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“CIAO CHET!” OMAGGIO AL JAZZ DI CHET BAKER

Un omaggio appassionato al grande Chet Baker, trombettista e cantante statunitense di musica jazz, che si trasforma in una complessa opera teatrale-musicale con lo spettacolo corale “Ciao Chet! Chet Baker la musica nell’anima”, al suo debutto domenica 31 agosto, ore 21:00, al Monte di Pietà, con il patrocinio della Provincia Regionale di Messina. 


La drammaturgia dello spettacolo “multisensoriale” è firmata da Raffaella Cannioto che ha dedicato più di un anno di elaborazione e organizzazione per "Ciao Chet!" che è soprattutto un sogno che si realizza: quello di raccontare, in un gioco di specchi, la sofferta esistenza, tra arte e droga, amori infranti e successi immensi, di un grande artista come Chet Baker.  Raffaella Cannioto è anche art - trainer, manager eventi, ricercatrice musicale e teatrale, storica dell’arte, esperta in arti visive e video - arte, esperta in arti - terapie espressive, esperta in suonoterapia vibrazionale, diapason e terapia e massaggio sonoro.


La regia è curata da Simonetta Pisano, attrice teatrale, esperta in didattica teatrale, manager di eventi, attrice protagonista di spettacoli teatrali e spot pubblicitari, ha diretto diverse regie teatrali e ha collaborato con la Andrea Leone Film Production di Roma come dialect coach e attrice nel film “Amiche da morire". 

Di contrasto in contrasto – “luci e ombre” – per raccontare una vita conflittuale. Elementi-simbolo che in scena si sdoppiano. Gioco di specchi, con immagini che si rimandano l’una con l’altra e però mai perfettamente sovrapponibili. Emozioni, soprattutto. Di emozione, in effetti, parla Simonetta Pisano quando racconta della regia di “Ciao Chet”. Emozioni sue, anzitutto, tensioni e umori che le si accavallano dentro, si elidono, si mescolano in lei, giorno dopo giorno, da sopralluogo a prova, nei colloqui con l’uno o l’altro della “squadra” che sta allestendo lo spettacolo. 

E ci sono emozioni da trasmettere, naturalmente, a questo pubblico che si immagina come se fosse già qui, al Monte di Pietà di Messina, mentre si dialoga con i tecnici, mentre si indica lo svolgimento di un’azione, mentre si incoraggiano i musicisti ad essere anche un po’ attori. E ci sono emozioni che attendono come un’incognita, quelle che saranno gli spettatori non solo a provare ma soprattutto a “insegnare” a chi sta sopra il palcoscenico e dietro le quinte. 

La regia di “Ciao Chet” trova allo stesso tempo lo sguardo di una bambina intenta a impilare fantasie e intuizioni, colori e forme, liquidità e matericità e il tracciato di studi e ricostruzioni che rende chiaro, con la sua essenza di vincolo, la linea da scavalcare, in là e in qua, affinché il rigore si mischi irrimediabilmente con l’emozione. “Scelgo per intuizioni, per accumulo di immagini, per rivelazione di senso - dice la Pisano - E poi quando ho scelto, quando un copione, una drammaturgia, un progetto m’hanno invaso i pensieri, subentra la logica, la costruzione”. Come se anziché scegliere, venisse scelta. 

Così è, così è stato fin da subito per “Ciao Chet”. Simonetta Pisano ne ha guidato l’anteprima romana, ne ha condiviso la traiettoria, in un guanciale di affetto e stima per Raffaella Cannioto e Danilo Cucurullo, vi ha portato, ora che si prepara il debutto vero e proprio, quel Gianni Fortunato, attore e regista di prosa, ma anche organizzatore, doppiatore, attore cinematografico, che ha già diretto e da cui è stata diretta, in uno scambio di ruoli che ne ha cementato amicizia e sintonia. 

La storia che si racconta è una storia compiuta. C’è la vita e c’è la droga, c’è Chet uomo sofferto e c’è Baker il musicista inarrivabile. Ma la regia sceglie di raccontarla restituendole il diritto e la speranza ad altri, innumerevoli, finali, e per questo la dispiega usando contemporaneamente un mondo di “strumenti”, le note e le voci, la coreografia e la drammatizzazione. Ed è “un sogno che si avvera, sul serio. Se avessi dovuto esprimere un desiderio preciso per il mio percorso professionale avrei auspicato di poter vivere e realizzare questo connubio tra la musica, che ho amato appassionatamente fin da bambina, tanto che prendevo lezioni di piano già a 11 anni, e il teatro, che è stato l’incontro che mi ha cambiato la vita”.


E il gioco di specchi, il gioco dei doppi, che è la cifra della sua regia, si replica, si amplia, con Giada Vadalà in scena, in contraltare, a contrappeso alla danza di Federica Vento e Alice Rella, anche coreografa e docente della scuola di Mariangela Bonanno, e nelle luci guidate da Renzo Di Chio mentre l’ensemble musicale fa il cuore dello spettacolo.  “Un incontro multiplo tra attori, musicisti, cantante, ballerine, che prelude all’incontro vero, quello di tutti noi insieme con la platea”, conclude la Pisano. 

In scena Danilo Cucurullo, messinese trapiantato a Roma dove tiene concerti e spettacoli, ma anche docenze e laboratori, voce da baritono ma particolarmente pulita, a ricordare che “Ciao Chet!” è un “omaggio affettuoso” a Chet Baker ma è anche, per lui, un “bel ritorno” nella sua città d’origine, Messina, lasciata il giorno dopo la maturità per proseguire gli studi a Roma, dove tuttora vive e lavora.


Ensemble straordinario, attorno alla voce di Cucurullo. La formazione “totalmente inedita” del quartetto e la voglia di fare musica insieme, rigorosamente live, oltre che l’ammirazione per il virtuosismo di Chet Baker, sono gli elementi messi in luce da Andrea Beneventano, pianista e compositore, all’opera anche per la band di Gegé Telesforo, in scena al pianoforte. 

Alla tromba Alessandro Presti, più volte premiato come solista jazz e collaboratore di star come Mario Biondi, che dice: “Rispetto ad altri trombettisti molto tecnici, Baker affrontava melodie e interpretazioni in modo semplice. Ed essere semplice e allo stesso tempo efficace, toccante, bello è molto difficile. Impossibile per molti, specie per quelli per cui la musica è prima di tutto tecnica. Possibile per Chet”. 

“La figura di Chet Baker rappresenta nell’immaginario collettivo il senso del jazz ed uno spettacolo costruito intorno alla sua figura è importante in un momento in cui il jazz sta perdendo pathos, emozione, lirismo - commenta Nello Toscano, compositore e musicista, con un parterre di collaborazioni straordinarie, all’estero e in Italia, come Irio De Paula e Danilo Rea, contrabbassista e fondatore dell’Orchestra Jazz del Mediterraneo - Sì, il jazz sta diventando una attività sportiva. Ci si ‘allena’ molto e si mette da parte il sentimento. Quel che non faceva Chet Baker, che ha dato al genere la sua connotazione forse più amata: molto intimista, molto romantica, un po’ decadente. La mia idea del jazz”.  


“Questo spettacolo mi ha coinvolto da subito, perché Chet Baker è il massimo, ma c’è dell’altro. Sarà un’occasione per avvicinare nuovo pubblico al jazz - spiega Mimmo Papa, batterista e direttore artistico della rassegna “Off in Jazz”, organizzata dal Centro Multiculturale Officina di Messina con la collaborazione di Antonella Casuscelli - È uno scopo che condividiamo tutti, dagli autori dello spettacolo ai musicisti. Al Monte di Pietà gli spettatori vedranno uno spettacolo in cui la danza, la recitazione, le arti visive dialogheranno con il canto e la musica. Si incontreranno diversi tipi di pubblico, l’appassionato di danza entrerà in contatto, magari per la prima volta con un genere musicale nuovo, il nostro. Poi potrà piacergli o non piacergli, ma intanto sarà stato con noi, si sarà avvicinato. Ecco, questa idea mi ha da subito affascinato”.

“Ciao Chet – La musica nell’anima” è un’avventura interiore che si trasforma in evento pubblico. A partire dal soggetto, naturalmente. Chet Baker, il jazzista bianco, il più cool di tutti, l’artista che “senza mai smettere di amarla infinitamente, ha tradito la sua arte con la droga”, il bambino sofferto e maltrattato che ha continuato a vivere dentro il musicista inimitabile che riscuoteva immenso successo e continuava a non saper leggere la musica … “Le sue contraddizioni, in fondo, sono state ciò che hanno mosso in me la voglia di studiarlo - racconta Raffaella Cannioto - oltre che di ascoltarlo, di studiarne la biografia, le interviste, di leggere le dichiarazioni di altri su di lui, di raccogliere suggestioni e cercare di afferrare intuizioni …”.

“Spero che vengano in tanti a vederlo, - conclude la Cannioto - ma non per narcisismo. Piuttosto perché, davvero, consentire ad un prodotto culturale e artistico di farci condividere emozioni e pensieri significa imparare a combattere la separatezza, la disgregazione, l’isolamento, significa farci essere più uniti e soprattutto più consapevoli di questa nostra unità. Spero davvero che ciò accada con ‘Ciao Chet’, che è stato costruito coltivando questa speranza, perché quando ciò accade la cultura, il fatto artistico, lo spettacolo diventano terapeutici, in se stessi, per chi fa e per chi assiste”.

Una squadra che lavora all’unisono. Con un solo obiettivo: “trasmettere al pubblico le infinite emozioni che ci suscita questo allestimento”.


Antonella Di Pietro



Biglietto: posto unico € 15,00. Prevendita: Agenzia Bisazza Gangi - Messina: tel. 090675351. Informazioni e prenotazioni: tel. 348.3137227 – tel. 329.8942608.


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