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MALA TEMPORA CURRUNT AI VERTICI DI MESSINAMBIENTE! TRA CENE E VIAGGI SI PROFILA IL REATO DI PECULATO SECONDO BURRASCANO. E ZUCCARELLO VA IN PROCURA

I Consiglieri Comunali Angelo Burrascano e Santi Daniele Zuccarello hanno presentato, rispettivamente, un'interrogazione al sindaco di Messina, Renato Accorinti e un esposto alla Procura di Messina riguardo alla "gestione disinvolta" fatta di "spese pazze" da parte del Commissario liquidatore di Messinambiente, Alessio Ciacci e sulle ombre della Società Re-Sources S.a.s. (Società in accomandita semplice) della quale Raphael Rossi è amministratore unico. 



Il  Consigliere  Comunale de Il Megafono, Angelo Burrascano, in una interrogazione al sindaco Renato Accorinti presentata ieri, 16 febbraio, ha chiesto espressamente la rimozione di Alessio Ciacci da Messinambiente per i fatti qui di seguito elencati.


"In data 08/09/2014 ho fatto protocollare un’interrogazione consiliare relativa alla circostanza che stipulare un contratto d’acquisto per gli autocompattatori, a ridosso della conclusione di un oneroso contratto per il noleggio di mezzi aggiuntivi, non avesse costituito un aggravamento del passivo di Messinambiente, e contestualmente, - scrive Burrascano - ho chiesto quali analisi economiche, finanziarie e patrimoniali siano state condotte dal Comune di Messina o da Messinambiente prima di procedere all'acquisto dei mezzi suddetti, quali fossero i dettagli e le condizioni del contratto di noleggio di mezzi aggiuntivi e dell’acquisto dei mezzi già usati per un importo di circa € 400.000,00 nonché la documentazione relativa ai rimborsi spese e i compensi per Ciacci e i suoi collaboratori più o meno autorizzati dai soci.

Purtroppo, amaramente,  - prosegue Burrascano - devo constatare che, dopo oltre quattro mesi, solo ora ricevo una nota da parte del liquidatore Alessio Ciacci che, in realtà, è priva di valore sia politico che sostanziale poiché insufficiente e dilatoria. Secondo quanto leggo, per l´acquisto degli autocompattatori, già usati, si è avuta semplicemente una trattativa privata con tre sole aziende, e pertanto si è elusa la normativa sugli appalti e sui servizi, dato che la trattativa privata è una deroga al metodo competitivo ed è un eccezione ai principi di libera concorrenza e par condicio dei potenziali interessati. Nessun cenno viene fatto circa l´instaurazione di apposito bando di gara ai sensi del D.Lgs. 163/06 nè l’aggiudicazione effettuata con il criterio del prezzo più basso ai sensi dell’art. 82 dello stesso D.Lgs , nè che tipo di indagini di mercato siano state messe in atto.

Francamente  - continua il consigliere - mi riesce difficile capire quale sia stata la motivazione di questa scelta a meno che non si consideri l’uso sistematico delle risorse pubbliche per fini privati, fattori che sopravanzano gli interessi dei cittadini messinesi. Tali irregolarità sono ancora più gravi ove si consideri che, per espletare il proprio mandato, il Sig. Ciacci per una singola cena di rappresentanza, in data 30/06/2014, ha speso € 499,50, e più volte quest'anno, cifre superiori a € 1.000,00 a titolo di spese solo per i mezzi di viaggio, per un importo complessivo di € 12.477,18 che, sommato alle spese per ospitalità, pranzi e cene di rappresentanza, sommano un totale di € 23.196,02 nel periodo da marzo a novembre 2014. Tali somme non sono state motivate da richiesta sottoscritta dell’interessato contenente indicazioni complete ed esaurienti e comunque sufficienti a giustificare il tipo e l’entità della spesa. Ciò non bastasse, anche i suoi numerosi collaboratori hanno percepito lo scorso anno lauti rimborsi, per viaggi, alberghi e ristoranti, per oltre € 17.000,00. Di tali spese, però, il Sig. Ciacci non ha fornito alcuna documentazione nè giustificazione nonostante esse siano state già richieste dalla mia precedente interrogazione. Perché tale silenzio? 

Che vantaggi ha avuto la Città di Messina dalla gestione Ciacci? - si chiede Angelo Burrascano - E’ mio avviso che il Sig. Ciacci, essendo di nomina politica e non giudiziale, può compiere esclusivamente gli atti strumentali alla conservazione del patrimonio ed alle necessità inerenti alla liquidazione. Al contrario, il Sig. Ciacci, che dai superiori fatti potrebbe essere chiamato a rispondere del reato di peculato, continua a compiere atti tali da peggiorare il raggiungimento del risanamento delle posizioni debitorie e della conseguente tranquillità finanziaria di Messinambiente. Compito del liquidatore è, appunto, liquidare e chiudere la società: esattamente quello che non sta facendo Ciacci e, pertanto, ne chiedo formalmente la rimozione dall’incarico.

Inoltre, - aggiunge il consigliere - ho appreso che è stato affidato alla Società Re-Sources S.a.s. di Torino, il cui socio è Raphael Rossi già collaboratore di Ciacci, l’incarico di supportare Messinambiente per “l’attuazione più rapida e completa delle decisioni strategiche assunte dal liquidatore”. Ho seri dubbi sull’utilità di tale “consulenza d’oro”, dato che, tale società, la quale dichiara di possedere comprovata esperienza, sebbene sia stata costituita solo il 28 Novembre 2014, graverebbe su Messinambiente per € 31.000 e per solo 50 giornate lavorative, ovvero € 620 al giorno oltre IVA e spese di viaggio, vitto e alloggio per Rossi. Tali costi, a mio avviso, assolutamente fuori mercato, rappresentano delle vere e proprie “spese pazze” per una collaborazione che in questa fase è perfettamente inutile, in considerazione che molti lavoratori di Messinambiente ancora aspettano le spettanze arretrate".

Per tutti i motivi sopraesposti, il consigliere comunale Angelo Burrascano interroga il sindaco Renato Accorinti, l’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua e il Direttore Generale del Comune di Messina, Antonio Le Donne, per conoscere: "l'esibizione documentale giustificativa di tutte le pezze di appoggio, gli scontrini, i titoli di viaggio del Sig. Ciacci e dei suoi collaboratori; chi ha concesso al Sig. liquidatore l´autorizzazione a spostare, dalle loro rispettive sedi di residenza, ben nove consulenti (o collaboratori) e chi ne ha autorizzato le relative spese anziché usufruire del personale già stipendiato in azienda; per quale motivo non è stato indetto un bando di gara ai sensi del D.Lgs. 163/06 nè l’aggiudicazione effettuata con il criterio del prezzo più basso ai sensi dell’art. 82 dello stesso D.Lgs per l’acquisto di mezzi autocompattatori, con relativi rimorchi, dalla Società “Adamoli S.r.l.” con sede in Goito (MN) e “Cosmari” con sede in Tolentino (MC) nonchè dalla Ditta “Gullotta Giuseppe” con sede in Trappitello (ME), per l’importo complessivo di circa € 392.000,00; e quali e in che periodo sono state maturate le comprovate esperienze possedute dalla Re-Sources S.a.s.".

Pertanto, Burrascano chiede di "disporre la rimozione di Alessio Ciacci dall’incarico di liquidatore della Messinambiente S.p.A. con effetto immediato"


Sulla stessa lunghezza d'onda il consigliere comunale Pd, Santi Daniele Zuccarello che, avendo da tempo intrapreso una battaglia per la legalità e la trasparenza sulla gestione delle partecipate del Comune di Messina, commenta “Rossi di fatto è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra” e, in data odierna, presenta un esposto alla Procura di Messina.

"Apprendo dalla stampa  - scrive Zuccarello - di decisioni a dir poco disinvolte prese dal commissario liquidatore di Messinambiente, Alessio Ciacci e sulle quali sarebbe opportuno si faccia chiarezza. Mi riferisco alle modalità ed alle motivazioni che hanno portato, lo scorso 3 dicembre, alla stipula di un contratto di collaborazione tra Messinambiente e la società Re-Sources s.a.s. della quale Raphael Rossi, consulente della partecipata fino al 17 ottobre scorso, risulta amministratore unico. L’ affidamento di questa consulenza, per un importo pari a € 31. 334, esclusa I.V.A. ed esclusi i rimborsi spese per trasferte, vitto e alloggio, è avvenuto con modalità tali da richiedere che la Procura di Messina, alla quale mi sono rivolto presentando un esposto, verifichi se vi siano eventuali responsabilità penali o comportamenti poco trasparenti da parte di chi sta amministrando la cosa pubblica

Premesso che Ciacci è commissario liquidatore - prosegue il consigliere - e che il suo compito è limitato alle attività di conservazione e liquidazione del patrimonio della società e non certamente ad alimentare nuovi costi, non è accettabile che vengano adottati stratagemmi per consentire a Raphael Rossi, che ha concluso il suo operato ad ottobre e successivamente ha assunto l’incarico di amministratore unico della Formia Rifiuti Zero, di continuare la sua attività attraverso una società costituita ad hoc e “su misura” per ottenere la consulenza. Appare quantomeno strano che la Re-Sources sia stata costituita il 28 novembre e si sia iscritta al registro delle imprese il 3 dicembre, lo stesso giorno in cui viene stipulato l’accordo con Messinambiente. Nel contratto si legge che è stata la Re-Sources a presentare la proposta di consulenza. C’è da chiedersi quando lo abbia fatto, probabilmente nei 5 giorni dalla sua costituzione alla stipula del contratto. E in quei 5 giorni è riuscita a fare miracoli, dal momento che, Ciacci, come si legge, ha motivato l’affidamento dell’incarico grazie al fatto che “la Re-Sources occupa un ruolo di primaria importanza nel settore e di comprovata esperienza nella gestione dei progetti, collaborando lo stesso socio con molteplici società a partecipazione pubblica”

Se in 5 giorni è riuscita a ottenere un ruolo di primaria importanza nel settore non oso immaginare cosa potrà fare in un mese, probabilmente diventare leader in ambito mondiale. Strano poi - aggiunge Zuccarello - che abbia acquisito in pochi giorni una “comprovata esperienza” nonostante dalla visura camerale risulti che abbia iniziato le attività il 17 dicembre, due settimane dopo il contratto. Approfondendo ancora, basta andare poco indietro nel tempo, e precisamente nell’arco temporale che va dal 18 aprile al 17 ottobre 2014, ritroviamo Raphael Rossi chiamato da Alessio Ciacci come esperto esterno con l’incarico di fornire “supporto tecnico per la riorganizzazione dell’attività aziendale per il conseguimento degli obiettivi posti dal liquidatore”. Tale attività veniva siglata da un contratto da 35 mila euro lordi per 6 mesi, con copertura extra delle spese di viaggio, vitto e alloggio. Da quanto evidenziato è palese che i conti non tornano. Sembrerebbe che il Sig. Raphael Rossi sia di fatto uscito dalla porta per poi rientrare dalla finestra. E’ chiaro che si sta operando non a tutela della cittadinanza, considerando che Messinambiente è società in liquidazione, ma ad esclusivo interesse di una singola persona che, tra vecchio e nuovo incarico, sta costando alla città quasi 70 mila euro.

Non ho alcun dubbio - precisa il consigliere - che la professionalità che Rossi ha messo a disposizione di Messinambiente per sei mesi sia tale da non farsela scappare anche dopo che ha ottenuto un incarico a Formia, incarico incompatibile con un’eventuale conferma della consulenza a Messina, ma che almeno vengano rispettate le regole e non si offenda la nostra intelligenza con scappatoie che dall’Amministrazione che voleva Cambiare Messina dal basso non ci saremmo mai aspettati

In attesa che la Procura faccia chiarezza - conclude Zuccarello - vorrei chiedere all’assessore Ialacqua se è questa la rivoluzione rispetto ai metodi del passato e se è questo il nuovo che dovrebbe gestire la cosa pubblica. In meno di un anno Raphael Rossi finirà con il costare alle casse di Palazzo Zanca, con le due consulenze, oltre 70 mila euro (esclusi extra e rimborsi). Messina meriterebbe una gestione più oculata delle risorse pubbliche. Sempre all’assessore Ialacqua vorrei chiedere se ritiene opportuno che per evitare l’incompatibilità di Rossi si debbano bypassare regole e trasparenza a Messina. Così facendo non si cambia affatto. Si torna indietro".



Antonella Di Pietro



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