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ASSEMBLEA CITTADINA PER DIRE NO ALLA CHIUSURA DELL'OSPEDALE PIEMONTE

No alla chiusura dell’Ospedale Piemonte. La Cisl e la Uil, insieme alla Federazioni del Pubblico Impiego, dei Medici e dei Pensionati, spiegano i motivi che li hanno indotti ad organizzare una assemblea pubblica cittadina oggi, lunedì 29 settembre alle ore 17:30, davanti al Nosocomio. 


Per Tonino Genovese (Cisl), Carmelo Catania (Uil), Giuseppe Calapai (Uil Fpl), Calogero Emanuele (Cisl Fp), Bruno Zecchetto (Pensionati Cisl), GianPlacido De Luca (Cisl Medici) e Mario Macrì (Uil Medici) l’Ospedale Piemonte è un simbolo della città, “una struttura strategica per la sanità messinese e l’assistenza alle fasce deboli”.

“Continuiamo a non vedere assunti gli impegni promessi – ha detto Tonino Genovese – anzi vi sono azioni, anche sotterranee, che ci preoccupano e non vorremmo assistere al bis dell’Ospedale Margherita. Ad esempio, suona strano che proprio ora si siano accorti di un buco da 35 milioni di euro. Ribadiamo, quindi, il nostro no alla chiusura perché il Piemonte è un presidio fondamentale per la sanità messinese”.

“C’è bisogno del sostegno della gente – ha aggiunto Carmelo Catania – per evitare che il Piemonte faccia la stessa fine del Margherita. E vorremmo che anche la classe politica assuma un serio impegno nel tutelare gli interessi dei cittadini, l’Ospedale Piemonte è un presidio che va reso funzionale e potenziato”.

Si scaglia contro il dg Vullo, invece, Calapai: “Ha creato allarme sociale – ha denunciato – e nessuno si può consentire ciò. Difenderemo la dignità degli operatori e dei cittadini. Questo è un problema di civiltà, che se ne renda conto anche la politica che sinora ha fatto scelte scellerate”.

Si è detto pronto alla mobilitazione Calogero Emanuele: “Troppi lati oscuri e poca chiarezza – ha evidenziato – ecco a cosa stiamo assistendo. Se il dg Vullo afferma che deve essere la cittadinanza a decidere le sorti del Piemonte, allora così sia: invitiamo tutti i messinesi alla mobilitazione perché non è dismettendo uno stabile che si migliora la struttura organizzativa del Papardo-Piemonte. Bisogna organizzare l’azienda in maniera efficiente e complessiva per dare servizi su tutto il territorio”.

Classi deboli e anziani sarebbero tra le più colpite in caso di chiusura. A sottolinearlo il segretario della Cisl Pensionati, Bruno Zecchetto. “Il Piemonte è e deve continuare ad essere il baluardo degli indifesi. Non è possibile assistere impassibili all’erosione dei diritti fondamentali dei cittadini nel disinteresse di chi ci governa”.

Sulla stessa lunghezza d’onda i rappresentanti delle Federazioni dei Medici di Cisl e Uil. “La sanità – hanno detto Gianplacido De Luca e Mario Macrì – deve essere organizzata tenendo conto dei bisogni reali del territorio tenendo conto dei dati ufficiali delle attività degli Ospedali che nel caso del Piemonte non risultano sicuramente negative”.

La Federazione Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà di Messina, scende nuovamente in campo per riaffermare con più forza la volontà, condivisa dall’intera cittadinanza, di non chiudere l'Ospedale Piemonte e per ribadire la netta volontà della città di lasciare aperto il presidio sanitario. "Un presidio indispensabile per servire,  - sottolineano la coordinatrice provinciale Daria Lucchesi e il responsabile per le Politiche sociali e i Quartieri Giovanni Tomasello - anche in condizioni di emergenza e urgenza, una larga fetta di popolazione della zona centrale della città e dei villaggi limitrofi, che in caso di chiusura si vedrebbe sottratta un punto di riferimento per la loro salute, in alternativa al Policlinico, più distante. Sel Messina, pertanto,  si schiera a fianco degli operatori sanitari e  di tutti i lavoratori che stanno correndo il rischio di vedere ridimensionato il loro apporto di esperienza pluriennale all’interno di un nosocomio che ha una storia da preservare. Dobbiamo scongiurare che si ripeta ciò che è avvenuto con l’Ospedale Margherita, dismesso e mai più funzionante”, concludono i due esponenti politici, in rappresentanza della Federazione, che sarà presente alla manifestazione di oggi pomeriggio.

I cittadini che non ritengono accettabile la riconversione dell'unico presidio sanitario del centro cittadino in RSA - che segnerebbe di fatto la chiusura dell'Ospedale Piemonte così come lo conosciamo - avanzata dalla linea manageriale dell'Assessorato Regionale e avallata dall'Amministrazione Comunale, sono invitati a prendervi parte.

I numeri dell'Ospedale Piemonte parlano chiaro:
1.000 - parti annui
32.000 - accessi al pronto soccorso generale
5.000 - accessi al pronto soccorso pediatrico
4.000 - accessi al pronto soccorso ostetrico.




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