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COMPRAVENDITA SENATORI: NUOVO FILONE D'INDAGINE


Ieri, martedì 11 febbraio è cominciato al Tribunale di Napoli il processo contro l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, in contumacia, per la compravendita di senatori nel 2006. Secondo l’accusa rappresentata dai pubblici ministeri Henry John Woodcock e Alessandro Milita, il Cavaliere, attraverso l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola ha versato tre milioni di euro a De Gregorio per corromperlo e fargli cambiare coalizione. Dopo essere stato eletto nel 2006 con l’Idv, De Gregorio era passato al centrodestra contribuendo alla caduta del governo guidato da Romano Prodi nel 2008. Durante l’udienza preliminare Lavitola ha ammesso di avere consegnato grosse somme di denaro a Sergio De Gregorio, ma ha dichiarato che quei soldi provenivano dal finanziamento al quotidiano L’Avanti e che si trattava della restituzione di un prestito che De Gregorio gli aveva fatto in precedenza. L’ex senatore De Gregorio ha ammesso di essere stato corrotto ed ha chiesto il patteggiamento al giudice per le indagini preliminari Amelia Primavera che lo ha condannato a un anno e otto mesi di carcere.

Intanto, nella seconda udienza di oggi, mercoledì 12 febbraio, sarebbe stato aperto un nuovo filone d'indagine sulla compravendita di deputai e senatori che toccherebbe Silvio Berlusconi. La convinzione dei magistrati, sostenute anche dalla testimonianza di Sergio De Gregorio, è che ci fosse un vero e proprio 'sistema di elargizione' che avrebbe coinvolto una decina di parlamentari disponibili a votare contro il proprio partito in cambio di soldi o altri benefici. Anche per questo sarebbe stato acquisito dalla Guardia di Finanza l'elenco dei parlamentari che, nelle diverse occasioni, votarono contro l'indicazione del proprio partito in commissione e poi in indagini aula. Le verifiche prenderebbero le mosse da quanto avvenuto il 14 dicembre del 2010 quando la mozione di sfiducia a Berlusconi fu respinta alla Camera per 314 voti contro 311. I reati che sarebbero stati ipotizzati, al momento senza indagati, coinciderebbero con finanziamento illecito e corruzione. 

Un altro momento sotto la lente della magistratura riguarderebbe la votazione del 5 aprile 2011, quando la Camera sollevò conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale sul caso Ruby. In questa occasione, scrive il Messaggero, 'decisivi furono i voti dei Lib-dem Daniela Melchiorre e Danilo Tononi, oltre che dell'ex Mpa Aurelio Misiti'. Il giornale di Roma cita poi i parlamentari ex Fli 'che a febbraio 2011 impedirono che Berlusconi fosse perquisito in relazione al caso Ruby': Roberto Rosso, Giulia Cosenza e Luca Barbareschi. 

Nel processo saranno chiamati a testimoniare l’ex presidente del consiglio Romano Prodi e l’ex segretario dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro che è anche avvocato di parte dell’Idv che si è costituita parte civile nel processo. Anche il Senato ha deciso di costituirsi parte civile. Silvio Berlusconi è difeso dagli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, Lavitola dall'avvocato Maurizio Paniz. 

I Presidenti dei Gruppi Parlamentari Fi di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “Apprendiamo con sconcerto che il Tribunale di Napoli, pur di celebrare oggi una nuova udienza nel processo a carico del Presidente Berlusconi, dopo quella già tenutasi ieri, ha rinviato diversi importanti procedimenti, tra cui uno per usura aggravata con circa venti imputati appartenenti a organizzazioni camorristiche, pendente da diversi anni e che proprio all'udienza di oggi prevedeva l'esame della parte offesa. Un'azione, quella del Tribunale di Napoli, che, risultando fuori da ogni principio e prassi di corretta amministrazione della giustizia e mettendo inoltre in secondo piano e a rischio le insopprimibili esigenze di un serio contrasto alla criminalità organizzata e di salvaguardia della sicurezza, suscita dubbi e perplessità sulle motivazioni delle scelte operate. Per dissipare ogni ombra, i Gruppi parlamentari di Forza Italia presenteranno una interrogazione urgente al Ministro della Giustizia”. 

"Quello contro Silvio Berlusconi per la cosiddetta compravendita dei senatori è un processo politico al 100%. La nuova inchiesta, poi, è un vero e proprio attacco frontale alla democrazia e ai suoi principi fondamentali". Lo dichiara in una nota il senatore di Fi Lucio Malan. "Il tutto rigorosamente a senso unico - prosegue - poiché non vi sono mai state inchieste su parlamentari passati con la sinistra, ricevendone cariche e benefici vari, talora, si dice, anche di carattere giudiziario. È inquietante che una inchiesta del genere possa anche soltanto iniziare: significa che ogni elettore potrà finire sotto processo se dopo aver votato un partito, ne ha tratto benefici, ad esempio meno tasse e servizi migliori. La democrazia è tale perché chi giudica politicamente l'operato di chi governa è il popolo sovrano. Se chi giudica, a senso unico, è qualcun altro, che sia una giunta militare, un consiglio di religiosi fanatici o dei magistrati che abusano della giustizia, siamo in presenza di una dittatura. Se quei magistrati, anziché di Berlusconi, si occupassero dei criminali, dei rapinatori, degli spacciatori di droga, dei protagonisti della tratta degli immigrati clandestini, avremmo città più sicure e un Paese più civile".



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