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MESSINA SENZA LE LUCI DEL VARIETA'

Natale 2013 a Messina senza albero, senza luminarie, senza isola pedonale. 



I primi due non vengono attuati per motivi di ordine economico e ambientale, la seconda per motivi di circolazione stradale ma sarà una realtà permanente il prossimo anno. I cittadini vogliono l'albero e le luminarie per avere l'atmosfera natalizia che riscalda il cuore in tempi di crisi e fa sognare grandi e bambini. I cittadini vogliono l'isola pedonale per passeggiare nelle vie centrali con i bambini. Piccolo punto di domanda: ma questa non doveva essere una città a misura di bambino? 

I cittadini che non vogliono l'albero e le luminarie accusano chi, invece, li vuole, di credere nel nulla perchè il Natale non esiste e di essere attaccati alle tradizioni religiose. Posto che essere attaccati alle tradizioni significa mantenere le proprie radici laddove i nostri avi le hanno piantate, sarebbe opportuno chiarire ai laici e agli agnostici che il Natale è una festa pagana e gli antichi Romani addobbavano gli abeti di bacche rosse in onore di Saturno, invece, i cattolici si riconoscono nel Presepe. A proposito di quest'ultimo, l'Amministrazione comunale ha caldeggiato le iniziative come quelle dell'arte presepiale fatta da una associazione, dunque, non è una questione religiosa quella di non fare l'albero di Natale nel salotto della città ma solo una mera questione di denaro. 

Il vil denaro che condiziona a tal punto da far prendere delle decisioni che scontentano i bambini. Ed anche i grandi, soprattutto quelli che hanno votato il sindaco buddhista (anche se lui non si professa tale) con la maglietta Free Tibet, non sapendo che per il Buddhismo conta l'essenziale e non il superfluo. Forse, molti hanno votato Renato Accorinti convinti che buddista fosse sinonimo di buddace e, come il pesce da cui prende il nome, hanno abboccato. 

Per risolvere la diatriba si potrebbe andare tutti in piazza con un albero ciascuno, rigorosamente finto poichè bisogna tutelare il verde o, in alternativa, con dei vecchi addobbi natalizi per adornare gli alberi di Piazza Cairoli e abbracciare, così, il credo del "bene comune" tante volte decantato dal sindaco di Messina ma non compreso tra i seguaci del Buddacesimo che aspettano ancora di vedere l'asino che vola nello Stretto. 

Ma, per tornare alle luminarie, forse molti non ricordano che il sindaco Accorinti ha una vera idiosincrasia per le luci accese tanto che costringeva i suoi alunni a chiuderle prima di uscire dall'aula educandoli così al risparmio. E che dire della Vara? Quest'anno ha sfilato senza luci! Per non parlare poi di alcune zone della città, tra cui Villa Dante, desolatamente al buio. Basta guardare il video sotto per capire quello che Renato Accorinti pensava sull'utilità dell'albero di Natale quando ancora non era sindaco di Messina.

Ma adesso i cittadini vogliono la loro città abbellita per il periodo natalizio. E chiedono al loro sindaco l'onestà accompagnata dalle luci del varietà senza capire che, fino a ieri, la città illuminata per Natale era solo uno specchietto per le allodole che nascondeva le vere ombre nere. Eppure, c'è una figura vista in modo ostile dai messinesi e il cui spirito aleggia sul Natale, quella del city manager, reo di aver spento le luci con il suo stipendio stratosferico. I cittadini accusano il sindaco, (o meglio una parte di essi, mentre altri hanno dato il tempo di un anno per verificare la sua utilità), di aver chiamato il suo amico messinese, che lavorava in un'altra città, in un momento poco felice visto che al Comune "il piatto piange". 

Insomma, è arrivato il momento per tutti di decidere da che parte stare perchè non tutto quello che luccica è oro si sa ma, come diceva Martin Luther King "Ogni uomo deve decidere se camminerà nella luce dell'altruismo creativo o nel buio dell'egoismo distruttivo. Questa è la decisione. La più insistente ed urgente domanda della vita è: Che cosa fate voi per gli altri?... Ignorare il male equivale ad esserne complici". 

Camminare nella luce dell'altruismo creativo può essere un'utopia ma anche un percorso percorribile purchè non vi siano ombre, quelle stesse ombre che hanno annientato la città in passato e per le quali oggi, i messinesi stanno pagando un prezzo altissimo visibile non solo da una luminaria spenta ma dal degrado a cui si è giunti. Non bisogna, infatti, ignorare il male che è stato fatto a questa città da tutte le Amministrazioni che si sono succedute e dai vari commissariamenti. Tuttavia, potrà apparire un paradosso ma, forse, solo in questo periodo di "grande buio" i cittadini stanno prendendo coscienza di quanto è avvenuto in questi anni quando, andando a votare, puntavano senza conoscere la "posta" stabilita in partenza con il rischio di un "flop".

E giungere ad una nuova consapevolezza interiore da parte dei cittadini e degli amministratori farà sì che la porta della Sicilia possa tornare ad essere la Messana Nobile Siciliae Caput. 



©Antonella Di Pietro



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