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MILAZZO AVVOLTA NEL GAS - "CHI INQUINA DEVE PAGARE"


Ieri sera gli esperti dell'Arpa di Messina sono stati chiamati d'urgenza a Milazzo per fare rilevamenti sulla qualità dell'aria ammorbata da puzza di gas. Dalle 20,30 alle 21,30, a causa del forte vento di scirocco, Milazzo è stata invasa da un acre odore di gas che proveniva dal polo industriale. Il problema è stato rilevato principalmente nelle zone San Giovanni e Ciantro e nelle vie Valverde ed Acqueviole. Un odore così forte che ha infestato l'aria provocando mal di testa e bruciore agli occhi tra i residenti che si sono visti costretti a rimanere in casa con le imposte chiuse. Numerose le telefonate al centralino dei vigili del fuoco. A chiamare l'Arpa è stato l'assessore all'Ambiente Salvatore Gitto che ha detto: "I tecnici arrivano da Messina e quando sono giunti a Milazzo con le centraline mobili (canister) il fenomeno si era attenuato. Questi sono fenomeni impattanti ma brevi. Occorre una centralina fissa che faccia rilievi in tempo reale". In ogni caso, Gitto ha dichiarato che lunedì chiederà in modo ufficiale spiegazioni alle industrie per capire cosa sia avvenuto.

"Siamo costretti a respirare agenti inquinanti e stanchi del silenzio di alcune istituzioni - dichiara il presidente dell'Associazione Adasc, Peppe Maimone - La salute è prioritaria! Non è più accettabile che i cittadini si debbano rinchiudere all’interno delle proprie abitazioni. Se le industrie hanno problemi tecnici devono essere chiuse, visto che non hanno nessuna volontà di investire per adeguare i mostri ecologici che insistono sul territorio. La popolazione è spaventata, è stufa di subire questi continui attentanti alla salute pubblica".

"Decine di telefonate di cittadini preoccupati sono giunte alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco. Qualche cittadino, accusando problemi sanitari, (respirazione, nausea, capogiri) ha contattato il pronto soccorso di Milazzo e la Guardia Medica. L’Adasc ha tempestivamente informato tutte le autorità nazionali, regionali, provinciali e locali e presenterà un esposto denuncia all’Autorità Giudiziaria. Informeremo anche la Commissione Europea - aggiunge Maimone - che i cittadini di Milazzo e del Comprensorio sono costretti a vivere in un clima di paura, che si devono rinchiudere nelle loro abitazioni, che non è garantito il diritto alla salute ed a vivere in un ambiente salubre".

A Milazzo e nella Valle del Mela è quasi inesistente un sistema di monitoraggio efficiente, le Associazioni invieranno nelle prossime ore una nota al Presidente della Regione On. Rosario Crocetta e all’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello per chiedere di potenziare il monitoraggio della qualità dell’aria con l’istallazione di centraline, l’emanazione di un apposito decreto in merito agli odori molesti e di creare un centro operativo dell’ARPA Sicilia a Milazzo. Lo stesso problema che attanaglia Milazzo è presente nelle altre aree a rischio di crisi ambientale siciliane. Le Associazioni di Milazzo, Priolo e Gela stanno lavorando per intraprendere azioni congiunte e affermano che "Se il problema dovesse persistere si annunciano manifestazioni eclatanti con la collaborazione della società civile per dire basta a questo dannoso problema".

In tal senso è stata organizzata per martedì 8 ottobre una passeggiata di protesta contro le emissioni della Raffineria. L'appuntamento è alle 18,30 in via G. Medici muniti di mascherine anti-smog in segno di protesta contro i veleni che quotidianamente pervadono l'aria della città di Milazzo e dei paesi della Valle del Mela.

Questa la testimonianza di un cittadino del luogo: "Ieri sera ero con un mio amico a Croce di Mare, verso le ore 19.30 era già buio e guardando di fronte l'area industriale, abbiamo notato le tre ciminiere della centrale termoelettrica di Archi che emettevano massicciamente fumo, la grande e quella immediatamente a destra, più bassa, in particolar modo. Siamo rimasti a guardare per un poco e poi siamo tornati verso il lungomare Garibaldi. Osservando le ciminiere all'altezza della statua di Luigi Rizzo emettevano ancora massicciamente fumi. Ho fatto delle foto, ma non si vede molto.Verso le 21.00 in via Regis un puzzo di gas incombusti, pesante e molto fastidioso da costringere me e la mia famiglia ad andarcene al promontorio di Capo Milazzo". 

Al riguardo è intervenuto anche Giuseppe Marano vice coordinatore regionale dei Verdi in Green Italia:  "Diciamolo chiaramente, ogni giorno con i suoi veleni e le emissioni fuggitive di gas, come il 4 ottobre sera, la Raffineria di Milazzo sta uccidendo i cittadini. Ho subito allertato l'Arpa di Messina spiegando che alcuni esposti li abbiamo già presentati in Procura e altre denunce saranno presentate chiamando in causa il sindaco Carmelo Pino massima autorità sanitaria che non interviene a tutela della salute. Non ci fermeremo fino a quando i magistrati non interverranno su questi impianti che non sono a norma e non sono sicuri per un territorio di 200 mila persone, la Valle del Mela. La smetta il presidente di Confindustria di pensare ai suoi "associati" con posizioni corporative. I valori e gli interessi collettivi come la salute dell' uomo e la salubrità dell'ambiente non possono essere sacrificati per interessi di pochi. Noi Verdi Green Italia non lo permetteremo e porteremo i verbali del CTR del 12 settembre e del 3 ottobre relativi al Rapporto di sicurezza Impianti 2010 e Idrogeno HMU3 nelle Procure Antimafia". 

Il 26 ottobre alle ore 18,00 nella saletta del Pala Diana Di Milazzo, il neo Comitato di Cittadini "Aria Pulita", coadiuvato dai legali Antonio Giardina, in qualità di coordinatore, Dario Amico e il penalista Simone Giovannetti insieme ai Verdi Green Italia, illustrerà tutte le azioni civili e penali che la popolazione della Valle del Mela ma anche di Gela, Priolo, Siracusa, Melilli, Niscemi e di tutte le zone della Sicilia e d'Italia, siti di interesse nazionale e a rischio di crisi ambientale, e di come si può agire per il risarcimento del danno morale, esistenziale, patrimoniale e biologico contro le emissioni delle Raffinerie ma non solo. L'incontro per tutelare il diritto alla vita e alla salute e poter soddisfare il principio Europeo che "Chi inquina deve pagare". 




Antonella Di Pietro


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