lombardo, i due s’incontrano per una scusa banale pensata da lui, lei ricambia l’attenzione, ad un certo punto prende l’iniziativa e comincia l’idillio. Il linguaggio con cui Angilletta narra le intense scene d’amore è un linguaggio piano, da amore gentile, di vero innamoramento e di genuina passione amorosa, una sensualità raffinata, un erotismo fine che non travalica mai nella volgarità o peggio ancora nella pornografia. I due giovani si amano con passionalità e con un cercarsi reciproco, si percorrono nella scrittura i vari passi di questo rapporto d’amore, il piacere di farsi compagnia, il piacere di fare l’amore, i languori della separazione, la convivenza anche se per un periodo limitato, ma sarà il lettore, certamente a scoprire la trama ed il ricamo della storia… Essa si svolge in una città di Messina, ancora avente i caratteri di una comunità urbana e civile, di una certa compattezza, ancora non corrosa dai mali e dagli effetti della  mala politica di oggi, ma di cui già s’intravedono i germi.

Sia il professore Rando che il professore Tonino Perna, presente nella sua veste di Assessore alla Cultura, hanno sottolineato come Domenico Angilletta sia stato alla sua prima fatica letteraria, uno dei pochi scrittori non messinesi che abbiano parlato estesamente della Città di Messina in un loro romanzo, cosa che è da reputare importante e di cui s’intravedono i segni di una ripresa d’interesse verso la nostra città.

Domenico Angilletta è nato a Grotteria (RC) nel 1952 ha conseguito la laurea in Pedagogia alla Facoltà di Magistero e poi in Filosofia nel 1975, dopo un periodo di approfondimento delle problematiche filosofiche all’Estero, in Ungheria ed in Germania, ha iniziato a insegnare nei Licei, prima a Milano, fra cui al liceo Vittorini e al Manzoni, poi negli ultimi anni è ritornato in Calabria, insegnando a Locri e Roccella Jonica. Nel 2006 ha pubblicato un saggio storico “ Castelli,chiese ed abbazie nel  Giustierato di Calabria (IX-XIV sec.) Editrice Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ); lavoro che nel 2009 gli ha fatto conferire il premio “ A. La Torre” di Siderno per la saggistica. Ha pubbicato anche la Storia di CAMINI, Comune della Calabria. Il romanzo “Il Profumo dei Tigli” è edito dalla Casa Editrice Pellegrini e si può reperire presso la Feltrinelli Point di Messina. 

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