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SOCIAL GOSSIP: DAL CORTILE A FACEBOOK E TWITTER

Esce per i tipi di Aracne un volume che tratta il pettegolezzo come formula comunicativa scientificamente interessante anche per giornali , radio e tv. Dal cortile a Facebook e Twitter, in un libro dei sociologi Cava e Pira come il gossip diventa social.


Antonia Cava e Francesco Pira

Qual è il ruolo sociale del pettegolezzo? In che modo si è trasformato nel corso del tempo? Come lo studio del gossip può servire a rileggere le interazioni della società contemporanea?  Per rispondere a queste domande arriva in libreria “Social Gossip – Dalla chiacchiera di cortile al web pettegolezzo” (Aracne pagg 136 euro 10). Un libro che ripercorre la funzione socio-comunicativa del pettegolezzo interpretando i media come spazio privilegiato del voyeurismo verbale. Due sociologi della comunicazione, Antonia Cava e Francesco Pira, sfidano il pregiudizio che lega il chiacchiericcio al frivolo, invitandoci a prenderlo sul serio. Attraverso l’analisi dei linguaggi televisivi e delle narrazioni del web il libro restituisce l’importanza dei rumor come pratica collettiva che coinvolge l’intero corpo sociale nella produzione di significati. 

“Il pettegolezzo – spiegano Antonia Cava e Francesco Piranel tempo ha cambiato forma, linguaggi, strumenti di trasmissione ed diventato soprattutto sui social network parte della costruzione della propria identità”.

Nel primo capitolo i due autori definiscono sociologicamente il pettegolezzo attraverso le riflessioni di alcuni maestri del pensiero che si sono cimentati con il concetto di chiacchiericcio. Nel secondo illustrano alcune delle più note ricerche del panorama internazionale. Scandagliano poi gli ambiti in cui maggiormente il pettegolezzo dilaga: la sfera politica. Ed ancora la gossip press e i programmi televisivi di intrattenimento. L’ultima parte del libro si concentra sulle due cornici che fanno del pettegolezzo una formula del racconto di grande successo: la televisione ed il web. Cava e Pira approfondiscono alcuni casi-studio che all’interno del piccolo schermo o nel cyber spazio confermano la forza della comunicazione informale.

“Abbiamo scelto – sottolineano i due autori – di trattare il gossip come formula comunicativa scientificamente interessante e lo abbiamo fatto mettendo insieme le competenze sviluppate da ciascuno di noi negli ultimi anni di ricerca. Approfondendo quindi da una parte come i linguaggi giornalistici si trasformano nel momento in cui il pettegolezzo irrompe nel percorso di produzione della notizia, dall’altra che spazio occupa il pettegolezzo nelle logiche televisive".

Il volume si apre con l’introduzione del professor Domenico Carzo, ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi e Componente del Comitato Scientifico della sezione Processi e Istituzioni Culturali dell’AIS (Associazione Italiana di Sociologia). “Le voci, le chiacchiere condivise con altri attori sociali al fine di svelare segretezza ed intimità svolgono infatti un’indubbia funzione socio-comunicativa – rileva il professor Carzo – una pratica collettiva che coinvolge l’intero corpo sociale nella produzione di significati. Il pettegolezzo è una delle possibili forme in cui incrociare il piacere della narrazione. Un testo aperto, forse malizioso ed indiscreto, che permette un gioco d’immaginazione”.

"Dai più piccoli ai più grandi - concludono i sociologi Cava e Pira - il gossip come comunicazione informale riveste un territorio molto ampio e abbiamo percorso i sentieri storici, sociologici e politici. La nostra speranza che la lettura del nostro lavoro generi rumors che ne moltiplichino i lettori”.

Antonia Cava insegna Industria culturale e Media Studies presso il Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e Studi culturali dell’Università degli Studi di Messina dove è ricercatrice di Sociologia dei processi culturali e comunicativi. Si occupa di analisi dell’immaginario mediale e di dinamiche di fruizione da parte dei pubblici. Ha pubblicato, tra l’altro, Noir Tv. La cronaca nera diventa format televisivo (FrancoAngeli 2013), Servizio pubblico e mercato televisivo. La Rai nel passaggio dall’analogico al digitale (Aracne 2012).

Francesco Pira è docente di Comunicazione e giornalismo presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina e di Comunicazione pubblica e d’impresa presso lo IUSVE di Venezia e Verona. Svolge attività di ricerca nell’ambito della sociologia dei processi cultu-rali e comunicativi. Saggista e giornalista è autore di numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche. Opinionista del quotidiano on line “Affari Italiani” e del magazine «Spot and Web», scrive per riviste specializzate. Ha pubblica¬to tra l’altro La net comunicazione politica (FrancoAngeli 2012), Come dire qualcosa di sinistra (FrancoAngeli 2009), Come comunicare il sociale (FrancoAngeli 2005).

In copertina immagine di Tina Berenato

Il libro è pubblicato nella Collana del Centro Interuniversitario per le Ricerche sulla Sociologia del Diritto, dell’Informazione e delle Istituzioni Giuridiche (CIRSDIG). Comitato scientifico: Prof. Larry Barnett, Widener University (USA), Prof. Roque Carriòn–Wam, Università di Carabobo (Venezuela), Prof. Domenico Carzo, Università di Messina, Prof. Alberto Febbrajo, Università di Macerata, Prof. Mauricio Garcia–Villegas, Università Nazionale di Bogotà, (Colombia), Prof. Mario Morcellini, Università di Roma “Sapienza”, Prof. Edgar Morin, École des Hautes Études en Sciences Sociale (France), Prof. Valerio Pocar, Università di Milano “Bicocca”, Prof. Marcello Strazzeri, Università di Lecce.



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