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PROCLAMATO LUTTO CITTADINO A PATTI PER FAMIGLIA DI MAGGIO


E' ancora chiusa la carreggiata dell'A20 Messina-Palermo, dopo l'incidente che si è verificato ieri pomeriggio in cui sono morte quattro persone. I dipendenti del Consorzio autostrade stanno lavorando per cercare di ripristinare la viabilità nella galleria "Battaglia". E già circolano sul web strani commenti, come una sorta di "maledizione", pare infatti che sia in questa galleria che in quella di "Bonfornello", nei mesi scorsi siano avvenuti altri incidenti "misteriosi". L'ultimo ad agosto scorso quando prese fuoco anche in quel caso un tir della nettezza urbana. Sarebbero una ventina i casi strani denunciati all'interno di quest'altro tunnel. Tra questi anche episodi di automobili che improvvisamente registrano il blackout dell'impianto elettrico con conseguente blocco del motore. Chi è alla guida si terrorizza, l'auto sbanda e poi si ferma. L'Anas alcuni anni fa aveva annunciato un monitoraggio degli impianti della galleria. Alcuni mesi fa l'Arpa, l'Agenzia regionale per l'Ambiente, ha installato due colonnine, all'ingresso e all'uscita delle gallerie, in grado di rilevare alte frequenze da cento kilohertz a tre gigahertz.

Nel tragico scontro di ieri sono morti tre componenti di una famiglia che viaggiava a bordo di una Peugeot 307 finita sul Tir: Guglielmo Di Maggio, 45 anni, macellaio, originario di Palermo, ma residente a Patti; la moglie Nunzia Natoli, 39 anni che era al 4° mese di gravidanza e la piccola Anna, di appena 7 anni. Si trova ricoverato, con una frattura al femore ed un grave trauma toracico addominale, all'Ospedale dei Bambini di Palermo, il piccolo Nino, 5 anni, fratellino della bimba deceduta, la cui prognosi resta riservata malgrado l'intervento al femore sia riuscito. 

Nell'incidente è morto anche l'autista dell'autocompattatore, Rosario Sucato, 26 anni di Misilmeri. Feriti in modo grave Amedeo Cattarinich e Rosa Insana, marito e moglie di 74 e 75 anni, ricoverati in prognosi riservata al San Raffaele Giglio di Cefalù.  I medici del 118 hanno rilevato alcune ferite interne e fratture ossee. Viaggiavano su una Renault Megane finita sulla station wagon condotta da Di Maggio.

Guglielmo Di Maggio era partito da Patti con la sua famiglia, dove abitava ormai da più di dieci anni dopo essersi sposato, per trascorrere un fine settimana a Palermo, di cui era originario e dove aveva dei parenti che oggi sono straziati dal dolore. A Patti aveva un negozio, in via Nicolò Gatto Ceraolo. Il sindaco del comune messinese Giuseppe Mauro Aquino, ha proclamato il lutto cittadino a Patti nel giorno dei funerali dei tre componenti della famiglia Di Maggio ed ha disposto che sugli edifici pubblici siano esposte le bandiere a mezz'asta, mentre gli  esercizi pubblici, commerciali e le aziende sono invitati a sospendere le attività durante i funerali. Le salme delle tre vittime arriveranno a Patti nel pomeriggio. Allestita la camera ardente nella Chiesa del Sacro Cuore dove domani mattina alle 10,30 sarà celebrato il rito  funebre. 

Rosario Sucato, invece, stava tornando in città dopo una giornata di lavoro. In tanti lo conoscevano perché era il nipote del titolare di uno dei panifici storici del paese. Dopo diversi lavori saltuari aveva finalmente trovato un impiego stabile. "La comunità di Misilmeri è sconvolta. - dice un'amica - Non sappiamo cosa sia successo dentro quella galleria, non riusciamo a capire come sia stato possibile che abbia perso il controllo del mezzo, era sempre prudente". 

Il Tir della nettezza urbana che guidava è sbandato di colpo fermandosi al centro della carreggiata provocando un violento tamponamento a catena nella galleria che si è trasformata in un inferno di lamiere spazzando via tante giovani vite. Chi ha assistito al terribile scontro parla di una "scena atroce" che non riesce a dimenticare come Antonio Lo Verde, giornalista e testimone in prima linea dell'incidente, (si trovava sul pullman che ha tamponato le due auto) che racconta a LiveSicilia, il momento dell'impatto "il vetro del bus che si spaccava per lo scontro e tante voci terrorizzate", istintivamente ha abbracciato la sua ragazza "per attenuare l'impatto di lei che mi farà padre tra due mesi". Poi la tristezza, in ospedale, nel sentire i medici che "cercavano un vestitino da bambina per comporre la salma di Anna". Ora il suo pensiero, che è anche quello di tutti noi, va al piccolo Nino rimasto orfano e senza la sua sorellina.


Antonella Di Pietro





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