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GETTONOPOLI. REPLICA DI ACCORINTI E DE COLA ALLA ZAFARANA

Dopo la puntata de L'Arena di Massimo Giletti, andata in onda su Rai 1 domenica scorsa ma, soprattutto dopo le esternazioni pubbliche di personaggi politici e non, il sindaco di Messina, Renato Accorinti - che ha partecipato alla trasmissione in collegamento esterno - con una nota diramata dal suo ufficio stampa, intende chiarire che "la verità non può essere falsificata". Mentre, l'assessore ai rapporti con il Consiglio, all'Urbanistica, alla Protezione Civile e ai Lavori Pubblici del Comune di Messina, Sergio De Cola, replica con una nota all'On. Valentina Zafarana e a tutti gli aderenti al M5S.


Valentina Zafarana

“In merito a quanto avvenuto nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda domenica scorsa su una rete nazionale e alle successive dichiarazioni rilasciate da esponenti politici - scrive il sindaco Renato Accorinti - puntualizzo che quanto è accaduto negli ultimi tempi a Messina, immortalato da fotografie e riprese filmate, non lascia margini di dubbio e inchioda a precise responsabilità di ordine certamente etico i protagonisti; su quelle penali deciderà poi la magistratura. Il danno più grande che è stato fatto non è quello economico, che speriamo venga risarcito. Certi comportamenti contribuiscono purtroppo ad alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni e della Politica, avvalorando la tesi che siano mondi sporchi e che tutti siano uguali. Un danno che temo non si recupererà in poco tempo. Tornando alle recenti dichiarazioni, in un gioco delle parti grottesco, si è tentato invece di ribaltare i fatti, immaginando responsabilità in capo al Sindaco ed alla Giunta, con ricostruzioni palesemente false, peraltro stigmatizzate anche da alcuni organi di stampa. Si è voluto far credere che il Sindaco abbia nominato la presidente del Consiglio comunale, si è arrivati al paradosso di raccontare agli italiani che il Sindaco possa modificare di sua iniziativa i regolamenti del Consiglio comunale, questo è un modo di fare sconcertante. Non è la verità e lo sanno bene i cittadini, che conoscono fatti e persone, e che hanno apprezzato e sostenuto le denunce della consigliera Lucy Fenech, capogruppo non a caso di ''Renato Accorinti  Sindaco, Cambiamo Messina dal basso''. Gli stessi cittadini che si indignano insieme a noi, assistendo attoniti ai contemporanei cambi di casacca, festeggiati al suono della zampogna in una mattinata che resterà nella cronaca cittadina come esempio di un modo di intendere la politica a cui non vorremmo mai più assistere. In merito al funzionamento del Consiglio comunale ed allo svolgimento delle funzioni dei consiglieri, aggiungo che la Politica è un impegno nobile che si fa con esclusivo spirito di servizio, non già per arrotondare gli stipendi. Bisogna - conclude Accorinti - modificare radicalmente un sistema che è congegnato in maniera da favorire comportamenti al limite del lecito. Prevedere una indennità fissa ed eliminare i gettoni e gli oneri riflessi, certamente favorirebbe trasparenza e pulizia”.

“Nel rumore assordante (e non utile) che negli ultimi giorni ha investito Messina, - scrive l'assessore Sergio De Colaho letto sulla stampa delle perplessità e delle indicazioni provenienti dal Movimento 5 Stelle in merito al lavoro attualmente in fase di svolgimento, riguardo alla pianificazione urbanistica in città. Per quanto ho avuto modo di leggere ritengo che ci sia confusione, forse anche per una mia mancanza di capacità nel comunicare quanto si sta facendo, nella circolazione delle informazioni (trasferimenti delle volumetrie, quantità di metri cubi, aree ZIR e ZIS, risanamento,…) sulle azioni che caratterizzano e definiscono in modo chiaro le scelte urbanistiche e di politica del territorio di questa Amministrazione. Ho sempre cercato di rendermi disponibile per illustrare il percorso intrapreso e ho avuto molti incontri (quasi sempre aperti a tutti) con il Consiglio, con le Circoscrizioni, con gli Ordini professionali e con le Associazioni che lo hanno chiesto, proprio per rendere il più possibile chiaro e trasparente un procedimento lungo e complesso come è quello del riassetto e dell’aggiornamento degli strumenti urbanistici della città. Mi farà quindi piacere stabilire, insieme, un'ulteriore occasione di confronto con il movimento 5 Stelle sui temi dell'Urbanistica a Messina. Sarebbe ovviamente un onore potere avere la partecipazione del prof. Salvatore Settis il cui pensiero potrà arricchire il dibattito, fornire preziose indicazioni al percorso intrapreso e le cui riflessioni sul paesaggio e sui beni comuni andranno ad aggiungersi a quelle di altri esperti e importanti nomi dell’urbanistica italiana che da tempo hanno aperto con noi un confronto e uno scambio di buone pratiche sui temi del dissesto, del consumo di suolo, della resilienza e della rigenerazione urbana. Leggo in maniera positiva la richiesta da parte del Movimento 5 Stelle di un dibattito su questi temi, dal momento che gli ultimi cento anni di pianificazione parlano di una città apatica e irrisolta che, all’ombra dei grandi dibattiti (ponte, risanamento,…), ha finito col fagocitare sé stessa e il suo patrimonio naturale. Sono convinto che la capacità di aggiornare gli strumenti urbanistici rappresenti la vitalità e la ''vera'' volontà di proiettarsi nel futuro della comunità che li esprime. Messina per decenni è rimasta in silenzio e non ha saputo o voluto farlo. Solo nel 1978 (a quasi settant’anni dal Piano Borzì) si è data un Piano (il Tekne) per poi procedere di variante in variante nel continuo rinvio di una riflessione seria e condivisa. Anche la stagione dei programmi complessi non ha lasciato risultati degni di rilievo, se non una programmazione forse fin troppo “straordinaria”. A chi è giovata l’assenza di strumenti urbanistici credibili e di una strategia di sviluppo? Certamente non alla città. Adesso è necessario focalizzare lo sguardo sulle questioni centrali, sgombrando il campo da qualsiasi tipo di confusione. Siamo in ritardo rispetto alle fortissime criticità che i nostri territori hanno più volte evidenziato sia per gli aspetti legati al rischio idrogeologico sia per lo scempio paesaggistico. Il compito principale del nuovo prg è mettere in sicurezza il territorio e avviare un percorso che porti a ritrovare un equilibrio ambientale che negli anni si è perso per l’insipienza e l’indeterminazione della programmazione urbanistica nella nostra città. Certamente uno strumento urbanistico non può bastare a cambiare le cose, ma una città che non è in grado di fare il punto su sé stessa e di stabilire nuove regole per aggiornare la propria visione del futuro è una città senza futuro. Sappiamo tutti che il percorso di approvazione di un piano è lungo e insidioso - conclude De Cola - ma se è vero che la città e i suoi rappresentanti vogliono contribuire a un nuovo corso per Messina, è il momento per farsi avanti e costruirlo insieme”.

Intanto, l'unico corso che i messinesi vorrebbero costruito è fatto d'ACQUA, quel prezioso liquido che manca in città da tre giorni e che rischia di gettare, ancora una volta, nello sconforto - soprattutto in vista delle feste natalizie - i cittadini.


A.D.P.



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