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LA MESSINA ANNI '50 DI GERI VILLAROEL. PREFAZIONE DI VANNI RONSISVALLE

Dopo due mesi di incontri e dibattiti incentrati sul mondo messinese e sulla “messinesità” dei suoi abitanti, declinata nelle più svariate sfaccettature - dall’impronta storico-culturale, a quella sociologica - con l’intento di sottolinearne e rinnovarne l’importanza, giunge alla conclusione la rassegna “Memoria e Scrittura: i libri e l’identità”, intrapresa dal Museo Provinciale “Messina nel ‘900”, e che ha visto alternarsi nella sala Convegni dello stesso personalità di spicco della cultura cittadina. 



L’ultimo appuntamento è stato quello dello scorso sabato al Museo dove, dopo una gratuita visita guidata nelle sale, il Direttore Angelo Caristi e il giornalista e scrittore Geri Villaroel, autore del volume “Messina Anni ‘50” hanno avviato  il programma della mattinata. L’opera risulta fra le più significative per rappresentare la cornice argomentativa promossa dalla Direzione del Museo, determinata a mantenere, attraverso un continuum fra il passato ed il presente, viva l’anima identitaria della città. Il volume è stato rivisitato dal prefattore Vanni Ronsisvalle, giornalista e scrittore. La presentazione è stata arricchita da suggestive foto e filmati d’epoca. L’autore, frugando nella Messina degli Anni ‘50, a parte i ricorsi storici, miti e leggende, per capire le origini di costumi, comportamenti e riti popolari, pone in evidenza l’anelito di tornare a vivere, dopo il dramma della guerra che rase al suolo la città.


Scorrendo i capitoli e le innumerevoli foto balza chiaro quanto quel decennio sia stato creativo e foriero d’atmosfere esaltanti. Dal Bar Irrera di Piazza Cairoli che faceva opinione, alla libreria dell’Ospe, con l’Accademia della “Scocca” ritrovo di cultura, dall’editoria alla cantieristica, all’industria, alle imprese di costruzione, all’artigianato a un commercio florido e attivo, come il fervore del porto, fonte di ricchezza e di rinascita. Alle iniziative, che creavano posti di lavoro, s’alternavano i luoghi di svago, di pubblico divertimento e di grande attrazione turistica, con l’Irreramare, che ospitava la Rassegna Cinematografica, la Fiera Campionaria, l’Agosto Messinese, il carnevale, lo sport, praticato a tutto campo nelle varie discipline. C’era anche l’imbarazzo della scelta tra cinema, teatri, trattorie tipiche, locali da ballo, manifestazioni popolari, la Festa della Matricola. Insomma una città tutta da vivere che si lasciava alle spalle la guerra e che, il Museo Messina nel ‘900, quale “rifugio dall’ignoranza”, rievoca a memento e memoria, avvalendosi della cultura.

"Con quest’ultimo incontro della rassegna - afferma Angelo Caristi - non si esaurisce certo l’attività culturale che il Museo promuove e persegue con un fitto palinsesto di incontri ed eventi che punta ad amalgamare il rapporto fra noi cittadini e la nostra città, la sua storia e la nostra identità".


A.D.P.


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