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CALA IL SIPARIO SULLA XII EDIZIONE DELL'HORCYNUS FESTIVAL

Cala il sipario questa sera, venerdì 8 agosto, sulla XII edizione dell'Horcynus Festival che, per l'occasione, si sposta nella Corte della Torre degli Inglesi, nel complesso monumentale del Parco di Capo Peloro, di fronte al meraviglioso Stretto di Messina.


Con la lettura scenica del testo di Salvatore Arena “Longa è a jurnata”, finalista al Premio Riccione per il Teatro nel 2005, si conclude così la sessione estiva dell'Horcynus Festival, che vede protagonista Mana Chuma Teatro, la compagnia calabro-sicula fondata da Salvatore Arena e Massimo Barilla. Barilla è anche il direttore della sezione “MigrAzioni tra terre e mare”, all'interno del Festival, che ha proposto una riflessione sul ruolo che la nuova drammaturgia dell'area dello Stretto di Messina gioca nel panorama nazionale.

Alle h. 21:00 con replica alle 22:00 (posti limitati su prenotazione), saliranno sul palco gli stessi Arena e Barilla che, accompagnati dalle incursioni musicali di Giacomo Farina, proporranno al pubblico l'ultimo, decisivo in un senso o nell'altro, tentativo di riscatto di due amici. La rappresentazione di “Longa è a jurnata” ricrea un luogo angusto, un seminterrato alla fine degli anni ‘70, unico rifugio e spazio condiviso per due uomini legati da una antica amicizia, impegnati a sopravvivere, a rimandare continuamente l’inevitabile. Vanni vive quasi  da recluso, da quando un incidente sul lavoro lo ha reso infermo ad un braccio. Eppure sogna, con pura ingenuità. Di tornare a lavoro, a una vita migliore. Di andare al mare e di catturare u surici, il topolino invisibile, ma continuamente evocato da qualsiasi rumore. Peppi passa da precario da un piccolo lavoro a un altro, ma senza riuscire a sbarcare il lunario. Un giorno il cerchio intorno a loro sembra stringersi più in fretta del solito, e anche le ultime risorse paiono consumarsi come le candele accese a compensare la mancanza improvvisa della luce elettrica. Tutto in un giorno, l’ultimo lungo interminabile giorno.

Nella settimana di eventi che si sono svolti all'Horcynus Festival ricordiamo: Nemas canta Kunsertu, a produzione musicale dedicata alla rivisitazione monografica della musica del gruppo che ad inizio anni '90 ha segnato la scena messinese, da parte della principale costola nata dai Kunsertu, Nemas Project; il focus dedicato alle Migrazioni nel Mediterraneo, con la consegna del premio Horcynus Orca alla comunità di Lampedusa; la serata dedicata a Pier Paolo Pasolini nel cinquantesimo anniversario de "Il Vangelo secondo Matteo", con Graziella Chiarcossi, cugina del regista e testimone del suo lavoro, ospite del Festival; e l'inaugurazione della nuova sala polifunzionale del Parco Horcynus Orca dedicata al grande scrittore e intellettuale messinese Vincenzo Consolo che “è membro del comitato scientifico della Fondazione - come ricorda il presidente Gaetano Giunta - sin dalla sua costituzione ed ha sempre contribuito all’elaborazione delle strategie culturali dell’Horcynus arricchendole del suo pensiero lungimirante e profondo e di uno spessore umano per molti di noi indimenticabile”. Per l'occasione, Caterina Consolo, vedova di Vincenzo, ha scritto queste parole che sono state lette nel corso dell'inaugurazione: "Lui ha amato ed è vissuto per la Sicilia in modo totale ed estremo"

Per il ventennale dell’attività della compagnia messinese Scimone-Sframeli, ieri sera a Capo Peloro è andato in scena "Bar" registrando il tutto esaurito nel Giardino delle Sabbie del Parco Horcynus Orca, dopo l’appuntamento dello scorso dicembre con "Nunzio" della sessione invernale in Calabria. “Siamo felici di tornare all’Horcynus Festival – ha detto Spiro Scimone – perché siamo stati benissimo questo inverno. La felicità è doppia perché per la prima volta abbiamo recitato negli spazi del Parco Horcynus Orca, a due passi dal nostro mare”

"Bar" di Spiro Scimone, con Francesco Sframeli e Spiro Scimone, per la regia di Valerio Binasco, spia i quattro giorni cruciali della vita di due uomini, il barista Nino e il disoccupato Petru, che hanno scelto un luogo pubblico per nascondersi al resto del mondo: un bar di cui si vede e si vive soltanto il retro. Soltanto un muro, anzi, contro il quale i due uomini sembrano schiacciati insieme ai pochi oggetti presenti, fissati al loro destino di perdenti, in attesa della svolta che non arriva mai. La svolta per l’uno è il sogno di preparare gli aperitivi in un locale dove si suona musica americana, un posto di classe e non questo bar di periferia. Per l’altro quello di un lavoro stabile, che rimedi a quel suo vivere d’espedienti. Ma il barista Nino deve intanto fare i conti con la convivenza di una madre oppressiva, il disoccupato Petru con un boss locale che lo taglieggia con pretese di doni e pretende tangenti sullo stipendio futuro. In cima al muro si apre una finestra. Arrampicandosi su una scala è possibile osservare quel che accade di là, il mondo indecifrabile e ostile che sta all’esterno. Il mondo dei due è di qua, in questo retrobottega della vita. Di qua soltanto sembra conservarsi una possibilità di sopravvivere, nella soppressione dell’azione che invece ha uno sviluppo violento al di fuori. Più che la vicenda che arriva come un eco, conta del resto la situazione che si realizza sulla scena, il rapporto fra due umanità straniere l’una all’altra che si scoprono capaci di solidarietà.

La serata di ieri si è conclusa con il film "Solo gli amanti sopravvivono", di Jim Jarmusch, il più elegante e ironico tra i registi indipendenti americani. Il film, in concorso al 66° Festival di Cannes, è stato proiettato in prima assoluta a Messina.

Il prossimo appuntamento è già fissato per novembre, con la sessione invernale dell'Horcynus Festival, in programma tra Sicilia e Calabria, che avrà un respiro internazionale. Il paese ospite, ifatti, sarà la Tunisia, per proseguire nell'indagine sul Mediterraneo in Costituzione, tema dell'Horcynus Festival per il 2014. 

"L’obiettivo è quello di contribuire a creare un rapporto tra sponda nord e sponda sud del nostro mare che non sia, com'è oggi, drammaticamente diseguale e lontano da un livello accettabile di prossimità economica e sociale. - spiega il presidente della Fondazione Horcynus Orca, Gaetano Giunta - Le grandi differenze socio-economiche, le forti diseguaglianze, le guerre mai finite generano flussi migratori di proporzione epica, che trovano impreparati la Sicilia, l’Italia e l’Europa a politiche di accoglienza e integrazione. Si impone quindi la ricerca di nuove strade, nuovi orizzonti, nuove relazioni fra gli Stati e fra i popoli. Ma in questo quadro così complesso e problematico - conclude Giunta - esistono anche segnali di speranza: la generatività degli artisti e degli intellettuali indipendenti, una nuova consapevolezza e la ricerca di nuovi ruoli delle donne, il processo di costruzione della democrazia in Tunisia, lo sviluppo di iniziative, a cui sta anche partecipando la nostra Fondazione, capaci di mettere in relazione forme solidali di economia civile con le piazze dell’indignazione”.

Per informazioni e prenotazioni: mail info@horcynusorca.it - Telefono 090-9032737 (centralino Parco Horcynus Orca), cellulare 320-5697088,



Antonella Di Pietro


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