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GERMANIA CAMPIONE DEL MONDO GRAZIE A "SUPER MARIO" GOTZE

Germania-Argentina 1-0, decide un goal di Götze nei supplementari. Quarto Titolo Mondiale per i tedeschi che vincono la Coppa del Mondo


Super Mario. No, stavolta Balotelli non c'entra. Il protagonista assoluto, quello che ha scritto la storia, è stato Mario Götze, che con un goal da urlo, ha permesso ai suoi di vincere la Finale. La Germania adesso ha quattro mondiali: raggiunta l'Italia. Più in alto rimane solo il Brasile, a quota cinque titoli vinti.

Eppure la partita sembra cominciare storta per i tedeschi. In allenamento si fa male Khedira, indispensabile metronomo, saggio regista e punto di riferimento per la Mannschaft. È una grossa perdita che fa il paio con quella di Di Maria dall'altra parte. Il centrocampo tedesco, il migliore del torneo, è gravemente indebolito. Kroos e Schweinsteiger sono soli. Khedira viene sostituito da Kramer, che è giovane, è un classe '91 e difetta di esperienza internazionale. Il ragazzo si troverà spaesato sul campo e darà la sensazione di non riuscire mai a trovare la posizione. La Germania ne risente: non è la solita squadra schiaccia-sassi. La partita risulta molto bloccata. Ma questo è una fortuna: è probabilmente la gara più equilibrata di tutta la fase finale.

La prima occasione, a sorpresa è per gli argentini. Kroos commette un ingenuità: effettua un retropassaggio di testa verso il suo portiere, non vedendo che Higuain è lì in agguato, pronto a prendersi pallone e gloria. Incredibilmente, il centravanti dell'albiceleste, solo davanti a Neuer, calcia frettolosamente e malamente spedisce fuori. Il pubblico è incredulo. Mascherano si dispera. Sicuramente un errore molto grave.

Higuain segna anche poco dopo, ed esulta, ma è chiaramente in posizione di netto fuori gioco e la rete viene annullata dall'arbitro Nicola Rizzoli, orgoglio italiano, decisamente tra i migliori del match. Gonzalo Higuain sembra ormai aver capito che questa non sarà la sua partita.

Il giovane Kramer è sfortunato: in un contrasto con Garay si fa male alla testa e non è in grado di continuare. Esce alla mezz'ora, al suo posto entra Schürrle il solito tuttofare. Attaccante, centrocampista, difensore all'occorrenza. La squadra è così nuovamente rivoluzionata.

E Messi? Si vede poco. Gioca a sprazzi, ma quando decide di fare "il Messi" riesce a mettere in difficoltà Hummels con le sue accelerazioni. Ma non bastano. Il quattro volte pallone d'oro non è un fattore.

Il primo tempo si chiude con un corner e con una grande emozione: Höwedes salta e di testa centra il palo. 0-0. Si va negli spogliatoi.

Nel secondo tempo anche l'Argentina cambia volto. Fuori Lavezzi, che fino a quel momento aveva giocato bene, dentro Aguero. Il fuoriclasse del City però è l'ombra di se stesso e il cambio si rivela inazzeccato. 

Così Messi è costretto a fare da solo. Calcia col suo sinistro, ma il pallone esce fuori. Da uno come lui ci si aspetta sempre di più. Eppure Leo, "La Pulce", in attacco è il migliore dei suoi. Finisce anche la partita di Higuain, il più deludente. Al suo posto Rodrigo Palacio.

Esce anche Miroslav Klose, l'uomo della leggenda. È il marcatore più prolifico della storia dei Mondiali, è un simbolo per il calcio tedesco e per tutti gli sportivi. Tutto lo stadio lo inneggia per il giusto tributo che spetta ad un grande guerriero. Al suo posto entra il nuovo che sarà e forse già è, Götze. Sarà lui a decidere il match.

I tempi regolamentari si concludono sullo 0-0. I supplementari si aprono nel segno delle riserve che rivitalizzano la Germania. Schürrle e Götze sono gli assoluti protagonisti. Il primo sfiora subito il goal, ma Romero è attento e para. L'Argentina sembra non averne più, è stanca perché ha già giocato i supplementari nella semifinale contro l'Olanda.


Il goal arriva nel secondo tempo supplementare, quando ormai mancano soli sette minuti ai rigori. Schürrle è imprendibile, è una freccia sulla fascia. Realizza una giocata notevole e serve Götze, giovanissimo talento tedesco pagato tantissimo dal Bayern Monaco. Mario stoppa la palla in un fazzoletto e colpisce al volo di sinistro. È un gesto tecnico incredibile. Il pallone si insacca in rete e Romero non può nulla. Lo stadio esplode, la festa è incontenibile. La Germania è Campione del Mondo.


Finisce il sogno degli argentini, sconfitti proprio con lo stesso risultato del Mondiale Italia '90. Finisce sconfitto Leo Messi che conclude la partita in maniera anonima. Leo avrebbe pure da sfruttare un calcio di punizione da posizione favorevole, quando ormai i 120' sono stati superati. Ma spara alto malamente. Ha deluso, ma la Fifa deciderà a sorpresa di premiarlo come miglior giocatore del Mondiale. Sicuramente un contentino, un premio ai secondi, che una scelta pienamente convinta. Ben altri giocatori avrebbero meritato questo premio, come i tedeschi Muller e Neuer, ma anche Robben o James Rodriguez. Ma poco importa: il premio ha scarsa valenza e Messi lo accoglie in silenzio, con lo sguardo assente di chi sa che ha perso la grande occasione della vita, a sette minuti dalla gloria.

La festa dei tedeschi sarà sobria, così com'è nel loro stile. Niente a che vedere con le grandi feste dell'Italia nel 2006 e della Spagna nel 2010. Ma la Germania ci piace anche per questo: per loro conta solo la serietà e il lavoro nello sport. Joachim Löw raccoglie i frutti di un lavoro lungo dieci anni, inziato nel 2004, quand'era un semplice vice-allenatore e che ha portato ad un secondo posto, due terzi posti e infine a questa straordinaria vittoria. Chapeau.



©Bob

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