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SPAZIO AL SUD PRESENTA "L'UOMO CHE GUARISCE I MORTI"

L’Associazione “Arte&Cultura a Taormina”, presieduta da Mariateresa Papale, presenta il libro “L’Uomo che guarisce i morti” di Stefano Veroux. 


Una vera “chicca” del Caffè Letterario di “Spazio al Sud”, condotto dalla giornalista Milena Privitera, è quella prevista per sabato 11 luglio, alle ore 18:30, all’Hotel Isabella di Taormina. Sulla panoramica terrazza dell’albergo, con magnifica vista sul Teatro Antico e sui tetti della città, il taorminese doc Stefano Veroux, reduce dal successo de “La Rocca delle Ingrate” (2013),  parlerà del suo ultimo romanzo “L’Uomo che guarisce i morti”, che è stato finalista al più importante torneo letterario per opere inedite italiano, 2.300 le opere iscritte nell'edizione 2014, promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol.

Nel corso della presentazione, sponsorizzata dall’Associazione Albergatori di Taormina e patrocinata da partners di rilievo quali il Comune di Taormina, Taormina Arte, Club Unesco Taormina, Valli d’Alcantara e d’Agrò, Gais Hotels Group, Associazione Imprenditori Per Taormina, “Piazza Dalì”, Salvatore Spadaro, forte delle sua lunga esperienza teatrale in vernacolo, darà vita ad alcuni dei passaggi più spassosi e divertenti del romanzo. E la serata si preannuncia già come un evento.

“L’Uomo che guarisce i morti”, spumeggiante testo siculo-italiano ambientato a Chianchitta, frazione della famosa cittadina turistica, Almoetia ( guarda caso l’antico nome arabo di Taormina!) che ritrae, con sapienti pennellate e caustiche descrizioni, una galleria di “personaggi” tipici del luogo, in un turbinio di situazioni ed accadimenti comico – grotteschi.

La maestra di scuola timorata di Dio, il becchino faccendiere, una schiera di “amiche” rigorosamente zitelle e pettegole, il farmacista, il sindaco, il medico di famiglia, un marito geloso ed una bellissima “moglie” che donna è solo in parte. Insomma, una passerella di varia umanità, dove uomini e donne esibiscono tratti e caratteri definiti, archetipi di una comunità provinciale vista con affettuosa ironia e per ciò stesso per certi versi volutamente esasperati, come se ognuno di essi fosse l’immagine “rifratta” da uno di quegli specchi deformanti dei Luna Park di una volta. 

Come il protagonista, Salvatore Zappulla, edicolante di professione che, rimasto orfano, vive con i nonni paterni e la sorella, e, da buon maschio siculo, ha il chiodo fisso delle donne di cui parla e parla, ma con cui non sempre conclude… o Turi Schedina, classico vitellone di provincia, o la nonna Assunta Caronia, sempre ansiosa e apprensiva, specialista di squisiti manicaretti e nel trattare il nipote ultratrentenne come se fosse ancora un ragazzino, o ancora l’affascinante, e due volte vedova, Catena Intelisano, trapiantata a Milano da anni, che accetta l’invito di Salvatore di una voluttuosa, ferragostana, gita in spiaggia, incurante dei nuvoloni in arrivo… Nuvoloni da cui partono fulmini e saette… 

E fu così che “Oggi, 15 agosto, alle ore 11:11, è stato ricoverato d’urgenza presso codesto ospedale Salvatore Zappulla, fu Ignazio, vittima di fulminazione. Da una prima ricognizione il paziente risulta in discrete condizioni ma la prognosi al momento resta riservata…il degente è tenuto in coma farmacologico…”. E fu, ancora, così che Salvatore si ritrova non solo vittima della “fulminazione”, ma, a seguito di ciò, anche di una scomoda, imbarazzante, forma acuta di “priapismo” e, come se ciò non bastasse, con la gente convinta che sia dotato di tali poteri taumaturgici miracolosi che un suo semplice tocco può… risvegliare anche i morti.


Ironico e scorrevole, con quel pizzico di grottesco unito all’assurdo che rende pirotecnici i vari personaggi, il romanzo, suddiviso in tre parti - vita, morte e miracoli - con brevi capitoli dai titoli esplicativi tratti da famosi aforismi, è il quadro brillante ed irriverente della provincia siciliana, metafora di quella italiana: “un viaggio - come dichiara l’autore - spero divertente, fra le credenze popolari, le superstizioni ed il senso religioso che caratterizza la nostra sana e divertente provincia”. 

Naturalmente, Stefano Veroux, con la consueta formula di rito alla fine del libro tiene a ribadire come “ogni riferimento a persone, luoghi esistenti, e fatti realmente accaduti è puramente casuale”. Per chi è della zona, però, i riscontri con la realtà risultano tanti, facili e decisamente esilaranti!
"Il titolo di questo romanzo me lo ha suggerito involontariamente mia figlia Ottavia. Una decina d’anni fa mi trovavo nei pressi di piazza Duomo a Milano. Sul sagrato della Cattedrale stavano allestendo la cerimonia solenne di giubilo per l’ennesima beatificazione dell’era di Giovanni Paolo II. La bambina, di anni sette, mi ha chiesto come si facesse a stabilire chi fosse Santo e chi no. Arrampicandomi sugli specchi, le ho spiegato per sommi capi la procedura, ma lei mi guardava poco convinta. Alla fine mi ha gelato con una semplice domanda: “Ma i santi sanno guarire i morti?” La storia è ambientata in Sicilia, nello specifico in due paesini immaginari della costa ionica del messinese. Essendo nato in quella zona mi è stato facile immaginare le scene e i personaggi che ho descritto, ma sono certo che le medesime situazioni e attori le possiamo trovare, con le dovute distinzioni, in qualsiasi zona d’Italia". 
Stefano Veroux, sposato, tre figli, vive a Milano e si occupa da oltre vent’anni di comunicazione a favore di multinazionali, ministeri e enti. Esperto di relazioni pubbliche e ufficio stampa è specializzato in comunicazione pubblica, corporate, tematiche ambientali, politica, crisis management e marketing territoriale. 


L'uomo che guarisce i morti è disponibile anche in versione cartacea su Amazon. http://www.amazon.it/Luomo-che-guarisce-i-morti-ebook/dp/B00R0E2PB6/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&sr=&qid=


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