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PREMIO HORCYNUS ORCA A VASKEN BERBERIAN

Nella seconda giornata dell'Horcynus Festival ha avuto luogo la presentazione del libro “Sotto un cielo indifferente” (Sperling & Kupfer, 2013) del regista e scrittore armeno Vasken Berberian che, alla presenza dell’Ambasciatore della Repubblica Armena in Italia, Sargis Ghazaryan, ha ricevuto il premio Horcynus Orca 2015.



Dalle calli di Venezia alla Grecia dei primi del Novecento e alla Russia dei gulag, Vasken Berberian ci racconta con sensibilità rara una trama sottile di emozioni, ricordi e vite sospese, sullo sfondo incantato e struggente del Mediterraneo e i mari glaciali della lontana Siberia. E, al tempo stesso, ci regala una narrazione potente – grande come il cielo che guarda indifferente le azioni degli uomini e i destini dei popoli – dipingendo un secolo di Storia, e commuovendoci sin dalle prime, intensissime pagine.

La baia sta trasformandosi in un fiume. Un fiume dal corso impetuoso. Calmati, ora mi abbandono alla corrente. Che mi porti via, dovunque voglia. Io non sento più nessun rancore, un po’ di tristezza, forse, e una grande nostalgia per i momenti felici passati insieme. Tu e io.
 "Quando ero ancora adolescente, - racconta l'autore - nel 1976 se non erro, capitò che lo zio Garabèt, il primo cugino di mia madre, fosse venuto a trovarci ad Atene. Lo zio arrivava da Yerevan, Armenia, dove abitava da quando la sua famiglia era stata rimpatriata con la carovana del ’47, lasciandosi dietro Patrasso e il resto dei parenti con tanto dolore. Il severo regime sovietico non permetteva viaggi all’occidente; era, dunque, un fatto straordinario che Garabèt  fosse riuscito a procurarsi un visto per tornare nel suo paese natale e riabbracciarei suoi cari cugini che non vedeva da trent’anni. Il giorno in cui doveva arrivare mia madre era trepidante come non l’avevo mai vista prima. Si era alzata prestissimo e aveva preparato un pranzo luculliano. 

Poi, si era messa a chiacchierare dei vecchi tempi con i  suoi due fratelli che erano venuti da Patrasso per l’occasione. Quando, però, era giunta l’ora di andare in aeroporto per prelevare Garabèt, lei aveva categoricamente rifiutato di farlo; aveva mandato il mio padre da solo. “Perché non vai in aeroporto?” mi ricordo di averle chiesto. “Perché sono sicura che crollerò appena rivedrò lo zio e quando succederà voglio essere a casa mia” mi aveva prontamente risposto.


“Sotto un cielo indifferente” parla di due fratelli gemelli che il destino separa appena nati per, poi, farli ricongiungere miracolosamente dopo molti decenni.  - spiega Vasken Berberian - A prima vista, la storia non ha  molto in comune con l’aneddoto appena raccontato. Ma mentre scrivevo il romanzo, per uno strano e inspiegabile motivo, mi tornava sempre in mente quella scena, unica e irripetibile, in cui mia madre finalmente stringeva fra le braccia il suo adorato cugino e crollava, proprio come aveva predetto, sulle scale di casa nostra".  
Hai lasciato indietro i sogni. Hai perso il tuo passato. Ma a volte ciò che hai vissuto torna a riprenderti.
Forse non è vero che il tempo aiuta a dimenticare. Almeno non lo è per Mikael, adolescente geniale e ribelle nella Venezia degli anni Cinquanta. Della sua infanzia armena ricorda troppo poco, eppure immagini vivide e insistenti turbano i suoi sogni e i suoi pensieri. Adottato da una famiglia ricca e potente, la testa piena di letture e ideali, il cuore che batte per Francesca – la ragazzina conosciuta nei suoi vagabondaggi per le calli – Mikael sa che c’è un nodo irrisolto nel proprio passato. Col quale prima o poi dovrà fare i conti. Quel nodo si chiama Gabriel. Il fratello che Mikael non sa ancora di avere. Perché la notte in cui Mikael e Gabriel sono nati, nella lontana Patrasso, in Grecia, è accaduto qualcosa e il padre ha dovuto fare una scelta che lo tormenterà per il resto della sua esistenza. Mikael si ritrova così a crescere a Venezia, dove frequenta il collegio armeno e Gabriel seguirà invece le tragiche vicende del suo stesso popolo, gli armeni, e si ritroverà deportato in Russia. Trent’anni più tardi, un soggiorno in Canada porta Mikael molto vicino a scoprire tutte le dolorose e sconcertanti verità che si nascondono nel suo passato. Grazie ad alcune fotografie trovate per caso, e a una donna misteriosa che Mikael non conosce ancora ma che in realtà conosce da sempre: sua sorella Rose che era rimasta in Grecia e non aveva mai smesso di cercare i fratelli perduti. Con lei si imbarca in un viaggio rivelatore, che lo condurrà fino in Russia, e fin nel cuore della storia della sua famiglia perduta per ricongiungersi con Gabriel. 

Vasken Berberian vive tra Atene e Torino, e parla correntemente greco, inglese e italiano, lingua in cui scrive. Affermato regista televisivo, ha già pubblicato per Sperling & Kupfer "Come sabbia nel vento" (con Sonia Raule). Con il romanzo storico “Sotto un cielo indifferente”, vincitore dell'edizione 2014 del Premio Acqui Storia, si conferma una delle voci più forti e autentiche della letteratura armena in Italia. 


A.D.P.


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