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TEATRO PINELLI: "NESSUN LEADER POLITICO, NESSUN MANAGER POTRA' CAMBIARE MESSINA"

Dopo la Casa dello Studente, il parco "Aldo Moro", il Teatro V.E. e l'ex Casa del Portuale, gli attivisti del Collettivo Teatro Pinelli aprono l'anno nuovo occupando una ex scuola di Messina e in una nota, titolata "Il Teatro Pinelli torna col botto!", spiegano le motivazioni che li hanno indotti a questa nuova occupazione e invitano la cittadinanza alla prima assemblea di quartiere che si terrà domani, sabato 3 gennaio, alle ore 17, nell’Auditorium della ex scuola media "Ugo Foscolo". Mentre, stasera, alle ore 21:30, avrà luogo la proiezione del film "La strategia della lumaca". 



"Oggi 2 gennaio, in continuità con la nostra storia abbiamo deciso di restituire l'ennesimo spazio negato alla città, siamo entrati alla scuola 'Foscolo' a quasi un anno dallo sgombero della ex Casa del Portuale per continuare il percorso intrapreso con l'occupazione del Teatro in Fiera del 15/12/2012.


La legittimità di questo gesto si può individuare in due ragioni essenziali: in primo luogo, nonostante il mutamento amministrativo della città che ha fatto del 'bene comune' il proprio unico faro, i rapporti sociali rimangono ancora caratterizzati da profonda ingiustizia. Nessun leader spirituale e politico, nessun manager superesperto, potrà, da solo, cambiare a fondo questa città. Al netto di tutte le critiche nei confronti dell’attuale giunta, che non ricalca per nulla la grinta della campagna elettorale, la città sembra essersi paralizzata. Il rifiorire di iniziative ha fatto posto alla piattezza di un misero consumo del quotidiano; la povertà dilagante ci mostra che anche quando il potere si fa “buono” esso produce ingiustizie. Nel tempo della crisi non crediamo che l'austerità possa essere la risposta, crediamo invece che la crisi si combatta riappropriandosi degli spazi e di tutto ciò che ci spetta (casa, reddito, trasporti, sanità...).  Riattivando la pratica dell’autogestione, da oggi intendiamo riannodare i fili di tutte quelle lotte sociali e territoriali che in questi anni abbiamo sostenuto ed alimentato.

La seconda ragione per cui si riapre alla città uno spazio è che va salvato quel patrimonio di esperienze, valori e pratiche che hanno caratterizzato il percorso del Teatro Pinelli: le occupazioni del Teatro in Fiera, della Casa del Portuale, e le numerose iniziative di riscoperta dei luoghi della città, le cosiddette Z(one)T(emporaneamente)L(iberate). Esperienze da cui ereditiamo non solo pratiche politiche e di aggregazione, ma anche un consistente patrimonio materiale: migliaia di libri e dispositivi hardware (PC, monitor, stampanti, ecc.) con il recupero dei quali saranno lanciati i primi due progetti all’interno della scuola: la biblioteca di quartiere con sala da tè e la sala multimediale e video


Il terzo progetto che si attiverà è quello della palestra popolare autogestita. Riteniamo infatti fondamentale che in un quartiere come quello di Giostra (il quartiere più popoloso dell'intera città) ci sia per tutti la possibilità di accesso libero e popolare non solo ai saperi ma anche ad attività sportive che siano fonte di aggregazione sana. Vi è inoltre l’intenzione di realizzare numerosi laboratori di autoformazione ed autoproduzione. Non si rinuncerà a una programmazione di eventi, di cui molti verranno dedicati ai bambini. Il resto verrà costruito strada facendo con il contributo di tutte le persone in carne ed ossa che hanno progetti da realizzare, ma carenza di spazi in cui poter sperimentare. 

Il progetto culturale è quello di trasformare la percezione collettiva dischiudendo la possibilità, nel qui ed ora dell’azione collettiva, di un uso in comune dei beni, e non di un riuso di ipotetici 'beni comuni'. Questa inversione concettuale ci serve per capire che nessun bene, in questo momento, è comune ma anche che tutto, ogni cosa può diventarlo, se la condotta quotidiana di tutti e di tutte si modifica ed inizia a costruire reti di autonomia diffusa. La creazione, quindi, di un movimento più ampio di opposizione alle politiche del governo Renzi, che non ha altro programma che privatizzare tutto, come il tentativo di vendere all’asta le case popolari, sfrattando e sgomberando i morosi e gli inadempienti, tutta quella massa di persone che viene quotidianamente eretta a capro espiatorio di ogni male. 

Questa nuova iniziativa politico culturale - conclude il Teatro Pinelli Occupato - vuole tentare di scuotere l’equilibrio stagnante dei poteri cittadini, indicando una prassi possibile che possa sperimentare delle forme alternative di vita, di produzione e di lavoro". 

Stasera, alle ore 21:30, alla ‪ex scuola Foscolo‬ verrà proiettato il film "La strategia della lumaca" (1993) regia di Sergio Cabrera. Il tono sognante e surreale, l'allegria e l'ingegno ci introducono in una trama dagli punti originali, dove ognuno di noi si può ritrovare/identificarsi ironicamente in uno dei personaggi variegati/pittoreschi, per genere e natura.

"La strategia della lumaca" è la strategia che gli abitanti di un palazzo messo sotto sfratto mettono in atto per non rinunciare alla loro casa, in un quartiere popolare di Bogotà negli '70. Quando la soluzione ormai sembra impossibile, la resistenza inutile, con assemblee che scandiscono l'evoluzione della storia, quando i cavilli giuridici sono infiniti e i destini sembrano ormai segnati ... la scelta dell'autogestione ridona speranza ai protagonisti decisi a resistere ai soprusi, iniziando a dare forma al loro piano. "Le soluzioni spesso sono più semplici di quello che sembrano e più a portata di mano di quanto si voglia credere".

La proposta del vecchio reduce della rivoluzione spagnola, sembra l'unica e possibile, perché alla casa non si può rinunciare, come non si può rinunciare a respirare. Da questo momento, da commedia diventa una visione epica, un elogio della dignità e della solidarietà, ma anche della creatività, della fantasia e dell'astuzia, elementi che arrivano ad essere la vera forza del film ... una fiaba libera. "Non resta che fare di necessità virtù e organizzarsi secondo le proprie capacità, collaborando tutti per tutti", dove tutti capiscono l'importanza di impegnarsi uniti, per raggiungere lo scopo comune.




A.D.P.


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