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KASPER: "LA CHIESA SENZA LA DONNA E' UN CORPO MUTILATO"


"Il ruolo delle donne nella Chiesa va riconsiderato e integrato nella prospettiva del dinamismo sinodale e della conversione missionaria indicati dal Papa»". A partire dalle sue riflessioni sulla famiglia presentate al recente Concistoro, si esprime così il cardinale tedesco Walter Kasper. E parla ampiamente della dibattuta questione della presenza femminile negli ambiti decisionali della Chiesa. Ecco alcune risposte alla lunga intervista esclusiva di Stefania Falasca pubblicata oggi da "Avvenire". 

"Finora ai Sinodi le donne sono state presenti generalmente in veste di uditrici e in posizione di scarso rilievo.  - ha detto Kasper - Ci sono sempre due o tre uditrici che intervengono alla fine dei lavori, quando ormai hanno parlato tutti. Mi domando: come si possono preparare due Sinodi sulla famiglia senza coinvolgere in primis anche le donne? Senza le donne la famiglia semplicemente non esiste. È insensato parlare della famiglia senza ascoltarle. Credo che debbano essere chiamate e ascoltate fin da ora, nella fase della preparazione. Penso che le donne debbano essere presenti a ogni livello, anche in posizioni di piena responsabilità. È indispensabile l'apporto della ricchezza e delle capacità intuitive insite nel genio femminile. La Chiesa senza le donne è un corpo mutilato. Tante sono oggi impiegate attivamente negli organismi ecclesiali. Possiamo immaginare oggi strutture comunitarie, caritative, culturali senza la presenza delle donne? Senza di loro le parrocchie chiuderebbero domani stesso. Nella realtà e nella Chiesa "in uscita" prefigurata dal Papa le donne sono già avanti, sono alle frontiere".

Le donne, ha proseguito il cardinale tedesco "Possono rivestire incarichi di responsabilità in quegli organismi che, anche ai livelli più alti, non implicano necessariamente la potestà di giurisdizione connessa con il ministero ordinato: nei Pontifici Consigli, ad esempio. Nei Consigli per la famiglia, per i laici (ricordiamo che la metà dei laici sono donne), per la cultura, per le comunicazioni sociali, per la promozione della nuova evangelizzazione, solo per citarne alcuni. In essi non troviamo a oggi presenze femminili in posizione di rilievo. Questo è assurdo. Nei Consigli, e in altri organismi vaticani, l'autorità potrebbe essere esercitata dalle donne anche ai livelli più alti, con responsabilità piena".

"Pur rimanendo ferma e distinta la firma dell’autorità, - ha precisato Kasper - anche una donna può essere sempre presente nelle decisioni e può quindi benissimo assolvere il compito di sottosegretario. Sono perciò convinto che anche con le vigenti regole canoniche si possa già fare qualcosa nelle Congregazioni, valutando le singole possibilità".





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