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ENRICO IANNIELLO E IL SUO ISIDORO SIFFLOTIN AL POINT CON NINNI BRUSCHETTA

Domenica 1 marzo, alle ore 11, un nuovo appuntamento al Feltrinelli Point Messina. Ospite dell'aperitivo con l'autore, l'attore Enrico Ianniello che presenta il suo primo romanzo, edito da Feltrinelli, "La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin". Relatore d’eccezione: l'attore Ninni Bruschetta, direttore artistico del Teatro Vittorio Emanuele. 



Una storia e due ospiti speciali ai quali il Point dedica la domenica, giornata di festa e di conviviliatà. E perché sia proprio una festa, il Feltrinelli Bistrot offrirà un drink al termine della presentazione del libro. Gli attori e registi Enrico Ianniello e Ninni Bruschetta rischiano però di farsi “rubare la scena” dal guagliunciello Isidoro Sifflotin e dai suoi fischi. Fischiare in modo prodigioso è infatti il dono posseduto dal protagonista del romanzo, che, fischio dopo fischio e con l’aiuto di Alì, merlo indiano dagli sbaffi gialli, crea una nuova lingua, con tanto di Fischiabolario. 

Enrico Ianniello (Caserta, 1970) è un attore, regista e traduttore. Ha lavorato a lungo nella compagnia di Toni Servillo. Dal catalano ha tradotto le opere di Pau Miró. Al cinema ha lavorato con Nanni Moretti, in televisione è il commissario Nappi della serie “Un passo dal cielo”. Per Feltrinelli ha pubblicato "La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin" (2015), il suo primo romanzo.

Descrizione

Isidoro nasce in uno sperduto borgo della provincia di Avellino, con una dote tutta speciale: fischietta come un uccello. La sua infanzia trascorre felice tra l'amore per i suoi strambi genitori e quello per Marella, una bellissima bambina spastica con cui comunica a parole stentate e molti cinguettii. Come migliori amici, un merlo indiano e un operaio con il sogno di fondare una rivoluzione di classe sul suo insolito talento fischiante. Nel volgere di un niente, però, la rivoluzione fallisce, Marella si trasferisce a Napoli e i genitori di Isidoro se ne vanno insieme al terremoto dell'Ottanta. Recluso in orfanotrofio e privato definitivamente della parola a causa dello choc, Isidoro viene salvato da Enzo, il cieco del paese, che lo conduce nella grande città: Napoli. Ma neanche Enzo è cieco per davvero, lo è per una delusione d'amore, e questo è il segreto che li rende inseparabili. Piano piano, i due riacquistano le facoltà perdute, Isidoro trova un lavoro e rimane a vivere nello splendido appartamento nel cuore di Napoli di cui Enzo gli fa dono. Un giorno come gli altri, tra le gabbiette di un piccolo negozio di animali, Isidoro riconosce un profilo che non ha mai dimenticato: è Marella. Da allora in poi sarà amore, e sarà per sempre.

Quarta di copertina

Sulla caviglia dello stivale Italia, là dove sta l’osso pezzillo, nasce il nostro eroe, Isidoro Sifflotin. Nella casetta di Mattinella, che sta su da trecento anni e “non crollerà mai”, il prodigioso guagliunciello Isidoro affina una dote miracolosa, ricevuta non si sa come da Quirino – il padre strabico, poetico e comunista – e da Stella, la mamma pastaia. Qual è questa dote? La più semplice: Isidoro sa fischiare, e fischia in modo prodigioso. Con il suo inseparabile merlo indiano Alì dagli sbaffi gialli, e l’aiuto di una combriccola stralunata, crea una lingua nuova, con tanto di Fischiabolario, e un messaggio rivoluzionario comincia magicamente a diffondersi. Proprio quando il progetto di un’umanità felice e libera dal bisogno sta per prendere forma, succede qualcosa che mette sottosopra l’esistenza di Isidoro. “Tutto quello che cresce si separa”: con addosso questo insegnamento di mamma Stella, Isidoro, ormai ragazzo, scopre Napoli e si imbatte, senza neanche rendersene davvero conto, in un altro linguaggio prodigioso e muto: quello dell’amore. È come se il fischio di Enrico Ianniello chiamasse a raccolta intelligenza del cuore, miracoli dell’immaginazione, gioia dell’invenzione. Isidoro Sifflotin è un sicuro amico di tutti i buoni lettori. Un appuntamento irrinunciabile.

“Chi non ha sofferto, canticchia. Chi ha sofferto, canta!” 


Sfoglia il libro





A.D.P.

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1 Commenti
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  1. Da buon 'scugnizzo' napolitano,l'autore cerca un nuovo linguaggio 'accattivante' e più che spontaneo e più ancora che naturale..sopra le parole un, il fischio...! Suono musicale che accompagna il canto...ma non c'è musica ,non c'è voce solo un sottilissimo sottofondo che sottindende libertà,felicità,allegria, socialità in un mondo che non riesce a sorridere e nel quale neppure la 'smorfia' d'origine meridionale,forse, accarezza i sogni e le speranze del popolo abbandonato e vilipeso dal potere dominante...! Vi è nel linguaggio spedito ed intelligente di ogni battuta quell'ironia tipica del partenopeo che gioca con le parole e le rende colorate e schiette. Un teatro sempre vivo all'aperto, senza copione, ben sociale ed umano, chiede raccolta e partecipazione viva e vitale, serena condivisione di gruppi nell'abbraccio di un mondo senza voce ed ancor meno lontano dai classici strumenti a corda...-Una rivoluzione pacifica ,un baccano silenzioso mai pietoso, loquace ,anti pirandelliano, sans mots...! Grazie fratè e' Napule. Roberto Lo Presti da Messina

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