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CMDB ESPRIME SOLIDARIETA' A CONTI NIBALI VITTIMA DEI SOCIAL NETWORK

Si è svolta questa mattina nella Sala Ovale di Palazzo Zanca a Messina, la conferenza stampa convocata dalla consigliera comunale Ivana Risitano e dal portavoce del movimento Cambiamo Messina dal Basso, Federico Alagna, insieme ai consiglieri di circoscrizione Santino Bonfiglio e Francesco Mucciardi, per spiegare la loro posizione riguardo alla scelta, operata dal sindaco Renato Accorinti, di Elio Conti Nibali quale futuro assessore della sua Giunta. Nomina che non si è poi formalizzata poichè il designato ha preferito rinunciare visto il malumore da parte di CMDB. 



Malumore scaturito dal fatto che il movimento, sostenitore di Accorinti nella sua corsa a sindaco di Messina, sia stato escluso da quella partecipazione tanto decantata dal primo cittadino. CMDB, dunque, non critica tanto la nomina di Elio Conti Nibali, al quale esprime la sua "solidarietà per le offese e gli attacchi che lo hanno visto bersaglio sui social network", quanto il criterio adottato contestando "il metodo unilaterale scelto dal sindaco in questo preciso momento". Inoltre, il movimento precisa di non aver mai chiesto, e mai ne chiederà, "poltrone" così come qualcuno ha malignato. 

Pertanto, nel tracciare un bilancio di questi mesi intercorsi tra il movimento e l'Amministrazione comunale, la consigliera Ivana Risitano, pur giudicando quello del sindaco "un gravissimo errore", non intende rassegnare le sue dimissioni, così come i consiglieri Bonfiglio e Mucciardi, perchè è da dentro che si deve combattere per cambiare la politica "dal basso". E, "a differenza di altri che giudicano fallita questa esperienza", (leggasi Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti n.d.r.), la Risitano non crede "che essa sia stata tradita" pur ammettendo che "questa vicenda abbia segnato un momento cruciale" nei loro rapporti che però non significa una "rottura". 

Infine, CMDB, nell'annunciare l'incontro di domenica 11 gennaio tra i firmatari della Carta d'Intenti, chiede “un cambio di passo dell’Amministrazione, riprendendo il programma elettorale” poichè "qualsiasi decisione non può che passare da un’approfondita e condivisa analisi da parte di tutta la base". 

Di seguito il comunicato post-conferenza del movimento, che parimenti a quello del sindaco Renato Accorinti, demonizza i social network dimenticando, forse, la loro indiscussa utilità mediatica che ha favorito anche la loro ascesa insieme a "certa stampa" criticata, invece, dal primo cittadino e dall'assessore Mantineo. Il punto è saper accettare sia gli apprezzamenti sia le eventuali critiche nello spirito pacifista che è il leitmotiv degli "accorintiani". 




"Fin dal momento delle dimissioni di Filippo Cucinotta abbiamo chiesto al sindaco un confronto sulle caratteristiche politiche che reputavamo imprescindibili nella figura del nuovo assessore. Seppur consapevoli che la scelta finale spettasse, evidentemente, al sindaco, ritenevamo (e riteniamo) che tale scelta non potesse in alcun modo prescindere da un confronto preventivo, approfondito e sostanziale con la base che sostiene l’Amministrazione. Tale confronto era ancor più necessario, a nostro avviso, nel quadro di una esperienza che fa della partecipazione il suo credo fondamentale e che ha l’ambizione di individuare nuove forme di partecipazione politica che vadano oltre questa singola esperienza amministrativa e possano diventare pratica condivisa nel futuro. Al contrario, ci siamo trovati di fronte a un confronto ex post, quando la scelta del sindaco era già stata, nei fatti, compiuta, con il conseguente annullamento delle nostre capacità di indirizzo politico. Sottolineiamo con forza, per smentire le calunnie che circolano in merito alla “pretesa di una poltrona”, che il movimento CMdB non ha mai proposto un proprio candidato ufficiale e che, molto più del nome, per noi erano (e sono) importanti le caratteristiche politiche del nuovo assessore. Non si tratta del protagonismo di un “partitino della sinistra” (come è stato detto), né dei capricci di un movimento immaturo: è, al contrario, una questione politica seria, di metodo prima ancora che di merito, alla quale chi vuole costruire il presente e preservare il futuro non può non rivolgere la propria attenzione. La nostra posizione risulta più chiara se ci soffermiamo sulle complessità del contesto in cui la scelta del sindaco ha avuto luogo. Da un lato - non è mistero per nessuno - in diverse occasioni il movimento CMdB ha lamentato la difficoltà nell’instaurazione di dinamiche realmente partecipative con l’amministrazione che sostiene. Un disappunto, è bene ribadirlo, che, a differenza di quanti hanno deciso di separare il proprio percorso da quello della giunta, non ha mai portato alla messa in discussione da parte del movimento dell’esperienza amministrativa nel suo insieme, ma che è stato elemento di critica puntuale, all’interno di un quadro generale di sostegno alla Giunta Accorinti. Dall’altro lato, quasi paradossalmente, proprio in quest’ultimo periodo era stato possibile avviare, anche grazie a una rinnovata organizzazione e strutturazione del movimento, processi partecipativi e di confronto, tanto tra l’amministrazione e il nostro gruppo consiliare, quanto tra amministrazione e movimento. In questo senso, il metodo unilaterale scelto dal sindaco in questo preciso momento ci ha fortemente spiazzato. Come ampiamente sottolineato, non è un problema relativo a Elio Conti Nibali, contro la cui persona nulla è stato mai detto dal movimento. Al contrario, esprimiamo a Conti Nibali la nostra solidarietà per le offese e gli attacchi che lo hanno visto bersaglio sui social network. La nostra è una critica politica, ampiamente maggioritaria nel movimento seppur con alcuni distinguo, basata sulla riflessione di fondo che fosse necessario orientare la scelta del nuovo assessore su una persona che condividesse con noi quell’attenzione e quella cura verso il “basso” e che fosse al tempo stesso, per formazione politico-culturale e storia personale, idonea ad occuparsi di alcuni temi per noi determinanti, quali il lavoro e i rapporti con i lavoratori, le politiche migratorie, le politiche della casa, la partecipazione e i beni comuni, fino ai settori del patrimonio e delle politiche del mare. Insomma, posto che era difficile trasferire semplicemente al nuovo soggetto l’insieme delle deleghe “cucite” su Filippo Cucinotta, poteva anche essere l’occasione per pensare a una rimodulazione delle stesse, partendo però dal ragionamento politico per arrivare alla persona più indicata tra le tante possibili, e non invece scegliendo prima la persona “a prescindere” e poi giungere alle deleghe da affidargli. Per questo la nostra richiesta insisteva esattamente sul rafforzamento delle politiche citate, anche attraverso una scelta innovativa, realmente “dal basso”. Una scelta, magari, in grado di valorizzare i giovani e le donne, linfa vitale e speranza per questa città di spezzare le catene e di ripartire con una nuova iniziativa politica, entusiasmo, energia, capacità e creatività politica. Su questo vertevano le critiche nel merito della scelta. Il resto - presunte gelosie con Indietrononsitorna, intenti di spartizione delle poltrone, eccetera - è solo frutto di fantasia. Un movimento che da quasi due anni si batte generosamente senza nulla chiedere non può essere accusato di logiche spartitorie. Semplicemente, abbiamo ritenuto che le caratteristiche politiche di Elio Conti Nibali non rispondessero alle esigenze a nostro avviso prioritarie e determinanti in questo momento storico e nell’esperienza complessiva di Cambiamo Messina dal basso. La consigliera comunale Ivana Risitano e i consiglieri di circoscrizione Santino Bonfiglio e Francesco Mucciardi confermano la loro piena condivisione dello spirito e delle scelte politiche del movimento e comunicano, pertanto, la loro decisione di non dimettersi dalla carica ricoperta e di restare all’interno dei gruppi consiliari di Cambiamo Messina dal Basso in Consiglio comunale e nei Consigli di circoscrizione. Tale decisione, compiuta individualmente da ciascun consigliere nel pieno rispetto dell’autonomia del mandato elettorale, è stata accompagnata da una forte e unanime richiesta in tal senso da parte dei firmatari della carta di intenti (la “base” del movimento CMdB) e della maggioranza dei propri elettori. In merito alla sua decisione, la consigliera Risitano sottolinea quanto segue: “In questi giorni io sono stata fortemente scossa da quello che credo un gravissimo errore di Renato, nel metodo e nel messaggio. Ho valutato seriamente la scelta delle dimissioni, nell’ipotesi che questo vulnus non fosse sanabile e che le conseguenze su CMdB fossero disastrose. Col movimento mi sono confrontata ed è stato il movimento ad aver chiesto che io restassi in consiglio. Il forte dissenso verso la scelta di Renato non ha implicato, come temevo, una implosione del movimento, che ha invece chiesto di rilanciare, e di impegnarsi con ancora più vigore a riempire di concretezza politica quel “cambiamo dal basso” che è la cifra peculiare del nostro progetto. Del resto, a differenza di altri che giudicano fallita questa esperienza, io non credo che essa sia stata tradita: credo abbia dei limiti e delle contraddizioni, e credo che la grande scommessa sia superare INSIEME questi limiti e queste contraddizioni, dando respiro e nuova linfa a quel credito di speranza che tantissime persone hanno riposto, ripongono e riporranno in questo progetto. Sintonizzo pertanto la mia personale scelta su quella del movimento di cui mi sento espressione, ma lo faccio chiedendo ufficialmente e con maggiore forza a quest’amministrazione di mettere tutte le energie possibili su alcune questioni di capitale importanza: 1) il rifiuto politico netto sulla creazione nella caserma di Bisconte di un Cara o di qualsiasi cosa che gli somigli; 2) la chiusura della tendopoli, preceduta da un’ulteriore ispezione ASP e dall’ingresso all’interno del Palanebiolo di un ente di tutela dei diritti umani; 3) la rivendicazione dei nostri spazi sul fronte mare, molti dei quali sono da anni abusivamente occupati dall’autorità portuale; 4) lo stravolgimento dell’attuale sistema di gestione dei servizi sociali, anche tramite la coraggiosa scelta di mettere mano al sistema delle cooperative, pensando ad un suo risanamento o anche a possibili alternative; 5) un ritorno sul territorio, una presenza concreta e costante nei villaggi; 6) l’avvio di politiche sul lavoro e la perseveranza nelle politiche sulla casa; 7) maggiore grinta nello sviluppo di un turismo sostenibile e di una forma di economia alternativa anche tramite la creazione della moneta locale complementare; 8) l’apertura pomeridiana delle scuole e la creazione in ogni quartiere di centri di socialità, cultura, incontro; 9) un colpo di reni nel rendere fruibile il patrimonio comunale e nella diffusione dell’uso in comune dei beni; 10) il bilancio partecipato e partecipativo.”

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