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ANCHE A MESSINA LA GIORNATA MONDIALE CONTRO L'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI

In occasione della XIV Giornata Mondiale contro l'Incenerimento dei Rifiuti, iniziativa lanciata da G.A.I.A. (Global Alliance for Incinerators Alternative) domani, martedì 14 ottobre, alle ore 18:00, presso La Casa Rossa a Messina, avrà luogo un dibattito pubblico dal titolo "Meno inceneritori, meno discariche, più lavoro, più salute".


Interverranno: l'assessore all'Ambiente del Comune di Messina, Daniele Ialacqua; il commissario liquidatore di Messinambiente, Alessio Ciacci; e il presidente di Zero Waste Sicilia, Beniamino Ginatempo. 

Obiettivo dell'iniziativa è proporre il massimo recupero possibile di materia dagli scarti, che potrebbero produrre reddito e lavoro, invece della loro distruzione apparente, ovvero la trasformazione irreversibile in ceneri ed emissioni climalteranti, inquinanti e velenose. La cittadinanza è invitata a partecipare all'appuntamento.

In Italia sarà Zero Waste Italy a coordinare le iniziative con tutte le realtà locali interessate a mobilitarsi anche con piccole iniziative rese però importanti proprio perché inserite in questo appuntamento globale. Zero Waste Italy raccomanda ai gruppi, associazioni e comitati locali di dare una forte impronta di secco rifiuto al tentativo del governo di rilanciare il morente incenerimento con l’articolo 35 del decreto “Sblocca Italia”. 

Esso infatti non solo contraddice pesantemente gli indirizzi europei che esortano ed impongono di puntare al massimo recupero dei materiali – mettendo in guardia dalla “scarsità delle materie prime nei prossimi 25 anni” – in un contesto di reinserimento degli stessi   all’interno di un nuovo modello di “economia circolare”, ma addirittura, per assecondare “multiutilities” (ed ENI) a “caccia di rifiuti” e vicine ad una crisi di “astinenza” per il calo progressivo dei rifiuti da bruciare; effetto combinato di crisi dei consumi ma anche per la diffusione ormai inarrestabile delle buone pratiche di raccolte porta a porta e di riduzione/riuso. 

Esse hanno fatto diminuire sia il monte rifiuti (sceso sotto la soglia dei 30 milioni di tonnellate per gli RSU) ma soprattutto dei rifiuti da smaltire (molte realtà anche grandi hanno un “procapite” di RUR- Rifiuti Urbani Residuiinferiore ai 100kg anno!). Il caso Parma è un esempio di questo tentativo grossolano: con il “funerale” del cassonetto e con la generalizzazione del porta a porta l’inceneritore realizzato a forza funziona solo per il 40% delle proprie potenzialità confermando come non ci sia bisogno di impianti inquinanti e costosissimi per risolvere i problemi di una moderna gestione dei rifiuti-materiali. 

Ecco che allora con il decreto “Sblocca Italia” che ancora di fatto rischia di “rottamare” un intero paese già coinvolto in una pesantissima crisi ambientale (dissesto idrogeologico-vedi Genova, “Terre dei fuochi” con necessità diffuse di bonifiche da realizzare urgentemente) si calpestano regioni e comuni titolari normativi delle pianificazioni (e lo stesso dettato legislativo 152/2006) “sancendo” che i rifiuti urbani possano tranquillamente viaggiare da regione a regione senza le necessarie autorizzazioni. 

Questo è il tentativo arrogante di dare un “pugno in faccia” all’ estensione delle raccolte differenziate (e dei conseguenti posti di lavoro legati all’indotto del riuso/riciclo/compostaggio che l’Europa stima in centinaia di migliaia) che si cerca di imporre definendo gli inceneritori “opere di interesse strategico” (cioè prioritarie e da realizzare con procedure accorciate nei tempi e nei modi) in aperto contrasto con la normativa europea che afferma al contrario la assoluta priorità da applicare alla riduzione e al riciclo dei rifiuti. Il decreto governativo (che dovrà essere approvato in parlamento tra circa 60 giorni) rappresenta il “colpo di coda” della industria sporca e ancora una volta “assistita” dal potere politico dell’incenerimento dei rifiuti. 

Questo tentativo non deve passare! Per questo occorre ribadire che la Strategia Rifiuti Zero è invece la strada da percorrere, già intrapresa da circa 4 milioni e 700 mila italiani rappresentati dai 215 comuni che già ne hanno adottato gli obiettivi. Indietro non si torna! Bene hanno fatto tutte le regioni del nord Italia (e molti sindaci) ad esprimere netto diniego all’articolo 35 che punirebbe peraltro molte comunità virtuose che già come in Veneto, Lombardia, Piemonte ecc. hanno quasi “azzerato” il problema degli “smaltimenti” con efficaci e partecipate iniziative di riduzione, riuso, raccolta differenziata, riciclo, compostaggio e che rischierebbero paradossalmente di essere inondate di rifiuti e di inquinanti. 

Per questo Zero Waste Italy chiede che insieme al ritiro dell’intero articolo 35 il governo elabori piani nazionali per la riparazione ed il riuso di beni e prodotti (già ora il comparto senza alcun sostegno conta circa 90.000 addetti) e per il riciclo al fine non solo di tutelare salute ed ambiente ma anche per mettere a disposizione delle industrie manifatturiere preziosi materiali e soprattutto per favorire lavoro ed impresa locale. Rottamiamo le politiche del passato inquinanti e per i soliti noti, vogliamo che contino le comunità e si applichino le buone pratiche Rifiuti Zero. Non bruciamo il futuro! Zero Waste Italy

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