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GENOVESE SI DIFENDE: "IL MIO CONSENSO HA DATO FASTIDIO MA NON SONO UN BOSS DI COSA NOSTRA"


"Io mi sento a posto, anche se provato da un'inchiesta che coinvolge pesantemente me e i miei cari. E non ho perso neppure la fiducia nella Magistratura. Certo, in questo momento è messa a dura prova. So di aver messo in imbarazzo il Pd e il segretario Matteo Renzi e questo mi dispiace. Ma penso che una persona dotata di un minino di intelligenza, e soprattutto chi mi conosce, non possa credere che io in questi anni abbia emesso o ricevuto solo fatture per prestazioni inesistenti, così come mi viene contestato. O che sia al centro di un'organizzazione criminale che quasi quasi può competere con Cosa Nostra. Mi viene da sorridere". A parlare così l'On. Francantonio Genovese, su cui pende una richiesta d'arresto per l'inchiesta sulla formazione professionale a Messina "Corsi d'Oro", in una intervista per "Repubblica" di Emanuele Lauria. 

Genovese si difende anche dall'accusa secondo la quale avrebbe lucrato sui fondi della formazione professionale attraverso società riconducibili alla sua famiglia: "I soldi di cui si parla sono quelli dei canoni pagati dagli enti di formazione regionali a società del mio gruppo per l'affitto di immobili e attrezzature. Il sospetto dell'accusa è che attraverso prezzi gonfiati, io abbia tratto illecito profitto, comunque per un ammontare che non supera i 500 mila euro. Ma ho cinque consulenti d'alto profilo che dicono il contrario". 

"Mi si contestano reati sulla base di perizie errate su immobili e attrezzature. Poi, certo, i miei parenti si sono interessati di enti di formazione. - prosegue Genovese - Se il riferimento al 'sistema criminale' equivale alla presenza dentro questo settore di alcuni parenti, a prescindere dalla liceità delle condotte, lo accetto e sono pronto a dire che mi ha portato probabilmente anche un ritorno elettorale". "A volte - aggiunge - è meglio vincere che stravincere. E' evidente che il mio consenso ha dato fastidio a molti". 

Genovese, inoltre, si dice "pentito" di essersi occupato di formazione professionale, "Dio solo sa quanto" e ammette di aver commesso degli errori "Più d'uno. Chi non ne ha commessi nella vita e nella politica?". Alla domanda sul suo presunto yacht, risponde "Non c'è mai stato. E' un gommone di 11 metri". E sui gioielli afferma che "Erano gadget da 25,30 euro ciascuno".

A poche ore dalla riunione della giunta per le immunità della Camera, che dovrà esaminare domnani la richiesta d'arresto nei suoi confronti, l'ex segretario regionale del Pd dice di non aver parlato con Renzi e annuncia: "Non chiedo clemenza, ma solo che si tenga conto anche delle mie ragioni, e dei fatti inconfutabili portati a sostegno. Poi, accetterò qualsiasi verdetto, della giunta per le autorizzazioni e del parlamento".



A.D.P.

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1 Commenti
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  1. Adelaide Martino Cantafio25 marzo 2014 alle ore 16:13

    non di "cosa nostra"
    ma di "cosa tua/vostra"!
    Ma per favore!!!

    RispondiElimina

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