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RENZI ALLA CAMERA E IL M5S PREPARA MOZIONE DI SFIDUCIA. ANCHE FASSINA CONTRO GUIDI


Ieri, lunedì 24 febbraio, in nottata si è chiusa la maratona del Senato, che dopo 11 ore ha votato la fiducia al nuovo governo con 169 sì. Quattro consensi in meno di quelli che ottenne Enrico Letta nel voto di fiducia dell'11 dicembre scorso, subito dopo la fuoriuscita di FI dalla maggioranza. Assenti al voto i senatori a vita Carlo Azeglio Ciampi, Laura Cattaneo e Renzo Piano, mentre erano presenti e hanno votato sì Carlo Rubbia e Mario Monti.

"Ok il Senato, adesso la Camera. Poi si inizia a lavorare sul serio. Domani scuole, lavoratori, imprenditori, sindaci a Treviso. #lavoltabuona". Così su Twitter di buon mattino il presidente del Consiglio Matteo Renzi a poche ore dal voto di fiducia alla Camera, dove è iniziato il dibattito in Aula con 53 iscritti a parlare.

Oggi, martedì 25 febbraio, il premier siede ai banchi del governo tra i ministri degli Interni e degli Esteri, Angelino Alfano e Federica Mogherini. E se al Senato aveva solo le sue carte tutte sparse sul tavolo, alla Camera Renzi si è portato anche un computer portatile, che tiene acceso davanti a sé sul banco del Governo, al fianco delle carte. È una delle prima volte che sul banco del Governo a Montecitorio si vede un pc. Sicuramente la prima al posto del presidente del Consiglio.

Intanto il M5S, che ha votato contro la fiducia, annuncia già per mercoledì due mozioni di sfiducia contro i ministri Guidi e Poletti. Secondo il capogruppo del Movimento al Senato, Vincenzo Santangelo, la titolare dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, si trova "in un indegno e gigantesco conflitto di interessi" perché si tratta di "una pedina di Berlusconi" che peraltro Renzi "ha piazzato in un ministero che controlla il dicastero delle Comunicazioni" mentre il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti è "legato alle coop rosse".

Per l'ex viceministro dell'Economia, Stefano Fassina "la presenza di Federica Guidi è inopportuna e per quanto mi riguarda inadeguata in un governo a guida Pd"; in particolare, Fassina contesta l' "orientamento di politica economica" e la lontananza "dalla cultura dell'intervento pubblico in economia". Fassina, inoltre, incalza sull'orientamento del neo ministro: "Non era necessario chiedere alla Guidi per chi vota, visto che da mesi compare sui giornali come uno dei volti nuovi che Silvio Berlusconi avrebbe voluto in Fi". Fassino attacca il governo ha "voluto dare un messaggio chiaro a Berlusconi scegliendo questa persona per un ministero che ha competenza anche sulle telecomunicazioni". Fassina, al contrario, respinge qualunque ipotesi di conflitto di interesse per Giuliano Poletti, neo ministro del Lavoro: "Non mi pare che Poletti sia proprietario della Lega delle cooperative".

Tuttavia, Fassina nella sua pagina Facebook scrive poco fa: "Voto fiducia per consapevolezza della difficilissima fase politica. Ma non è conferimento di una delega in bianco. Valuterò nel merito i provvedimenti del governo per definire la mia posizione". 

Dalle pagine del Corriere della Sera, la neo ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi sostiene invece di essere entrata nell'esecutivo solo come imprenditrice e non come possibile candidata del Pdl. "Non sono mai stata ad Arcore a cena" e Silvio Berlusconi "non mi ha offerto alcuna candidatura alle Europee", ha raccontato la Guidi. L'ex presidente dei Giovani di Confindustria precisa: "Conosco Berlusconi, l'ho incontrato diverse volte ed è vero che, a essere precisi tramite Alfano, mi ha chiesto alle ultime elezioni di entrare in lista nel Pdl. Ma ho rifiutato - continua la Guidi - per due motivi: perché non ho mai voluto scendere in politica e perchè avevo un bambino piccolissimo".

La Guidi sottolinea le ragioni che l'hanno spinta, al contrario, ad accettare la proposta di Matteo Renzi di entrare nella squadra di governo: "il premier non mi ha chiesto alcuna appartenenza politica. Sono al governo solo come imprenditrice, privato cittadino e per la mia storia professionale". L'ex leader dei giovani industriali respinge inoltre le critiche sul conflitto di interesse con l'azienda di famiglia Ducati Energia, che giudica un'obiezione "risibile", sottolineando di aver rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi nella società. In merito ai primi provvedimenti per il suo dicastero, la Guidi ammette di avere "qualche idea nella testa", ma - continua - "è francamente troppo presto per anticiparle".


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