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SENZA SCIACCA MESSINA FRANA? ACCORINTI E GAMBINO RISPONDONO AL GIORNALISTA STELLA

Il sindaco di Messina, Renato Accorinti, in merito all’articolo apparso lo scorso 11 dicembre sul Corriere della Sera dal titolo “Messina sfida ancora le frane. Se Messina costruisce palazzi nei due torrenti delle frane”, firmato del giornalista Gian Antonio Stella, ha diffuso un comunicato dove precisa che "alcune scellerate operazioni" sono state "attivate prima del suo insediamento" a Palazzo Zanca e che la sua Amministrazione è contro la "cementificazione abusiva". Infine, il sindaco Accorinti si dice pronto ad un incontro con il giornalista Stella per illustrare quello che è stato fatto finora a tutela dell'ambiente. Di seguito la nota integrale trasmessa dall'ufficio stampa del Comune di Messina, l'articolo di Gian Antonio Stella, l'opinione del dott. Antonio Gambino e un video dove Myrta Merlino intervista Gaetano Sciacca, l'ex ingegnere Capo del Genio Civile di Messina, che ha denunciato la pericolosità del Viadotto Ritiro verso la direttrice Messina-Palermo e che è stato destinato ad altro incarico dalla Regione Sicilia. 


Ing. Gaetano Sciacca con rete paradetriti in località Lumbri, Giampilieri

“Nell’articolo pubblicato a Sua firma dal Corriere della Sera lo scorso 11 dicembre “Se Messina costruisce palazzi nei due torrenti delle frane” Lei mostra grande attenzione al tema del dissesto idrogeologico e della cementificazione che ha riguardato negli ultimi decenni la città che amministriamo da 18 mesi. Il sottotitolo “Silurato il tecnico antiabusi, la cementificazione è già ripartita” lascia intendere che, immediatamente dopo la sostituzione dell’ing. Capo del Genio Civile operata dalla Regione, sia ricominciata la stagione dell’aggressione al territorio. Mi preme evidenziare che le cose non stanno così. Anche in relazione ai casi da Lei segnalati, è facile verificare che l’articolo riferisce di alcune scellerate operazioni attivate prima del nostro insediamento e di un tentativo di abuso prontamente bloccato dalla nostra amministrazione, mentre non accenna alle azioni di ripristino della legalità e di strutturale tutela del territorio messe in campo nell’ultimo anno e mezzo in città. La lottizzazione da Lei richiamata sul Torrente Trapani è stata autorizzata dalla Regione e dal Genio Civile di Messina nel 2007, nel 2009 e nel 2011 (ossia due anni prima del nostro insediamento) e i lavori sono iniziati nel maggio 2012 (oltre un anno prima dell’arrivo della nuova amministrazione). Allo stesso modo - continua il sindaco Accorinti -  il gravissimo episodio del complesso “Archimede” realizzato nei pressi del Torrente Boccetta, con strascichi penali per alcuni tra i suoi protagonisti, si era consumato ben prima del nostro insediamento, mentre il nuovo tentativo di edificare nella stessa zona in assenza delle dovute autorizzazioni da Lei citato, è stato prontamente bloccato dal Comune. La storia (un po’ noiosa) è la seguente: nel luglio 2013 il Genio Civile rilasciava parere negativo, evidenziando la necessità della preliminare messa in sicurezza del pendio retrostante l'edificio, mentre l’Amministrazione comunicava la decadenza della concessione edilizia. La nuova richiesta di concessione non è mai stata accolta ed è stata rigettata in quanto, ad oggi, non è stato rilasciato il preliminare provvedimento autorizzativo del vincolo ambientale. La SCIA e la DIA comunicate dalla ditta per "i lavori di messa in sicurezza del pendio retrostante un edificio da realizzare… " sono state annullate (rispettivamente il 28 novembre e il 4 dicembre 2014) dagli uffici comunali, che non hanno ricevuto la richiesta documentazione fotografica dimostrante che i lavori non erano iniziati. Il fascicolo è stato trasmesso al servizio repressione abusivismo per la emissione dell'Ordinanza di sospensione lavori. Si tratta dunque di un tentativo di cementificazione abusiva fermato da quest’Amministrazione. Sotto il profilo della tutela del territorio - prosegue Accorinti - l’Amministrazione ha redatto e presentato pubblicamente la variante di salvaguardia del PRG che elimina volumetrie sulle colline per circa 2 milioni di metri cubi. La variante ha utilizzato le criticità del territorio come criterio di edificabilità delle zone urbane, prescrivendo nuovi criteri in prossimità delle 72 tra torrenti, fiumare e rii che attraversano il nostro territorio e, per quanto affermato dall’assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, costituisce il primo strumento in Sicilia di prevenzione dal rischio idrogeologico basato su valutazioni di propensione al dissesto, mentre l’attuale Piano di Assetto Idrogeologico si limita a censire i dissesti intervenuti sul territorio. Terminati gli ultimi ritocchi, la proposta andrà in Consiglio Comunale tra poche settimane. Intanto è stato da tempo avviato l’iter per la redazione del nuovo PRG con metodologie di partecipazione (il Piano ha il nome “Pi.Co.” = Piano Condiviso), che hanno attirato l’attenzione dell’autorevole periodico “Edilizia e Territorio” del Sole 24 Ore (24 Settembre u.s.). Inoltre, pur nelle disastrate condizioni economiche del Comune, abbiamo nel 2014 avviato e calendarizzato (per la prima volta dopo decenni) gli interventi di manutenzione e pulizia degli alvei torrentizi, intervenendo in quasi 30 casi su circa 70, mentre il bilancio in corso di approvazione consentirà di incrementare gli interventi, completare il lavoro e mettere a regime un sistema di manutenzione ordinaria e ordinata. Infine, con riferimento alle pratiche delle demolizioni da Lei citate, fin dal nostro insediamento abbiamo definito in conferenza dei servizi criteri e protocolli che coinvolgono tutte le componenti dell’amministrazione: dall’edilizia ai lavori pubblici, dalla vigilanza urbana ai servizi sociali, al fine di gestire nella maniera più efficace le varie problematiche (tecniche, sociali e di pubblica sicurezza) che riguardano questo delicato tema, avviando per la prima volta in città una programmazione degli interventi di demolizione che, secondo l’ultimo “aggiustamento” ai criteri, colpisce secondo valutazioni di rischiosità del territorio e di datazione degli abusi, cominciando dai più recenti per esemplificare il fatto che costruire abusivamente non può dar luogo a diritti temporanei. Le demolizioni sono state già avviate, suscitando anche un certo clamore a livello locale. Abbiamo ereditato una condizione di gravissima criticità,- conclude Accorinti - che rappresenta una delle nostre principali preoccupazioni, ma i fatti mostrano che il contrasto all’abusivismo e la tutela del territorio costituiscono obiettivi primari per l’attuale Amministrazione comunale. Se fosse possibile, - conclude il sindaco Accorinti -  sarà graditissimo poterLa incontrare per illustrare a Lei e a chiunque possa essere interessato, le azioni intraprese dall’attuale Amministrazione in materia di tutela ambientale e di prevenzione dal rischio idrogeologico”.

"Alla prossima frana, non osino chiedere aiuto allo Stato. Alla prossima frana, non osino strillare davanti alle telecamere. Non osino invocare risarcimenti per i danni. Perché lo sanno tutti, a Messina, che è da pazzi costruire nei letti dei torrenti Trapani e Boccetta. Eppure, appena rimosso il funzionario che si opponeva, sono ripartiti i cantieri. Come se tante tragedie non fossero mai avvenute. È una pazzia doppia, quella di Messina. Perché i numeri dell'anagrafe dicono che la città, a dispetto di piani di sviluppo megalomani che prevedevano una metropoli di mezzo milione di persone, perde abitanti. Ne aveva, nel 1981, oltre 260 mila. Ne ha, oggi, quasi 20 mila in meno. Ed è tappezzata di cartelli: «vendesi», «affittasi». Al punto che Lucio D'Amico sulla Gazzetta del Sud, parlando dei nuovi cantieri, scrive che «i costruttori tireranno un sospiro di sollievo, ma poi dovrebbero spiegare a chi venderanno». Analisi certificata dall'Osservatorio immobiliare 2014 di Nomisma. Che parla di crollo nelle compravendite sullo Stretto, tra il 2012 e 2013, del 47%. A maggior ragione, in questo contesto, è impossibile comprendere l?altra pazzia, quella di costruire in zone ad alto rischio. Sono anni, ad esempio, che il canalone lungo il quale scende il torrente Trapani viene additato come un'area pericolosa. E anni che continuano a tirar su condomini: «Quel che sta accadendo nella parte alta del torrente Trapani è rabbrividente», scriveva nel 2010 Francesco Celi, precisando che probabilmente sulla carta era tutto in regola («speciosa ma doverosa puntualizzazione») nonostante la collina «sulla quale sta sorgendo una palazzina, l'ennesima palazzina, palesa su un fianco cinque ferite, squarci provocati da movimenti franosi». Erano previsti due centri commerciali e vari caseggiati per ospitare oltre tremila abitanti, lungo il Trapani. Tutto bloccato dall'ingegner Gaetano Sciacca, l'allora capo del Genio civile, inviso ai costruttori perché, in base a una sentenza della Cassazione sulla priorità della sicurezza, si era messo di traverso a una leggina varata da Totò Cuffaro che consentiva di aprire i cantieri un istante dopo il deposito del progetto senza che alcuno potesse stopparlo. E se l'edificio fosse stato tirato su nel disprezzo di ogni vincolo antisismico o idrogeologico? Amen: si poteva sempre abbatterlo, dopo. Anche se storicamente gli abbattimenti in Sicilia sono più rari dei fichi d'India in Alaska? Domanda impertinente: uffa, i soliti nemici dello sviluppo! Fatto sta che, tolto di mezzo poche settimane fa lo scomodo funzionario che mentre metteva in sicurezza i luoghi delle frane del 2009 aveva bloccato decine di lottizzazioni pericolose («costruiscono ville sul mare o in località a rischio e poi pretendono opere pubbliche a difesa dell?indifendibile»), tutto è ricominciato come prima. Quando tutti facevano quel che gli pareva. Un esempio dell'anarchia tollerata da una classe dirigente di imbarazzante mediocrità? Il procuratore Guido Lo Forte è arrivato a sequestrare un cantiere proprio a Boccetta dove le ruspe del costruttore, per passare più comodamente sotto con i camion, avevano demolito una parte dei pilastri di sostegno dello svincolo stradale. E se il viadotto fosse crollato? Uffa, i soliti menagramo! Ed ecco che sulla Gazzetta, proprio come temevano Anna Giordano del Wwf e gli ambientalisti che avevano inutilmente chiesto al governatore Rosario Crocetta di non toccare il Genio Civile, si tornano a leggere cronache così: «Stanno sbancando di nuovo la collina del Boccetta. Pensavamo che la folle rincorsa alla cementificazione si fosse fermata, o, quanto meno, non fosse più consentita in alcuni luoghi, dove dovrebbe essere vietato ogni genere di edificazione. E invece un altro cantiere è stato aperto, le ruspe stanno spianando...». Il «Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico» della Regione Siciliana del 2008 ospita una raffica di fotografie impressionanti: frane, frane, frane, frane... E parla, per il solo comune di Messina solcato da 52 fiumare per la metà intubate, di 406 problemi idrogeologici per un totale di quasi 468 ettari colpiti da crolli, «frane complesse», «colamenti rapidi», «dissesti dovuti a erosione accelerata»... Eppure, nonostante il rapporto Ispra 2008, richiamandosi al disastroso terremoto del 1908, denunciasse che «l'intensa urbanizzazione rende concreta la possibilità che una nuova calamità possa essere ancora più disastrosa di quella di cento anni fa», continuano a cementificare, cementificare, cementificare... " Gian Antonio Stella - Corriere della Sera

Sulla vicenda è intervenuto anche il geologo componente della C.U.C. di Messina. Antonio Gambino che ha dichiarato: "Spesso con un forte senso di frustrazione ed impotenza, dovuta al fatto che il nostro Paese non ha mai pensato ad una seria pianificazione del territorio, che tenga in gran conto del suo stato di fragilità (e ad oggi mi sembra ancora lontano dal farlo). Non voglio entrare nel merito di alcune vicende da lei riportate, cui ha risposto con dovizia di particolare il sindaco della nostra città, in una lettera odierna; quanto soffermarmi sul ruolo che lei affida all'ingegnere Capo del Genio Civile. Dal suo articolo risulta quasi normale che il compito dell'Ingegnere Capo di Genio Civile (di qualunque città esso sia non importa) debba essere quello di fermare gli speculatori edilizi (e sono tantissimi nella nostra città, come in altre, per esempio penso a Genova, che ha un orografia molto simile a Messina). Ma le normative vigenti in materia affidano agli uffici del Genio Civile il ruolo di verificare l'idoneità strutturale dei manufatti rispetto alle normative in materia sismica (attualmente il vigente D.M. 14.012008), il tutto correlato con il contesto urbanistico e la sicurezza del territorio, in cui si insediano. Specificato ciò, sono ben felice che l'ex ingegnere capo abbia svolto un ruolo di "sentinella del territorio", bloccando alcuni progetti perchè inseriti in contesti urbani con viabilità inadeguate, piuttosto che insediati in area collinare, sensibilmente acclive, in cui la realizzazione dei fabbricati comportava notevoli modifiche, alterando in maniera reversibile con sbancamenti e riporti il delicato equilibrio morfologico del territorio. Ma talvolta alcuni dinieghi posti in essere dal suo ufficio, non rispondevano a pieno a precisi criteri tecnici delle norme vigenti in materia. Con la conseguenza, che lei ben conoscerà, che molti dei provvedimenti di diniego del Genio Civile con a capo l'ing. Sciacca, sono stati appellati al TAR. Ma di questo lo stesso ing. Sciacca, ne era consapevole, durante l'esercizio della sue funzioni. Quindi a mio modesto parere per bloccare le ORRIBILI, INUTILI e PERICOLOSE speculazioni edilizie, servono buoni Piani Regolatori; poi tutti gli enti preposti al controllo del territorio devono fare la loro parte. Su ciò mi sono trovato d'accordo con l'ing. Sciacca in alcuni dibattiti pubblici sul tema. Quindi, nella convinzione che la corretta pianificazione dei territori, con riferimento alla loro fragilità, debba essere contemplata in primis nei P.R.G., sono fiducioso che la strada intrapresa dalla Giunta di Messina sia quella giusta, proprio perchè parte da uno studio della suscettività dei territori redatto da un gruppo di ricercatori dell'Enea, incaricati dal Comune di Messina all'indomani dei disastri di Giampilieri (novembre 2009). A margine, devo riconoscere che mi è spiaciuto leggere , che poichè nel nostro territorio si sono potuti verificare abusi edilizi (e potranno continuare a verificarsi, speriamo mai più) non dobbiamo più chiedere aiuto economico allo stato. Le ricordo che un conto sono gli abusi edilizi, un altro un disastro geomorfologico come quello che ha in parte devastato Giampilieri ed ucciso 37 persone. Quell'evento, che lei ci creda o no, con l'abusivismo non ha avuto nulla a che fare...................ma è un altra vicenda, che spero un giorno poterle raccontare".



Antonella Di Pietro


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