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SANREMO PRIME TIME: STRAVINCE IL TRIO LIZZI-CARRA'-CASTA


La prima serata del 64° Festival di Sanremo è partita con un contrattempo tecnico: si è inceppato il meccanismo che serve ad alzare il sipario. L'anteprima del festival è stata affidata a Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, che lo ha inaugurato con il video “Sanremo e San Romolo”, un reportage della città dei fiori. Poi tutto si è risolto ed il sipario si è alzato, mentre Fabio Fazio era già entrato in scena a parlare dei problemi dell'Italia, in particolare delle opere incompiute o di infrastrutture che cedono all'improvviso, quando il suo discorso viene interrotto da due uomini che si sono arrampicati sulle impalcature della galleria del Teatro Ariston sventolando una lettera e minacciando di buttarsi giù. I due hanno chiesto “un attimo di attenzione” perchè “non possiamo più mangiare”. Il conduttore ha interrotto il programma ed ha fatto accendere le luci in sala dicendo. “Dobbiamo comprendere la disperazione. Sto leggendo la lettera”. Mentre i due uomini scendevano dalla impalcatura Fazio ha aggiunto: “Non so se questi due lavoratori stiano dicendo il vero, ma cosa facciamo? Ci interrompiamo? Siamo chiamati a far bene il nostro mestiere e ad aggiungere un segno positivo. Il nostro lavoro è un momento di spensieratezza. Credo che la bellezza, per quanto sembri paradossale, abbia un ruolo importante perché quello che siamo dentro lo dobbiamo cercare nel contesto. Se fuori è bello, forse diventiamo più belli anche noi”.

La bellezza è il tema della serata che si apre con un omaggio a Faber, nel giorno del suo compleanno, da parte di Luciano Ligabue che, insieme a Mauro Pagani, canta "Crêuza de mä" di Fabrizio De Andrè. Tra il pubblico, in prima fila, Dori Ghezzi.



L'entrata in scena di Luciana Littizzetto non passa inosservata perchè si fa annunciare dai ballerini, in pieno stile varietà, e scende la scala come Wanda Osiris accompagnata dalle Blue Bell Girls con pon pon rosa. La comica torinese indossa un body di tulle color carne ricoperto di lustrini, una gonnellina e copricapo ricoperti di piume ed un corpetto nero in stile ‘davanzale’ fiorito. Salutando Fazio gli dice: “Guarda che fagiana che è arrivata qua”, stemperando la tensione iniziale. Poi legge una preghiera a San Remo: “Fai che Renzi non dica mai a Papa Francesco ‘Stai sereno’ che non vorrei mai facesse la fine di Enrico Letta. Papa Francesco? Io ho lasciato il cellulare acceso se vuole chiamarci. Se è occupato chiami Nando Pagnoncelli dell’Ipsos. Nando? Se ti chiama uno con la voce di Miguel Bosè passacelo”. E ancora a Enrico Letta che si è definito zen: “Sting è zen e tromba per ore, Letta è zen ed è stato trombato, participio passato”.



Arriva il momento dell'’attrice francese Laetitia Casta che ha presentato il Festival di Sanremo nel 1999 insieme a Fazio. Molto a suo agio sul palco, in stile Rita Hayworth, ha cantato “Meraviglioso” di Domenico Modugno ed ha ballato sulle note di “Ma ‘ndo vai se la banana non ce l'hai”, celebre canzone tratta dal film di Alberto Sordi “Polvere di stelle”, omaggiando Monica Vitti che, da tempo, si è ritirata dalle scene. Fabio Fazio, in total black che evidenziava la sua magrezza, ha dedicato alla bella Laetitia “Ne me quitte pas”, il capolavoro di Jacques Brel conosciuto anche nella versione italiana di Gino Paoli "Non andare via" cantata da Ornella Vanoni.





Quindi, irrompe sul palco l'Highlander Raffella Carrà che, sprizzando energia pura e positiva che contagia tutti con il suo ottimismo, si è esibita in una performance che avrà suscitato l'invidia di qualche artista più giovane di Raffa che, senza fiatone, riesce a cantare e ballare assieme. Sul palco, accompagnata da un corpo di ballo, si esibisce in “Fun fun fun” e “Ciao Ciao”. La Carrà è una donna che, oltre ad essere una grande artista, non teme le critiche e questo, forse, è il suo punto di forza, cioè credere in quello che si fa andando avanti con uno sguardo al passato ma senza malinconia. E così la mitica Raffaella, con il suo inconfondibile caschetto biondo, ed un look rock nero con borchie ad un Fazio stupito che le chiede come fa, risponde: “Sono emiliana, è tutto lì”. Poi si esibisce nel suo grande successo "Rumore" insieme a Lucianina travestita da Carrà che, però, non riesce ad emularla nelle sue piroette e Raffa, candidamente, le dice: "Io non mi alleno mai. Io nuoto. Tu nuoti?". Raffaella Carrà interviene anche sulla vicenda dei due Marò, tra gli applausi del pubblico, lanciando un appello al governo indiano affinchè “vengano processati in Italia”.

E' il momento del grande Yusuf Cat Stevens che canta “Road Singer“ e "All You Need Is Love" dei Beatles. Poi, in un clima di grande emozione, intona la canzone che lo ha portato nella storia: “Father and Son“. Ed il pubblico dell'Ariston gli tributa una standing ovation.

Il Festival della Canzone Italiana passa un pò in sordina e sottotono con canzoni che, al primo ascolto, non convincono. Così come non convincono gli artisti scelti, alcuni dei quali immeritatamente, secondo noi, tra i big. La gara comincia con Arisa che canta "Lentamente (il primo che passa)" e “Controvento”, quest'ultima canzone, forse la migliore tra le due, passa il turno. “Un uomo è vivo” e “Pedala” sono i due testi presentati da Frankie Hi-Nrg mc e viene scelto il secondo ma, per noi, potevano essere eliminati entrambi. Si prosegue con Antonella Ruggiero che canta “Quando balliamo” e “Da lontano” che riascolteremo. L'ex usignolo dei Matia Bazar ha proposto due pezzi d'atmosfera accompagnati da eccellenti musicisti, peccato che la Ruggiero quando canta adotta lo stesso stile di alcune cantanti liriche che non scandiscono bene le parole penalizzando un pò i testi. Sul palco entra l’inedito duo composto dal sopravvalutato Raphael Gualazzi e dall'uomo mascherato, The Bloody Beetroots con “Tanto ci sei” e “Liberi o no” che vince tra le due. Ma il momento in cui si esibisce Cristiano De Andrè, figlio del grande Fabrizio, è quello che riesce a coinvolgere maggiormente la nostra attenzione con la sua stupenda “Invisibili”, che però non passa il turno lasciando il posto a “Il cielo è vuoto”, di meno impatto emotivo rispetto alla precedente, ma comunque bella. I Perturbazione cantano “L’Italia vista dal bar” e “L’unica” che passa il turno. Infine, Giusy Ferreri che canta “L’amore possiede il bene” e “Ti porto a cena con me”, vince la seconda. 

La prima serata del 64° Festival di Sanremo ha registrato 10.938.000 di ascolto medio e il 45,93% di share. Il picco di ascolto è stato di 16.048.000 alle 21,26 all’interno del monologo di Luciana Littizzetto, mentre quello di share di 55,36% alle 23,58 all’ingresso di Yusuf Cat Stevens. Quindi, ancora una volta, il festival si riconferma un grande evento di evasione che distoglie gli italiani dagli eventi politici.



Antonella Di Pietro


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