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INCENERITORE VALLE DEL MELA. I SINDACI FANNO IL PASSO DEL GAMBERO

Il Comitato Mamme per la Vita e Zero Waste Sicilia ribadiscono la loro netta contrarietà alla realizzazione dell’inceneritore di San Filippo del Mela dopo che i sindaci di Condrò, Santa Lucia del Mela e San Pier Niceto hanno fatto un passo indietro riguardo al Referendum per dire "No all'inceneritore". 



"Non si può in un’area ad elevato rischio di crisi ambientale e dichiarata sito d'interesse nazionale per le bonifiche, costruire altri impianti industriali inquinanti piuttosto che progettare la bonifica dei territori, che comunque impiegherebbe un numero uguale se non maggiore di lavoratori. La notizia che il 22 ottobre 2015 sei sindaci del comprensorio avevano fatto un accordo per indire un Referendum inter-comunale sul mega-inceneritore ci aveva fatto illudere che qualcosa stesse cambiando - afferma in una nota il Comitato Mamme per la Vita - e che finalmente anche i cittadini sarebbero divenuti protagonisti delle proprie sorti, liberi di scegliere della propria salute e del futuro del territorio. Siamo certi che dopo anni di veleni i cittadini opporrebbero un netto NO all’inceneritore, come hanno fatto il 27 settembre scorso riempiendo le strade di Archi. Con amarezza qualche giorno fà abbiamo appreso che i sindaci di San Pier Niceto, Condrò e Santa Lucia del Mela hanno rotto il Patto referendario. Noi cittadini non dobbiamo essere chiamati al voto solo nelle elezioni, pretendiamo di partecipare a una decisione così importante per il nostro futuro, anche tramite il Referendum, la forma di democrazia sostanziale più importate riconosciuta dalla nostra Costituzione".

"Benché sia vero - prosegue il Comitato Mamme per la Vita- che nell’ultimo anno 17 Consigli Comunali si siano espressi contro il proposto mega-inceneritore, rimane purtroppo vero che tali atti siano una mera espressione di volontà, come lo sarebbe il responso di un referendum consultivo. È però innegabile che ben altro peso avrebbe un NO sostenuto da decine di migliaia di voti, che una contrarietà espressa da qualche decina di consiglieri. Cogliamo l’occasione per invitare i Comuni che hanno deliberato contro la realizzazione dell’inceneritore, ad allargare il fronte del Referendum alla propria cittadinanza: l’inquinamento infatti non rispetta i confini amministrativi".

Sulla spaccatura del Patto referendario intervengono anche Beniamino Ginatempo ed Egidio Maio di Zero Waste Sicilia che nell'apprendere "con sconcerto e dolore" la decisione dei sindaci di abbandonare il progetto unitario di democrazia diretta tramite consultazione popolare cui avevano aderito, parlano di "passo del gambero".

"Pur comprendendo - scrivono in una nota - senza condividerle le loro ragioni, riteniamo che sarebbe stato molto meglio chiedere la convocazione del tavolo e discutere con tutti gli altri della questione, dell’eventuale quesito referendario che certamente poteva essere formulato meno ambiguamente, delle azioni comuni che comunque andrebbero intraprese. Lo strappo unilaterale, che purtroppo si origina dal peso politico del sindaco di Milazzo, poteva essere evitato con lo strumento del confronto, pertanto è grave che si sia scelto di procedere così. C’è solo da sperare che non si voglia rendere la spaccatura permanente. Si sa: i processi unitari sono lunghi e faticosi, si fa un passo avanti, due indietro e, bisogna sperare, tre di nuovo in avanti. Ma in questo caso l’unità di intenti dei cittadini e dei loro rappresentanti è indispensabile. Non già solo per vincere la battaglia contro la mostruosità dell’inceneritore ad Archi, ma soprattutto per la ideazione e la costruzione di speranze di vita per tutto il comprensorio".

"Tutti i sindaci - continuano i referenti di Zero Waste Sicilia - sanno che il futuro di tutta la fascia tirrenica non può stare nell’industria pesante, che comunque a medio termine sarà la desertificazione industriale, quando anche la RAM chiuderà. In tal caso, se allora qualcuno pensasse di poter salvare il proprio comune quando i comuni vicini affonderanno si sbaglia di grosso. Se affondano San Filippo del Mela, Torregrotta o Saponara, si salveranno mai Milazzo o San Pier Niceto? Solo nella crescita di tutti i comuni della fascia tirrenica, nessuno escluso, solo con la sinergia di decisioni ed azioni politiche potrà esserci una speranza. Se invece prevarranno ciechi egoismi e la difesa di interessi particolari, come sembra stia accadendo, sarà il disastro. Questo era il senso del tavolo unitario, e la consultazione popolare referendaria comune era solo il primo passo, non era, a nostro avviso, lo strumento per chiedere il no (o il sì) a un’opera devastante, ma per fornire ai cittadini tutti l’occasione per discutere durante la campagna referendaria delle questioni ambientali del comprensorio e delle alternative per il futuro. Era dunque una occasione di crescita culturale dei cittadini, che questa scelta ha fatto saltare".

"Rispondano dunque i sindaci che si sono defilati compreso quello di Milazzo e gli altri alle seguenti domande: 1) Se il referendum si terrà solo a San Filippo del Mela e in pochi altri, sarà meglio o peggio per il loro comprensorio?; 2) Senza un tavolo unitario, che includa tantissimi comuni oltre a quelli dell’AERCA, si potrà costruire un benessere duraturo per tutti?; 3) Come e quando intendono ricostruire un tavolo unitario? Dimostrino tutti i sindaci - conclude Zero Waste Sicilia - che sanno guardare ben più aldilà degli angusti confini del loro Comune".


A.D.P.


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